Jump to content
Piano Concerto - Forum pianoforte

thesimon

Amministratore
  • Posts

    4542
  • Joined

  • Last visited

  • Days Won

    264

Risposte postato da thesimon

  1. CIao Maverick, dalla foto non si capisce un granché bene ma ho visto che anche il soffitto è sfalsato. Considera che di norma più spigoli ci sono più si creano delle riflessioni. 
    La stanze studiate per l'acustica d'ambiente sono stanze che non hanno muri paralleli ma naturalmente dentro casa questo non è possibile. Ti consiglio innazitutto di mettere delle trappole per bassi agli angoli. A mio avviso sono tutt'altro che antiestetiche. Non vanno pitturate, oppure la pittura deve avvenire con vernice apposita che non sigilla le porosità che assorbono il suono. Dietro al pianoforte puoi assorbire e sulla parete opposta puoi mettere dei pannelli vibranti. Anche questi non sono un cazzotto in un occhi da vedere. Molte persone si creano autonomamente i pannelli vibranti facendo un telaio in legno ripieno di lana di roccia e coprendo il tutto con TNT (Tessuto Non Tessuto) o altre tipologie di tessuto che non sia Nylon o altro non traspirante. 

     

  2. Anche steinway si è tecnologizzata. Ha reinventato un sistema già esistente emulandolo a livelli incredibili. 

    Alta risoluzione nella velocity assicurano che sia riprodotto esattamente lo stesso suono del pianista che ha registrato. È possibile anche editare la registrazione in MIDI tramite App per iPad. Pazzesco!

  3. Registrare 16 tracce MIDI contemporaneamente richiede naturalmente che ci siano tante interfacce quante sono le tracce MIDI da registrare sui 16 canali in ingresso. Di norma non si sfruttano mai 16 tracce MIDI insieme. A me non è mai successo di vedere dei casi. Il protocollo MIDI è molto comodo per utilizzare i virtual instrument. Durante la composizione di un brano si registra una traccia alla volta. 

     

  4. Cari amici, 

    dopo l'ennesimo problema riscontrato sul servizio di hosting precedente, ho ritenuto necessario dare una svolta. Non era più possibile tenere una community con un database di quasi un milione di record, più di 200.000 file e un peso di quasi 20 Gb su un hosting condiviso per quanto espanso il più possibile a livello di performance. 

    Era necessaria una svolta; pertanto siamo passati ad architettura Cloud. 

    È un regalo che avremmo dovuto farvi prima ma purtroppo per problemi dovuti al poco tempo a disposizione che mi lascia il lavoro, ho sempre dovuto rimandare, ma ora era inevitabile. Ora deteniamo le "chiavi" per "accordare" il nostro server distribuito orizzontalmente su una fitta rete di computer che al crescere della community ci permetterà di ruotare semplicemente la caviglia per accordare la potenza di calcolo sulle esigenze, senza dover ogni volta reinventare la ruota.

    È una svolta importante questa. Troverete il sito molto più reattivo e questo passo mi ha dato anche l'occasione per rimettere mano alle pagine del sito che avranno importanti novità. Senza svelare troppe cose, pubblicheremo articoli che sarà possibile condividere sulle vostre pagine e sulla nuova pagina Facebook di Pianoconcerto. Un lavoro che dovrò fare un poco alla volta ma che, sono sicuro, ci darà enormi soddisfazioni. 

    Purtroppo sono stato poco presente in questi ultimi anni, ma il lavoro mi ha coinvolto su più fronti al punto che ero solito lavorare anche fino a mezzanotte inoltrata per consegnare in tempo i progetti che mi venivano affidati. Ora con il Covid riesco a trovare un po' di tempo in più...

    Questo 2020 credo abbia toccato profondamente un po' tutti. Chi più e chi meno abbiamo dovuto lasciargli qualcosa: chi, più fortunato, le abitudini; chi, meno fortunato, i propri cari. Era giusto cercare di fare qualcosa di bello per questo 2020, incrementando le potenzialità di una community, la nostra, che mantiene le proprie "abitudini" anche con il Corona Virus. 

    Ringraziandovi per l'attenzione colgo l'occasione per abbracciarvi tutti... Usciremo anche da questo brutto momento.

    Buona musica.

    • Like 1
  5. Mmmm non so quanto possa funzionare sinceramente. Parlo proprio a livello di estetica del suono. La risonanza dell'ambiente è funzionale al numero di riflessioni del suono diretto sulle pareti e subentrano anche dei parametri che hanno a che fare con la capacità del materiale su cui il suono riflette di rifletterlo (Coefficiente di Sabine). Con questo genere di approccio, tu stai prolungando il suono diretto ma non stai facendo nulla a livello di ambiente e per definizione la quantità di "ambiente" la ottieni proprio per effetto delle riflessioni che continuano a non esserci. 

    All'orecchio non allenato la cosa potrebbe anche piacere, ma secondo me per chi ha sviluppato un po' di capacità di estetica del suono, rischi anche di peggiorare la situazione. 

    C'è anche un altro discorso da fare... Soggettivamente tu che sei davanti al pianoforte sicuramente ne benefici perché sei quello che maggiormente risente degli effetti del suono diretto sia in ambienti molto risonanti che in ambienti secchi, ma chi sta in sala non credo che abbia una così bella sensazione sonora. 

  6. On 22/6/2020 at 06:10, francescochopin90 ha detto:

    Il riscaldamento muscolare propriamente detto spesso non è necessario, a meno che non siamo a temperature gelide. Il sangue umano è caldo e le mani sono irrorate di sangue. In realtà le mani non hanno bisogno di essere riscaldate, così come la voce, se non in minima parte, non minimamente paragonabile al riscaldamento di un atleta. Personalmente ho bisogno di riscaldamento, sì, ma di riscaldamento "mentale". Si tratta di prendere confidenza con lo strumento, eseguire degli accordi, suonare pp (il nostro tocco si gioca tutto sullo scappamento! Il resto della corsa del tasto ci serve per gestire l'energia nelle dinamiche e nei vari approcci tecnici), assaporare l'accordatura (si spera!), come vibra lo strumento, come risponde la sala. Ma anche entrare in sintonia con gli autori che andremo a suonare ecc. A volte anche stare da solo, in silenzio, giova molto: almeno su di me! 

    In pubblico (ma anche da solo) non faccio mai iniziare il brano dalla prima nota. Mi scelgo una frase musicale ben collegabile alla prima nota e.. la canto in mente! Mi aiuta anche dove occorre un attacco un po' più "sospeso". 

    Altra cosa è capire come  reagiamo psicologicamente a una performance. Personalmente tendo ad avere un tocco più impastato, lento, contemplativo all'inizio per poi diventare spigliato, articolato, estroverso nel proseguo. Bene! Sceglierò la mia scaletta anche in base a questa caratteristica! 

    Ogni individuo è a sé. Fisicamente, non esiste il freddo ma la quantità di calore. Se ci troviamo a spasso in una giornata fredda, il nostro corpo cede calore all'ambiente e dunque diciamo nel linguaggio comune che "si raffredda". Che il sangue sia caldo è un assunto che messo così significa poco. Se ci sono 0 gradi centigradi fuori ed hai le mani scoperte è molta più la quantità di calore ceduta all'ambiente che non il calore che riesce a restituire la circolazione del sangue alle mani (ecco perché si freddano le mani). Se fosse vero l'assunto che il sangue è caldo e quindi le mani sono calde nessuno di noi avrebbe mai le mani fredde perché il sangue riuscirebbe a restituire le calorie cedute all'ambiente in modo istantaneo. In quella zona che si "raffredda" invece, anche il sangue cede calore e si abbassa di temperatura. Ora ci sono persone che di base hanno un'ottima irrorazione degli estremi corporei, altri che ne hanno meno, così come ci sono persone che hanno la pressione sanguigna più alta e chi più bassa. Ne ricaviamo che con le mani fredde ognuno ha i suoi tempi affinché queste si scaldino. Io probabilmente soffro di scarsa irrorazione perché in giornate fredde le mie mani per ritornare a temperature che mi mettano in condizioni di suonare richiedono tempi biblici. Estremizzando, le mani congelate credo non permettano a chiunque di mettersi seduto e suonare lo studio op. 8 dell'Op. 10 di Chopin. 

    Ricordo in particolare una serata (avevo 15 anni) e stavo facendo ritorno dagli allenamenti con il motorino. Era molto molto freddo, ricordo molto bene che dovevo stare attento perché qualche giorno prima aveva nevicato e c'erano ancora lastre di ghiaccio sulla strada. Dimenticai i guanti e quando arrivai a casa non riuscivo neanche ad aprire e chiudere la mano tanto era congelata. 

    Come detto poi c'è chi supera questo Gap termico prima, chi dopo. Io appartengo ampiamente a questa seconda categoria e per me l'impedimento è proprio il contrario del tuo. 

    Mentalmente, anche in concerto sono sempre molto rilassato ed ho ben chiaro il concerto in testa già prima di salire sul palco. Abbiamo suonato insieme in concerto con Paolo e mi ha visto più di una volta anche in concerti da solista potendo constatare il mio stato psicologico di assoluta serenità e rilassatezza. Ma questo avviene a patto che le mie mani possano fisicamente fare quello che mi dice la testa come se ci fosse un filo unico. Con le mani fredde io non riesco a suonare e questo sì mi genera ansia. Pertanto prima di un concerto preferisco sempre spendere un'oretta (che non mi costa nulla) per scaldare bene le mani così da non soffrire di paure durante il concerto per i brani o semplicemente le battute tecnicamente più difficili. 

  7. 2 ore fa, Ivana ha detto:

    Buongiorno, è andata così, forse anche peggio, purtroppo io non ero presente, ci stava solo mio marito, e si è sfiorata la rissa vera e propria, il venditore arriva e praticamente smonta il piano alla meno peggio lanciando le cose e prendendo i tasti dal basso facendoli volare praticamente in aria, una scena terribile da quando mi ha raccontato mio marito, da lì le cose sono precipitate, discussioni a non finire, per fortuna il venditore è andato via lasciando il tecnico da solo per altre due ore, ha fatto tutto quanto, il piano adesso è perfetto, ma ci è rimasto l'amaro in bocca, per noi era un settimana felice per questo investimento per noi molto oneroso ed importante, alla fine rovinato da un maleducato che si da le arie da importare imprenditore, una vergogna, ha avuto solo fortuna che noi siamo persone per bene, altrimenti veramente finiva male.....mi meraviglio che ancora lavora così tanto....grazie a tutti per l'interessamento

    Se faceva un pezzo del genere sul mio pianoforte era lui a volare per l'aria!

  8. 17 ore fa, Ivana ha detto:

    Buonasera, alla fine la tastiera è stata messa a posto, non senza prima arrivare ad una lite con il venditore che insisteva sul fatto che andava bene così, mi dispiace perché abbiamo scelto un venditore rinomato e conosciuto in Abruzzo, siamo molto delusi per come si è comportato, però alla fine abbiamo ottenuto la riparazione, grazie dei consigli che ci avete dato!

    Quindi voleva anche avere ragione? Praticamente uno va in concessionaria, compra una macchina usata con bel motore 2000 16v 4 cilindri che va a 3 cilindri. Uno torna dal concessionario, gli fa presente la cosa e lui giustamente dice che è normale che un cilindro non funzioni. Poi uno insiste e allora porta il meccanico che naturalmente fa la riparazione (quindi per fare la riparazione è naturale che ci fosse qualcosa che non andava altrimenti non avrebbe riparato nulla), e il concessionario continua a dire che anche a 3 cilindri era uguale.

    Ma che attrezzi sono questi?  ????

  9. Il libro di Bettin è un libro bellissimo. A prescindere dalle tue competenze tecniche credo che rappresenti uno di quei libri assolutamente da avere per chi si interessa della tecnologia del pianoforte. Bisogna poi capire cosa intendi per "troppo specialistico", per me qualcosa di specialistico è una trattazione di argomenti con trasformate di Fourier ed equazioni differenziali. Non c'è nulla di tutto ciò in quel libro. 

  10. Ok allora il problema è chiaro... Due interfacce MIDI to USB inviano il segnale sullo stesso canale per questo motivo le tastiere suonano la stessa cosa. Hai 2 alternative...

    In alto sul channel strip puoi impostare un numero di porta MIDI che di default Logic setta su "All" ovvero prende in ingresso qualsiasi canale MIDI su cui venga generato un dato MIDI in uscita dalla tastiera (lo vedi in figura). 

    Schermata 2020-05-11 alle 09.15.24.png

    Una volta settato su 1 per la prima tastiera questa dovrebbe suonare correttamente ma è molto probabile che settando il channel strip della seconda tastiera su 2, questa non funzioni. Accade perché va settato il canale MIDI out anche sulla tastiera, quindi devi cercare di trovare sul manuale della tua tastiera le impostazioni per settare il canale midi.

    Ti ritroverai con un canale MIDI 1 per la prima tastiera e un canale MIDI 2 per la seconda tastiera che vanno d'accordo con i canali MIDI 1 e 2 rispettivamente settati sul channel strip di Logic. 

    In questo modo dovrebbe funzionare. 

    C'è un secondo modo se per caso la tua tastiera non offrisse la possibile di settare il canale MIDI out... Creare un Layered instrument, ovvero uno strumento composto da due strumenti, ci sono diversi tutorial online. Ti consiglio, anche perché è un modo più pulito, di optare per la prima soluzione che ti ho dato se le tue tastiere te lo permettono. 

     

  11. Dipende cosa intendi per multitrack recording. La multitrack recording può essere in tempo reale e non. Esempio:siete una band di 4 elementi e dovete registrare simultaneamente 4 tracce (una traccia per ogni strumento). Oppure può essere non in tempo reale, ovvero registri una prima traccia, torni all'inizio della registrazione e registra la seconda traccia che si somma alla prima e via dicendo per tutto il numero di tracce. Quale dei due casi?

     

  12. Ho approfondito molto negli ultimi anni il concetto di suonare a memoria. Pensa che fino a poco tempo fa (parliamo di forse neanche un paio di anni) non riuscivo a ricordare nulla a memoria, perché anche da bambino non sono mai stato "educato" alla memorizzazione dei brani. Alcuni celebri pianisti di cui il più rappresentativo è Richter era solito eseguire i brani con lo spartito davanti anche in concerto. È famosa una sua frase in cui giustificava il suo approccio con lo spartito perché evitando di memorizzare si poteva permettere di utilizzare quel tempo per imparare più brani da mettere in repertorio. Naturalmente ci sono pro e contro in entrambe le versioni. Attualmente nonostante sia riuscito a memorizzare una buona quantità di brani del mio repertorio non suonerei in concerto senza spartito. Mi è capitato spesso in concerto di non guardare neanche gli spartiti ma ormai la mia questione è di natura psicologica, come se avessi bisogno dello spartito. "Fobia" che avrei dovuto combattere da piccolo. 

    In ogni caso per la memorizzazione dei brani ci sono diversi tipi di approcci che sono complementari e che vanno a sfruttare diversi tipi di funzioni cerebrali. C'è una memoria meccanica, una memoria fotografica, una memoria sonora, una memoria armonica. 

    La memoria meccanica è quella che più palesemente ci aiuta nei passaggi con i salti. Il braccio si muove di una distanza che è ricordata dal cervello.
    La memoria fotografica è quella che ci aiuta a ricordare visivamente il movimento da fare sulla tastiera oppure lo spartito
    La memoria sonora è quella che ci ricorda come suona ogni battuta di quello che stiamo suonando dividendo il suono nelle due mani (tipicamente a chi gode di possedere l'orecchio assoluto, questa memoria annulla a tutte le altre, ma la dote dell'orecchio assoluto è qualcosa che statisticamente hanno in pochi).
    La memoria armonica si acquisisce studiando armonicamente il brano man mano che ci esercitiamo e ricordando tutte le tonalità che attraversa. A differenza della memoria sonora che funzione per lo più sulla linea orizzontale (ovvero quella melodica), quella armonica gioca un ruolo fondamentale a livello verticale ovvero sugli accordi. 
    Combinando tutte queste memorie, alla fine si riesce a partire dall'inizio arrivando fino alla fine del brano senza esitazioni in quanto una supporta l'altra in modo automatico. 

    Naturalmente per sviluppare ed allenare tutti questi tipi di memoria ci vuole tempo. Se prima leggendo il brano riuscivo a metterlo in piedi in 10 giorni, studiare una ballata di Chopin a memoria richiede molto più tempo. 

    Il metodo di chiudere gli occhi sembra sinceramente esagerato anche a me, quindi sono d'accordo con Paolo, e forse improduttivo perché ti obbliga a non utilizzare un'importante memoria che è quella visiva. A mio avviso queste cose sono più scene ad effetto nei film tipo "La leggenda del Pianista sull'oceano" e similari. 

    Parlando di memoria si deve arrivare ad un punto di consapevolezza in cui tutte queste memorie intervengono automaticamente senza doverci stare a pensare, cosicché la tua mente si possa concentrare sulla cosa più importante, stare nella musica e interpretare correttamente il brano. Naturalmente la memorizzazione è l'ultimo dei processi nella preparazione di un brano, alla base del quale c'è una buona preparazione tecnica. Non avere una buona tecnica ti mette in condizione di temere una particolare battuta ed è quello il momento in cui si perde la concentrazione e si rischia maggiormente di dimenticare o di commettere errori. La tecnica è il motore che ti permette di percorrere una strada in discesa al pari di una salita ripidissima. Se il motore singhiozza è molto probabile che tu riesca a percorrere una strada in discesa e in pianura ma potrebbe angosciarti l'idea di fare una strada con quella macchina in cui sai di dover percorrere una salita lunga e ripida. 

    La preparazione di un pianista impatta come vedi su tante variabili. Quello che ascolta il pubblico è il passo finale di un lungo lavoro che impegna il cervello del pianista a 360° e molti non immaginano neanche il lavoro, il più delle volte stressante e certosino che c'è dietro la preparazione di un brano da concerto. 

  13. La prima un bel tocco, ma interpretativamente non mi dice granché, manca la magia. Libetta, grandissimo pianista!! Andreetta mai sentito, ho provato a cercare qualcosa ma tutte cosucce (tipo il sogno d'amore di Liszt) che non sono sufficienti a esprimere un parere su un pianista, quindi vado a fiducia. La Vacatello brava. 

×
×
  • Crea nuovo...