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Piano Concerto - Forum pianoforte

arcatoto

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  1. Intanto grazie per la risposta e condivido quello che hai detto, però per entrare un po piu nel dettaglio io mi riferisco ad un approccio alla tecnica in stile Dorothy Taubman (che a sua volta sembra venire da Ortmann); e se lo ritenete utile si può aprire un dibattito sull'argomento per sentire anche il parere di vari studenti e professionisti. "È vero che non esiste solo una "via" tecnica e per raggiungere un risultato" ed ognuno trova il suo modo e la sua strada": Si son d'accordo anche se per me non è totalmente vero. Mi spiego meglio. Siamo tutti umani e quindi abbiamo tutti la stessa anatomia, questo comporta che i movimenti naturali e ottimali (da fare con o senza uno strumento), per il 95% delle persone sono uguali, e da qui non si scappa. Quindi dal mio modestissimo punto di vista il fatto che venga insegnata (e peggio ancora esasperata) l'articolazione, le dita alte, la torsione laterale del polso (e non rotazione), la mano larga, i movimenti delle dita che non suonano e tutti i difetti/cattive abitudini che anche grandi professionisti hanno, credo che portano prima o poi a dei problemi tecnici, di affaticamento e peggio ancora fisici. La cosa che più non mi piace (specialmente nel mondo jazzistico) che molti grandi professionisti e didatti italiani che conosco, non dedicano tempo a sufficienza all'insegnamento della vera tecnica pianistica che secondo me è la base, il che non vuol dire come suonare o improvvisare a 300 bpm, ma invece quali sono i movimenti corretti e ottimali che il corpo (e non la mano) può o non può fare sullo strumento..... anche se tutto è possibile ma, come dicevo prima, anatomicamente la via corretta penso che sia una sola e una sola che poi ognuno può leggermente riadattare al proprio corpo. Per l'insegnate (mi riferisco ai metodi standard) basta che non fai eclatanti errori tecnici, che usi peso del braccio, e che il brano suoni bene, che vuol dire che tu non hai problemi tecnici, se non riesci ad eseguire determinati trilli o passaggi vuol dire che ancora non hai sufficientemente allenato l'articolazione, quando invece di articolazione ormai non dovrebbe esserci più traccia, visto che non è un movimenti naturale del corpo specialmente ad alte velocita di lunga durata. Concludo questa nota (anche un po polemica dovuta alle mie esperienze musicali) dicendo che secondo me, l'approccio di Taubman è quello che attualmente si avvicina il più possibile a usare il pianoforte in maniera più anatomica (quindi naturale) possibile... Ma chiedo anche il vostro esperto parere e opinione anche sulla didattica (soprattutto italiana)...... perche se quello che ho detto è in parte vero, perche molto insegnanti di un certo calibro non rompono le "balle" all'allievo nel suonare lo strumento nella maniera giusta curando i dettagli? Penso che questa riflessione dovrebbe farsi su ogni linguaggio musicale che si approccia, classica, jazz, ,latin, ecc perche lo strumento è sempre lo stesso: corpo e pianoforte. Grazie e perdonate la mia non capacità riassuntiva (sotto un piccolo esempio) https://m.youtube.com/watch?v=47w_6IKHA1M
  2. Buongiorno ho dei quesiti riguardo il percorso tecnico che penso ogni pianista debba prima o poi affrontare. Io pratico jazz da diversi anni Senza esser passato dalla letteratura classica pianistica (tranne qualcosa di bach ed affini). Sono consapevole del fatto che in questo modo la mia conoscenza tecnica è e sará sempre limitata (o peggio ancora alla lunga rischio ingiurie) rispetto anche ai grandi jazzisti contemporanei, il 90% dei quali arrivano tutti dal percorso classico completo; hanno approfondito quindi tutte le sfumature che il piano e il corpo permettono per poi dedicarsi completamente al linguaggio jazzistico. Dato che non sono piu un ragazzino, non me la sento di abbandonare tutto per dedicare anima e corpo ed anni ad un percorso puramente classico, ma vorrei lavorare sugli aspetti cardine della tecnica, sull'ottimizzazioni dei movimenti, sulla consapevolezza dei gesti... Perché adesso, anche se raggiungo determinate velocitá, riesco ad eseguire salti di ottava ecc con relativa rilassatezza, non ho a pieno la consapevolezza tecnica; infatti poi si arriva un punto di blocco che non puoi superare senza i dovuti dettagli. Sulla rete Due personaggi hanno attratto grande attenzione, i quali sembrano venire dalla stessa "scuola", che è quella che vorrei approfondire io. I nomi in causa sono: Alan Fraser & Edna Golandsky (ce ne sono altri ma questi 2 sia per concetti che spiegazioni mi han colpito maggiormente) Cosa ne pensate a riguardo? dicono cose che possono sembrare scontate ma vi assicuro che è difficile trovare insegnanti che approfondiscono determinati argomenti in questo modo. Molti insegnanti diventano virtuosi ma in fase di insegnamento non sanno spiegare a fondo i "segreti" che ci son dietro ad ogni singolo movimento (forse perche a loro volta hanno trovato un insegnante simile, che secondo me sono piu diffusi rispetto ad quelli a cui mi riferisco). Detto in altre parole, tutti i diplomati in cons hanno pressoché affrontato la stessa letteratura e tecnica strumentale, ma non tutti allo stesso modo e non tutti son voluti andare "in fondo alla tana del bian coniglio" (correggetemi se sbaglio) Per i pochi che sono arrivati in fondo al post volevo chiedere quindi se questo approccio alla tecnica appartiene ad una particolare "scuola" e se in italia ci sono dei docenti di riferimento ad essa legata (dato che i concetti non si possono imparare a pieno da youtube) Grazie mille e perdonate questa mia crisi mistica e spero che questo post possa aiutare anche altre persone e ragazzi che prima o poi devono affrontare lo stesso problema.
  3. Approfitto ancora del vostro sapere, evitando di aprire un'altra discussione. Ultimamente sto guardando molti video sulla tecnica e impostazione pianistica, e vedo che l'unico modo di imparare è qualcuno che giustamente ti corregge (anche millitricamente) la posizione e i movimenti della mano e pian piano interiorizzi (come ogni cosa). Il quesito è: il mio maestro è un noto jazzista e da buon professionista aveva anche terminato i 10 anni in conservatorio; il lato jazzistico con lui procede molto bene, il lato tecnico ... pure, ovviamente sto migliorando studiando bach e cramer, ma non mi dedica tanto tempo sulle correzioni posturali, di impostazione del movimento e di intenzione e interpretazione del pezzo classico (attualmente 5 preludi e 5 del cramer) che alla fine penso sia quello che ti sviluppa la tecnica ed una buona mano. I brani classici me li fa studiare prima suonandoli staccati/appoggiati curando bene le note e poi suonarli normale e anche molto veloci, per sbloccare anche la velocita della mano, ma non vedo in lui la figura dell'insegnante che ti rompe per mezz'ora su un determinato tipo di movimento. Io voglio imparare invece ad avere una buona mano ed esecuzione, senza grandi pretese (perchè l'ideale sarebbe 10 anni in conservatorio), ma quantomeno se un domani dovessi insegnare vorrei aver interiorizzato tutti quegli aspetti tecnici base che stanno dietro a qualsiasi strumento, pur consapevole che non mi permetterò di insegnare Chopin, perche il mio settore è un altro anche se dietro ci deve essere una buona tecnica (Franco d'Andrea so che ha studiato classica su autori contemporani, ma sinceramente non so se abbia effettuato il classico percorso accademico...non vorrei dire una bestemmia Perdonate la domanda apparentemente un po vaga, cosa ne pensate a riguardo? Mi consigliate di andare comunque avanti in questa maniera (visto che i risultati comunque ci sono) oppure sarebbe meglio affiancare un altro insegnante col quale affrontare un discorso prettamente di tecnica pianista (sui brani e non) ... Credo che Un buon Professionista deve conoscere tutta la tecnica del proprio strumento e poi aver approfondito uno o piu linguaggi (classico,jazz,latin,quello che è) anche se so che in giro non ci sono tutti insegnanti cosi... Ho scelto che non mi sentirò pronto x insegnare neanche ai bambini fin quando non ho ben capito al 100% determinati aspetti tecnici GRAZIE
  4. La tecnica di esecuzione con fermata sta dando i suoi risultati, affiancata anche da uno studio piu attento dei singoli movimenti tecnici del brano, isolandoli e volecizzandoli progressivamente. Inoltre il mio maestro mi consigliava gli studi del Cramer, dato che ho intenzione di approfondire l'aspetto tecnico (cosa che credo sia d'obbligo x tutti), e data l'etá non giovanissima (24 anni) penso che sia la cosa piu efficace
  5. Ciao, tutto molto chiaro, solo una cosa volevo chiedere in merito ai brani da ripassare almeno una volta al giorno, oltre a quelli da studiare. Dato il mio tempo limitato questo ripasso veloce (per tenerli sotto mano) è meglio farlo lento, a velocità di studio con metronomo oppure libero seguendo l'orecchio interno ? Grazie
  6. Infatti oggi ho provato a lavorare nel seguente modo sul preludio 3: esecuzione molto lenta (con occhi chiusi per visualizzare meglio mentalmente le note ed aug la concentrazione), poi velocità da studio con metronomo (sui 50 bpm su un tempo composto), ed infine esecuzione del brano libero, seguendo l'orecchio interno, ovviamente mi soffermo ogni qual volta si presenta l'errore. Durata dllo studio 40 min circa. Vediamo tra qualche settimana come evolveranno i 3 brani selezionati
  7. A livello stress fisico sembra tutto ok a queste velocità,è solo che non riesco a farli perfetti, alcuni punti (non sempre gli stessi) li sporco, però sento che tecnicamente la velocità di studio è giusta,quindi sembra più qualcosa a livello di memoria/concentrazione. Ovviamente in primis devo dimezzare i brani come anche da voi consigliato. Grazie per le risposte
  8. Ciao a tutti, avrei bisogno di alcune dritte per quanto riguarda lo studio di brani veloci. Io sto studiando prevalentemente piano jazz, e negli ultimi mesi mi sono dedicato anche allo studio dei noti preludi di bach del clavicembalo ben temperato e anche dei notturni non tanto complicati, ma veloci, di autori contemporani. Il "problema" è che faccio fatica a gestirli dato che ho in ballo i preludi 2,3,5 a circa 80 bpm abbastanza puliti e gli altri 3/4 notturni che hanno circa velocità uguali. Io ora come ora ne faccio girare un paio al giorno mezz'ora per ciascuno, prima a metronomo e poi libero ma vedo che faccio comunque fatica ad aumentare le velocitá. Voi cosa mi consigliereste, sono troppi i brani in ballo? E se nel caso ne leggessi altri li dovrò quindi considerare solo come letture e non studi, fino a quando non avrò terminato con questi? Grazie per la vostra pazienza
  9. Direi pianoforte, ma per il conservatorio posso chiedere meglio al mio maestro visto cheha la cattedra al dipartimento jazz, piu che altro volevo info sulla civica visto che non conosco nessuno come studenti
  10. Si intendo a milano, fare il conservatorio oltre ad avere un altro tipo di riconoscimento a livello legale (che interessa ma relativamente) per il piano ci sono 5 posti l'anno circa, quindi si presume che la preparazione sia piu mirata. Iil mio maestro insegna pure li al dipartimento jazz e tra le 2 me lo consigliava, ma questo non esclude la validita' della civica jazz Egidio quando intendi triennio e preaccademici ti riferisci alla civica? Comunque la mi intenzione era appunto questa, solo che a livello di materie volevo vedere come impegna
  11. Ciao a tutti, Io studio principalmente jazz e l'anno prossimo avrei intenzione di frequequentare un'accademia, per la preparazione completa che danno (anche se come ogni cosa e' soggettiva). Qui a milano c'e' la civica jazz di franco cerri, (meglio ancora sarebbe il dipartimento jazz del conservatorio ma ogni anno la seleozione e' molto dura) vorrei sapere se c'e' qualcuno di voi che frequenta o ha frequentato questa scuola, dato che lavoro e vorrei capire se la cosa fosse gestibile Grazie
  12. Eventualmente, se invece del feltro usassi il panno utilizzato per coprire la tastiera dato che è più reperibile? di solito è di raso, quindi probabilmente dovrebbe ostacolare meno il ribalzo del martello o sbaglio? anche se assorbe un po meno a livello sonoro fa niente
  13. grazie mille Simon stupenda descrizione... io sono possessore da un po di tempo di CP5, e devo dire che la yamaha mi ha sempre fatto impazzire per quanto riguarda la qualità del suono...la mia scelta verso questo piano è stata indirizzata anche dallo stupendo campionamento di Rhodes (a mio parere uno dei migliori in assoluto dopo averne provate tante)... però ultimamente sono diventato molto più esigente per quanto il discorso tastiera, e devo dire che questo è un punto a sfavore per Yamaha...l'idea era appunto di venderlo\scambiarlo per un roland\mp10 anche se mi spiace separarmene ... il roland ho gia avuto modo di provarlo, ma il kawai è quasi introvabile..ho sentito dei negozi di milano, ma non lo hanno in sede... attenderò ancora un pò.... (e poi i 30 kili mi intimoriscono un po eheh)
  14. Ciao a tutti, secondo il vostro parere quale degli stage piano presenti sul mercato ha una maccanica il più possibile fedele? i candidati sono: 1)Yamaha CP1\5 2)Roland RD 700 NX 3)Kawai MP10\6 e oltre la meccanica che ve ne pare del resto?
  15. scusami pianoexpert, sapresti indicarmi dove poterla acquistare on-line? parlo solo del panno sordina in feltro, poi la struttura ci penso io grazie
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