Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

Super Moderatore
  • Posts

    3766
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    168

Tutto postato da pianoexpert

  1. spero di poter fare presto il tutorial richiesto. La preparazione è comunque un riepilogo delle fasi già esposte: Accordatura, regolazione, intonazione nonchè regolazione dei pedali. E' l'insieme di queste fasi. Inoltre, se il piano è destinato in via definitiva all'ambiente, si può prendere in considerazione l'anticipazione o il ritardo di partenza degli smorzatoi, a seconda se il suono risulti in quell'ambiente più o meno riverberante.
  2. Ognuno di noi ha dei tempi propri. Certo non si può studiare una sonata di scrlatti per un anno di seguito. Però, teniamo conto che anche quando siamo arrivati ad una conoscenza sufficiente per eseguirla, mettendola da parte, contunua a maturare dentro di noi. Straordinariamente, dopo averla suonata in concerto e/o eseguita ad un esame, continua la sua "maturazione". Certo, dopo un anno, la suoneremo ancora meglio....se l'abbiamo studiata bene. Dobbiamo sempre esaminare, dopo una seduta di studio, il valore aggiunto di questa fatica. Quello che ci rimane in più è quello che abbiamo guadagnato. Nel caso di Scarlatti, colgo due aspetti: La comprensione ritmico- armonca e la risoluzione delle abilità "tenciche". Nel caso della 33 ci troviamo di fronte ad una sonata polifonica, che non assomiglia né a Bach né a qualsiasi altro autore. La sua tessitura è "piangente". La trovo "drammatica" e trovo l'interpretazione di Horowitz straordinaria. Lui amava molto questa sonata e la eseguì in diversi concerti. Cosicché abbiamo diverse incisioni. Ascoltale, anche se non devi prenderle come "modello", cosa che appartiene a lui e solo a lui. Qui la difficoltà sta nel suono intenso e legato. Ciò, credo, non si possa ottenere se non con una buona partecipazione del braccio e della spalla. Quasi con "pressione". Non credo si debba sacrificare l'espressione. Esistono, credo due tendenze interpretative: 1) bisogna eseguire Scarlatti come sul clavicembalo cercando di ricostruire un suono, al pianoforte, che evochi quello dello strumento per il quale queste 550 sonate sono state scritte ( Essercizi per gravicembalo) 2) Attualizzare il suono sfruttando le possibilità del nostro strumento moderno, destinato all'ascolto di un orecchio del XXI secolo. Io non sono decisamente per una sola di queste scelte. Credo che alcune sonate siano più vicine al suono e alla brillantezza clavicembalistica e altre possano approfittare di uno strumento espressivo e complesso come il pianoforte. Voglio inoltre ricordare che il clavicembalo e il fortepiano, seppur più deboli di suono e di attacco, sono strumenti che sviluppano uno spettro armonico superiore a quello del pianoforte. Certo, il "transiente di attacco" sul pianoforte è potente e stimola "a dovere" l'orecchio moderno....molto più sordo di quello di quel tempo. Anche il nostro stato emozionale è diverso. A quel tempo gli entusiasmi "scoppiavano" più facilmente e frequentemente. Si pensi che oggi non riusciamo ad ascoltare un clavicembalo se siamo a metà sala. A quel tempo, la capacità audiometrica d'ascolto era molto più alta e si applaudiva in piedi dopo un passaggio particolarmente ardito o difficile......Altri tempi!!!!! Va bene non voglio dilungarmi. Inizia a mani separate e scegli una diteggiatura comoda per legare molto. Il pedale non deve essere però assente. Metti a mani unite piccoli episodi. Lentamente. Moltissima cantabilità delle parti tematiche. Auguri, non è una sonata delle più facili....ma è una delle più belle. Se vuoi mandami un MP3 di come stai impostando lo studio. Ciao Paolo
  3. Comunque, se vuoi, prendi anche in considerazione i due pianoforti proposti da noi nel settore usato. Conta che il SAMICK è come se fosse uscito dal negozio. Il coda è anche nuovissimo e suona bene, ma bisogna andarlo a vedere nei dintorni di Roma. Anche questo è un vero affare. Conosciamo tutte e due le persone e non accettiamo mai di promuovere strumenti dei quali non siamo sicuri della riuscita.Si tratta di vedere che tipo di strumento stai cercando.
  4. Se il piano è stato restaurato dalla Casa, non si chiede di meglio. Altro consiglio: Bisogna provare e riprovare il pianoforte. Da soli. Con calma. Io credo che se quello è il nostro strumento...lo sentiremo "parlare".Deve piacere a noi che lo suoniamo. Auguri (consigli tecnici: Ascoltare il suono di accordi nelle diverse regioni della tastiera. Sentirne la durata. Provare le note ribattute. provare le ottave. Provare una frase cantabile che ben conosciamo. Provare degli staccati. Provare sei suoni nei colori pianissimo, piano, mezzoforte, forte e fortissimo. Ascoltare come il suono cambia e valutarne la iacevolezza di questo cambiamento.) (Ovviamente con la garanzia della Casa si più tralasciare di controllare eventuali stati della tavola armonica, dei martelli, delle corde, della meccanica tutta.)
  5. Attenzione. possiamo cambiare tutto e migliorare tutto, ma è importante la condizione della tavola armonica e della sua "carica". Bisogna anche vedere che tipo di maturazione ha avuto la tavola stessa. La perdita della sua capacità di vibrazione e poi fessurazioni....ritiri...rigonfiamenti ecc... come pure le condizioni dei ponticelli.
  6. a volte mi piace scherzare e cogliere il lato ironico
  7. Io sono per la sostanza.Possiamo usare entrambi i termini....bisogna vedere cosa si fa e come!!!! Soprattutto dopo il restauro o ricondizionamento che dir si voglia è importante proprio che lo strumento non cambi identità!!! Identici martelli, identiche molle, ....bretellinie della stessa forma e colore, smorzatoi dello stesso spessore e lunghezza ecc..... Ci sono identità che influiscono sul funzionamento e altre che riguardano il look ( ad esempio il colore dei feltri e delle pelli....non certo la loro qualità!!) Ad esempio è importante riprodurre la stessa forma della martelliera originaria e la medesima foratura.....se possibile anche lo stesso colore del sottofeltro. E' evidente che se si agisce sulla sostituzione di alcuni materiali, vuol dire che erano usurati e di conseguenza, pur avendo uno strumento reso di nuovo efficiente, deve essere considerato usato. E' comunque importantissimo esigere di vedere i materali tolti ( ad es. vedere come era fatta la vecchia martelliera!). Anche una minima differenza può far perdere identità allo strumento
  8. mi sembra già di averti risposto. Guarda bene se non sono in errore.
  9. Complimenti Giacomo!!!!! Sono per le Estampes, se senti di possedere il tocco adatto!!! Altrimenti adoro la seconda sonata di Prokofiev.Bach- Busoni mi piace toccata e fuga in re maggiore. La ciaccona ( non sono sicuro se è in programma...)e poi ( dipende dal tempo) Avventurati nella stupenda sonata in si min di Chopin!!!!!!! Insomma da te ci si aspetta un diploma importante. Datti da fare!!!!!!!Buon lavoro!!!!
  10. Perchè...opere no??? "Del recitar cantando"!!!!!La poesia è presente moltissimo nella Musica. La metrica è sorella di tutte e due le Arti. Si veda come Mozart abbia lavorato sui libretti di Da Ponte e come Battisti sulle parole di Mogol. Quattro "anime" molto vicine e di grande spessore!!!!!!Penso questo. Non credo dissacrante avvicinarli e mi piace scoprire il grande parallelo che unisce questi due Mondi.
  11. Accidenti! prima di leggere la risposta di Simone, ero pronto a scrivere le stesse precise cose!!!!!!!Sto ragazzo me sta rubando er mestiere!!!!!!!
  12. A questa cosa della scordatura che ci sposta la posizione non ci avevo mai pensato. Però questo significa che ti ascolti molto, più di quello che il cervello deve "immaginare". Hai mai provato con un piano digitale o con una tastiera muta a suonare senza sentire il suono....Bhe, credi a me, dopo poco che decodifichi lo spartito e lo traduci suonando i giusti "tasti".....senti il suono!!!!!Provare a suonare un pezzo così. Possono accadere due cose: 1) senti il suono proprio come se il pianoforte lo producesse. 2) non riesci a suonare. Nella seconda, forse scopriresti che la tua memoria o la tua lettura era prevalentemente uditiva, cioè l'ascolto ti serviva TROPPO DA "GUIDA" La conoscenza migliore è suonare "spento" a memoria e a mani separate. Si può arrivare al suono interiore ( senza essere..Beethoven) Troppa tortura? Prova!!! P.S. D'accordo...poi bisogna avere il piano accordato....figurati se da Accordatore potrei sostenere il contrario!!! Anche da pianista sono d'accordo, soprattutto perchè la "scordatura" potrebbe inibire le scelte di pedalazione.
  13. proprio così. Però attenzione, per noi che siamo" dentro"alla nostra musica, quando studiamo, tutto ci sembra bello e tutto diventa una conquista, anche passaggi ripetuti in modo frammentario con molte fermate e a volte con qualche ostinata "impuntatura". Dal di fuori può diventare una tortura, perché chi ascolta non si aspetta quello che ci aspettiamo noi e non tollera quella "parzialità" continua della quale noi abbiamo forse bisogno in sede di studio. Spezziamo quindi una lancia a favore del povero inquilino......magari non molto amante della musica e forse troppo amante della musica!
  14. Parli degli acuti, ma non me li fai vedere. Comunque dai medio-acuti mi sembra che sia stata rasata alterando un poco la forma. Poi bisognerebbe vedere e sentire come è stata intonata. Bisognerebbe anche controllare la planearità delle corde e il parallelismo delle facce dei martelli. Inoltre, quando si rasano i martelli bisogna controllare il punto di battuta. Con i martelli rasati (nel verticale) il punto di battuta si abbassa rispetto al capotasto.
  15. esatto!!!!! Dammi del tu. Non pensavo di aver scatenato un così grande interesse!!! Grazie degli apprezzamenti. Ne sono felice e seguiterò a parlare della tecnica pianistica anche con riferimento al funzionamento dello strumento. A presto
  16. Leggo considerazioni molto belle e poetiche. Tutto, secondo me, parte dalla comprensione. C'è un percorso conoscitivo che porta verso la velocità e la facilità di esecuzione. Si pensi che la comprensione del pezzo ci conduce sempre ad una maggior facilità di approccio e quindi, progressivamente, ad accelerare i processi di esecuzione. Si provi con un pezzo dall'andamento andante...non penseremmo mai di suonarlo allegro vero? Eppure per gioco, una volta portato ad esecuzione col giusto andamento, proviamo a suonarlo con "molte tacche di metronomo" in più...ci stupiremo di essere capaci a farlo. Come mai?
  17. Bene .....vedo che sono in ritardo...le discussioni suo nostro Forum sono velocissime....Allora ..anche se in ritardo tido il benvenuto, Filippo, "amico dei cavalli" ( questo significa il tuo nome)...ora anche amico del Pianoforte. Benvenuto e buono studio.
  18. Auguri alla amica Kitty!!!!!!!!!

    Paolo

  19. Dipende da come è progettato il telaio in Ghisa. Quelli più grandi hanno bisogno di una traversa in più. Ma comunque non è una regola.
  20. Certo, ma qui non possiamo mica fermarci tutti, aspettando che i Padroni del Vapore ci "concedano" la loro benevolenza dall'alto del loro Potere indiscusso e assoluto. L'Arte deve essere Libera e riconosciuta a qualsiasi livello e non deve esistere una sola legittimazione. Esistono grandi musicisti dentro e fuori il Conservatorio. E tutti hanno il diritto di insegnare. Una ricchezza infinita. L'insegnamento e l'apprendimento della Musica devono prescindere dalle Istituzioni. Già in un Paese dove si fa molta fatica ad affermare l'importanza della nostra Musica, si spunano le Ali a chi contribuisce alla sua divulgazione. Magari poi, mandiamo Giovanni Allevi in Parlamento a dirigere il concerto di Natale e permettergli di "rappresentare la Musica in Italia". E' giustificato non solo il mio sdegno di modesto uomo, ma ache quello molto più autorevole di Grandi Musicisti che abbiamo in Italia e che, come in altri secoli, si dirigono e " vanno a dirigere" "altrove". Speriamo che questa legge che è certo passata inosservata, sia al più presto abrogata. Certo non teme il Referendum. Ne vedremo delle belle!!! Allora continuiamo tutti a studiare e suonare come prima. Con lo stesso entusiasmo, all'insegna della serietà professionale e dell'approfondimento. Buona Musica a tutti
  21. Essenzialmente i blocchi della tastiera servono a determinare il punto di battuta dei martelli. Negli acuti è determinante per un buon suono e per evitare rotture delle corde. La vite grande serve a determinare la fine dello spostamento del telaio quando si spinge il pedale "una corda"
  22. In realtà quando si abbassa il tasto, il martelo colpisce la corda ancor prima che il montante di scappamento sfugga sotto il rullino. Questo avviene con un abbassamento abbastanza deciso. Quindi tu senti colpire la corda e poi vedi "scappare" il montante. La tangente ( o leva) di ripetizione si abbassa e il martello cade ( se forte, si para sul paramartello, altrimenti cade di uno o duo millimetri). Ciò non avviene nel tocco "pianissimo", perchè il tasto si abbassa lentamente e cavalletto e martello salgono lentamente. Tu hai la precisa sensazione che sia l'ultimo colpetto sul fondo del tasto che genera la decisiva spinta verso la corda. A volte è proprio il montante di scappamento che, sfuggendo sotto il rullino, nel ppp, determina la piccola e dolce decisiva spinta verso la corda.( apposta deve essere tutto ben regolato, altrimenti questo colpetto, nel ppp, non genera suono) In realtà è sempre il montante di scappamento che determina la spinta del martello verso la corda. Ma abbiamo due dinamiche e due sensazioni diverse.
×
×
  • Crea nuovo...