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Piano Concerto - Forum pianoforte

CromaDiBrera

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Tutto postato da CromaDiBrera

  1. Scusate una cosa (mi è venuta in mente adesso): ma un salto dal preside, no...? Ai miei tempi, se sorgeva un problema con un prof., si faceva così. Oppure, se la cosa si faceva seria, se ne parlava al consiglio di classe (docenti, alunni e genitori); non ci sono queste cose, al conservatorio? (P.S. Io non lo so, ho fatto il liceo).
  2. Non ha senso paragonare il concetto di semplicità in Mozart con quello normalmente inteso nella musica pop: sono due cose completamente diverse.
  3. Questo è verissimo. In effetti, ad ogni "scatto" del prof., exit potrebbe prendere il suo foglio, ripiegarlo, spillarlo, apporre un francobollo sul retro e spedirlo a sé stesso (il tombro postale deve stare sul foglio, non sulla busta, altrimenti non si dimostra un bel niente). Ma anche questo non serve a nulla, se exit non ha modo di verificare le attività musicali del suo insegnante: magari, il suo brano finisce in un documentario sulle papere gialle della Nuova Guinea, o in un veglione di Capodanno, o diventa un jingle su Radio Roccacannuccia per il norcino di zona... Alla fine, voglio dire, bisogna pur ragionare con i piedi per terra. Purtroppo, né la Siae né l'autore possono contestare nulla, se l'utilizzo della musica non è noto agli interessati. Fermo restando che, pure quando è stato noto, la Siae si è dimostrata del tutto incapace di tutelare i suoi scritti: vedi il clamoroso caso di Phil Collins ai danni del povero Ivan Graziani...
  4. La firma era più per far vedere al maestro che uno ha mangiato la foglia; poi è chiaro che, se uno vuole, ti ruba la musica di dritto e di rovescio, anche se la depositi alla Siae, perché quasi nessuno ruba uno spartito "in toto": basta cambiare un paio di cose al punto giusto, e il gioco è fatto. Restando al caso del nostro amico, la verità è che non ha alcun modo reale di difendersi.
  5. ...oppure questa, dei Queen (testo con traduzione a fronte): http://www.fruciano.it/Queen/Freddiesolista/Traduzioni/borntoloveyou.shtml
  6. Sopportare è solo uno dei significati di to bear: altri, per es.: "To bear a hand", dare una mano; "to bear testimony", rendere testimonianza; "to bear an expense", sostenere una spesa. "to bear to the left", svoltare a sinistra (di una strada). Oltre a questi, c'è anche il significato di generare, partorire, procreare, ecc., talvolta con la variante del participio borne, oltreché born. To be born è nel dizionario Borrelli De Agostini da 2.400 pagine che ho io (se non basta Carlos, che conosce senz'altro l'inglese quanto l'italiano) e significa: nascere. Ma poi, scusa: basta digitare su Google e trovi tutti gli esempi che vuoi, oltre a quello del link che ho postato, che è semplicemente un sito in inglese dove ti dicono cosa sia accaduto nel tuo giorno di nascita: day-I-was-born, ovvero: il giorno in cui sono nato; non c'entra nulla il "bambino che partorisce" e non capisco proprio dove tu possa averlo letto... P.S. Se vuoi un riferimento in una canzone, cerca Rocky Raccoon, o anche Your Mother Should Know, dei Beatles: se non ricordo male, in quei testi (i primi che mi vengono in mente) si usa questa espressione.
  7. Scusa se insisto, ma ribadisci male: se to bear significa partorire, e non nascere, c'è poco da discutere.
  8. Quindi, se non ho capito male, "did you know how you born" starebbe per "sapevi (o "hai saputo") come hai partorito?". Forse il senso voluto era questo, ma ne dubito. Divertente, però, il misunderstanding...!
  9. Scusate, errata corrige: intendevo passato prossimo e trapassato...
  10. Comunque, che io sappia (e magari mi sbaglio), la dicitura corretta è "he was born" e non "he born", per la stessa ragione per la quale si dice "he died" e non "he was dead": il passato remoto o imperfetto, in inglese, funziona come l'aoristo in greco, cioè indica un'azione che ha un inizio e una fine; l'equivalente del passato prossimo e remoto, invece, suggerisce un'azione continuativa. Per es: se dico "I knew that" posso voler dire "lo sapevo, ma l'ho dimenticato"; "I've known", invece, significa che l'ho saputo e lo so ancora. E' una differenza espressiva, certo, ma non proprio trascurabile secondo me. Poi, magari, nella lingua parlata si dice di tutto (come da noi, del resto).
  11. Scusa, ma in questo caso penso che ti sbagli: il verbo forte va nella domanda principale, non nel periodo secondario. Es: "Don't you think I'm right?" e non, invece, "Don't you think am I right".
  12. Non credo che la complessità armonica sia una qualità essenziale in una canzone: ci sono centinaia di pietre miliari del pop costruite su giri armonici elementari.
  13. Credo che un musicista non abbia bisogno di fare foto ad uno spartito, per rubare delle idee. Certo è che è piuttosto scortese, oltre che equivoco, fare una cosa del genere senza darne pubblicamente delle spiegazioni. Io una battutina con il sorriso la farei, tipo: "maestro, me lo deposita lei, alla Siae...?".Sennò, fai una cosa: nel mezzo del foglio, tra un rigo e l'altro, metti una bella firma.
  14. Strano titolo, però. Io avrei scritto "Do you know how you were born?".
  15. A me sì, anche se un disco non lo comprerei perché non amo il genere (e ancor meno l'olio Monini, ma questa è un'altra storia). Boh... Cos'ha che non va?
  16. Ciao, Zazza. Se ti riferisci a Costantini, non direi che stia a raccogliere gli spiccioli. Ha un'attività musicale consolidata da molto tempo e sorretta, da alcuni anni, dal sistema che illustra. Non è il solo, poi, a vivere benissimo di musica sfruttando solo il web e restando indipendente da editori, discografici, Siae, ecc. Non ho capito. In ogni caso non si tratta di scalare classifiche, ma di vivere o guadagnare dignitosamente facendo musica; in questo senso, ci sono moltissimi musicisti che si sono organizzati come lui, soprattutto negli Usa. Beh, ma questo è ovvio. La vediamo in modo molto diverso: tu scrivi come se ci fosse Sanremo da una parte e l'atonalismo dall'altra, e dovessi barcamenarti tra questi due presunti opposti; a me non interessa per niente la canzone pop e non mi pongo alcun problema sul tonale o meno; coltivo un genere praticato soprattutto nella musica per immagini (film d'autore, reportage, documentario, ecc.), dove si può fare sia un brano atonale che uno orecchiabilissimo, sia usare un quartetto d'archi che suoni elettronici. Il genere ha i suoi estimatori e cerco solo il modo di proporre le mie cose; tutto qui. Non vedo perché pubblicare libri sia una cosa da furbacchioni... A meno che tu non sappia già di cosa si tratti e ritieni che i contenuti proposti siano una presa in giro. Io penso che non lo siano perché, appunto, nel panorama musicale ci sono sempre più musicisti e compositori che vivono benissimo della propria musica senza aver bisogno del classico editore, della distribuzione dei cd, ecc. E questo, ormai, è divenuto un dato di fatto.
  17. Sì, questo di Grancagnolo è un e-book sull'argomento. Solo che costa ca. 50 euri...! A parte il prezzo, sono indeciso se comprarlo o meno per due ragioni: la prima è che insiste molto su una certa retorica (il "riscatto" del musicista mortificato dalla società), che alla lunga trovo poco professionale (e anche un tantino irritante); la seconda è perché scrive veramente malissimo, con la punteggiatura a casaccio, ed è veramente faticoso da leggere. Il suo e-book (il primo in italiano) è stato "rubacchiato" da Giorgio Costantini (un compositore di successo, che ha scalato la classifica di iTunes), che vende gli stessi contenuti per meno di 20 euri. In effetti, questi sono i testi in italiano che mi risultano sull'argomento, ma cercavo appunto un'opinione.
  18. Grazie, lo ricordavo, ma non si era entrati molto nello specifico.
  19. Vorrei sapere se qualcuno di voi abbia mai dato un'occhiata a libri sull'argomento e se, quindi, saprebbe suggerirmene uno. Grazie.
  20. Oltre a quelle scritte da voi, ci sono anche: Sexy Sadie (0:20), Flying (0:35), Norvegian Wood (0:46), Because (1:00), And Your Bird Can Sing (1:10), For No One (1:15), Lovely Rita (1:20), Tomorrow Never Knows (1:31).
  21. Contaminéscion...! http://www.youtube.com/watch?v=FgxU9wqbQgw
  22. L'estensione, ovviamente, non è predeterminata, essendo uno strumento di un certo tipo: in pratica, dipende dal profilo costruttivo di ciascuno. Comunque, una pianista compositrice particolare ma di notevole richiamo, Alessandra Celletti, ha dedicato alcuni recentissimi lavori a piano e theremin. Entrando in contatto potresti risolvere ogni dubbio con lei; è una persona gentile e sono sicuro che sarebbe molto disponibile nell'aiutarti. Ha un sito, lo trovi facilmente digitando il suo nome su Google. Ciao.
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