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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Scott Tinkler Gong Duet! https://www.facebook.com/photo.php?v=10151974136591260
  2. Avevo rimosso l'esistenza di questa opera che condivido, buon ascolto. F. Liszt: Präludium und Fuge über den Namen BACH (D. Roth)
  3. Mi è capitato a tiro questo link, condivido per gli appassionati di questo interprete http://www.youtube.com/watch?v=URADPNy4Jzs&sns=fb
  4. Ben venuto MarcoDiStefano Avevo già letto dei tuoi progetti in questo topic http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/3239-the-first-touch
  5. Do5 "impropriamente" (secondo me) viene usato per indicare Do5#, sigla che mi sembra più chiara. Comunque do5 è classficata: http://www.jazzitalia.net/articoli/accordisigle.asp
  6. Chiaramente Zazzi, faccio qualche domanda per capire meglio. Per gli accordi puoi dare un occhiata a questo link http://www.jazzitalia.net/articoli/accordisigle.asp Quando trovi in un accordo la sigla sus vuol dire che la terza dell'accordo ha ceduto il passo ad un'altra nota caratteristica. Nel caso specifico la sesta visto che compare nel siglato... per cui ci deve essere un la Sostanzialmente da quanto ho capito, vuoi rintracciare una tonalità in base a degli accordi, la tonica è il primo grado di una scala...per cui cerchi la scala. Il basso da solo non ti dice la tonalità, serve analizzare la sua armonizzazione. Nel tuo primo esempio il do7 potrebbe rappresentare il primo accordo di fa maggiore (o minore) in una modulazione Esempio: do mi fa al basso Potresti essere in do maggiore o in la minore ...come fare a capirlo? la-/do mi7 fa....la minore do do7/mi fa....do maggiore (...e perchè no fa maggiore?) Ecco che il basso da solo non ci dice nulla
  7. Più che "enfatizzando", sta "eseguendo"...chiaramente il colore strumentale sarà diverso dalla chitarra ... Do sarebbe la tonica della scala di do maggiore e la fondamentale dell'accordo di do7 (che dovrebbe avere il sib e non si)...cosa intendi? Immagino alla fondamentale dell'accordo. >Immaginiamo chitarra che fa accordi Do7, DoM, Dosus6 > e sotto il basso che fa: SI, DO, FA. > Pongo la stessa domanda di prima: In questo caso il basso che ruolo svolge? se avesse dovuto >solamente seguire la 'tonica', avrebbe dovuto suonare > la nota di DO DO DO? Vale in discorso di prima, fondamentale e tonica sono 2 cose diverse. Sicuramente il basso può tenere anche il do per i 3 accordi, tecnicamente si chiama pedale d'armonia...ma il basso può eseguire qualsiasi nota dell'accordo, per cui anche sol sol la... Domanda, secondo te l'accordo di Dosus6 da quali note è formato?
  8. Domanda un po' dubbiosa, @Zazzi puoi avvalerti della possibilità di allegare immagini...magari riusciamo a diventare più precisi
  9. Riflettevo sulla lunghezza dell'articolo...giusto per restare in tema, io me lo sono letto tutto senza saltare una parola ma sotto sotto l'hanno fatto apposta, giusto per testare la nostra resistenza.
  10. Si parlava delle difficoltà di compendere quanto si legge...? http://www.ilpost.it/2014/04/07/leggere-online/ Ci sono differenze fra lettura online e lettura su stampa? «Il cervello è duttile per tutta la sua vita, si adatta costantemente», spiega Wolf, che è una dei massimi esperti mondiali sullo studio della scrittura e fu colpita l’anno scorso dalla scoperta di come sembrasse essersi adattato anche il suo, di cervello. Dopo un giorno passato sul web e leggendo centinaia di mail, si sedette a leggere “Il gioco delle perle di vetro” di Herman Hesse, e «non sto scherzando: non ci riuscivo. Era una tortura riuscire a concludere la prima pagina, non riuscivo a forzarmi a rallentare: selezionavo le parole utili, organizzavo il movimento degli occhi per raccogliere più informazioni nel minor tempo possibile. Mi vergognavo di me stessa». Il cervello non è progettato per leggere. Non ci sono geni per la lettura come ce ne sono per il linguaggio o la vista. Ma spinto dall’emergere dei geroglifici egizi, dell’alfabeto fenicio, dalla carta cinese e, infine, dalla stampa di Gutenberg, il cervello si è adattato a leggere. Prima di internet, leggeva soprattutto in modi lineari: a una pagina ne seguiva un’altra, e così via... Internet è diversa. Con tante informazioni, testo linkato, video e parole mescolate e cose interattive ovunque, i nostri cervelli creano scorciatoie per orientarsi, scorrendo velocemente su e giù e cercando parole chiave. È un tipo di lettura non lineare che è stato descritto anche in diversi articoli accademici. Alcuni ricercatori pensano che per molte persone questo stile di lettura stia diventando predominante anche quando abbiamo a che fare con strumenti di lettura più tradizionali. mmhmm Mi sembra molto interessante e forse (non so quanto) preoccupante
  11. ... e' qui sarebbe carino capire anche che valore da il pedale di risonanza
  12. Gran cosa l'ironia http://www.facebook.com/photo.php?v=607280396031693&set=vb.100002492157059&type=2&theater
  13. Secondo me merita una riflessione anche il siglato Jazzistico perchè assorbe l'esperienza del basso continuo riuscendo a rappresentare accordi complessi anche svincolandosi dalla tonalità...e un po' lo facevano anche i continuisti. Altra cosa da non sottovalutare è il tipo di uso che se ne vuole fare di questa cifratura. Se il fine fosse analitico e in un cotnesto tonale è un discorso, se il fine fosse più pragmatico e più legato alla pratica è un altro. Da non sottovalutare l'approccio degli strumentisti (già accennato anche da Thallo), che difficilmente quando leggono una partitura etichettano la verticalità delle note con una determinata sigla, istintivamente individuano cadenze, elementi strutturali di una composizione da ben evidenziare e il senso della forma...cito questo caso perchè ad esempio gli organisti sono strumentisti che si spingono verso il continuo e quindi più facilmente fanno un uso del cifrato diverso da un compositore o un musicologo e sconfinano nella composizione ma con una sensibilità diversa. Anche se è scontato, su un basso do fa re sol la...non guasta evidenziargli i gradi della scala I IV II V VI (soprattutto nei primissimi mesi di studio)...e adesso che ci penso, questa è una teoria applicata in alcuni manuali di armonia complementare notoriamente destinati agli strumentisti. Il discorso di Zedef sta in piedi se parliamo di un repertorio massimo ottocentesco, già la tonalità tardoromantica, e di oggi sarebbe difficilmente imbrigliabile in un unico centro...qualcuno dirà che oggi siamo già oltre la pantonalità, è vero...e in effetti ogni teoria ha i suoi "limiti" o megio: ambiti. Come dicevo un po' di tempo fa anche de la Motte non copre tutte le casistiche e in particolare alla classificazione del III grado...io uso da tempo una mia metodologia, l'integrazione di alcune tecniche tradizionali più qualche "aggiustamento" (mi riferisco alla tonalità).
  14. Dicevo che in passato, parlando con un amico docente d'Organo e composizione organistica, ci domandammo con quale metodologia fosse più adeguato instradare un allievo per imparare ad armonizzare un basso…cercando di individuare pro e contro. Si parlava di futuri organisti, per cui "materia prima" diversa rispetto ai compositori. Immaginavo che qualcun altro si fosse posto le stesse domande … potrebbe essere un documento utile anche a livello didattico.
  15. Eventualmente Bianca potrebbe fare una brevissima sintesi
  16. Ho ricreato il topic, chiaramente dovreste procurarvi il documento.... http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/3330-la-cifratura-ideale-degli-accordi/
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