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Piano Concerto - Forum pianoforte

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  1. Salve a tutti! Apro questa nuova discussione,perchè oggi con la mia professoressa di matematica,stavo parlando delle mie attività fuori dalle aule,e fra queste è spuntata la musica...Ella sostiene che la matematica c'entra molto con la musica e sostiene che chi è musicista è anche un pò matematico,e chi è matematico è anche un pò musicista...Io all'inizio ho dato ragione alla mia insegnante,ma poi sono rimasto nel dubbio...Esiste o non esiste il legame fra musica e matematica?E se esiste in che modo si manifesta?In questa discussione invito tutti gli utenti più esperti a rispondermi...Grazie dell'attenzione e mi raccomando rispondete!!!!!!!!!!
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  2. So che dicendo ciò che sto per dire avrò addosso molti di voi. Tutto questo dipende dalla nostra emotività. Sia la sudorazione che la cattiva circolazione che provoca le meni fredde dipende da un fattore emotivo. Molti bravi e conosciuti pianisti indossano addirittura guanti di lana prima del concerto o devono "scaldarsi" su di un pianoforte dietro le quinte (ammesso che ci sia). Si provi a "saltare a pié pari" questa fase e ad entrare subito nella Musica, pensando a tutto ciò che dobbiamo e possiamo esprimere. Dolcemente e leggermente si prenda confidenza con la tastiera e si cerchi di non pensare assolutamente agli impedimenti che il meccanismo mette in atto frapponendosi tra noi e il suono. Denis Devallant dice nel suo meraviglioso libro LE PIANO di pensare direttamente di suonare sulle corde. Del resto è l'eterna dannazione del pianista essere "lontano" dalla produzione del suono. Bisogna, secondo me, e non solo, trovare subito il contatto sincero con lo strumento affidandosi ad esso piuttosto che sfidandolo! Ed ecco che ritorna sempre il concetto che crescere con un riferimento giusto sotto le dita, ci fa capire "dove siamo" e non ci fa smarrire nell'assortimento del "gesto pianistico". All'inizio di un concerto scegliere quindi un pezzo che ci fa prendere confidenza con la tastiera, senza richiedere troppe raffinatezze. Maurizio Pollini, nei suoi giovanili concerti, dopo già aver vinto il concorso Chopin di Varsavia, apriva spesso con la suite op. 14 di Bartok per poi affrontare un denso programma dedicato a Chopin. La suite, tutt'altro che facile, è però un buon pezzo di apertura, con un primo tempo di forti sonorità, dove si può ben provare anche gli effetti del pedale di risonanza. E' invece utile respirare profondamente e controllare che non aumentino i battiti cardiaci. Questo può influire nella alterazione della velocità dei tempi. Consiglio di leggere anche il bellissimo libro di Monique Dechsaussé ( spero si scriva così) " L' HOMME E LE PIANO" Ultimo suggerimento: pensare ,prima di inziare il pezzo, all'incipit...Quando inzieremo, saremo già "dentro la Musica"! Buono studio
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  3. Purtroppo c'è poco in rete ma se ne comprende anche la ragione proprio per le motivazioni già dette. Un libro interessante ma che presuppone già delle conoscenze è quello di Giovanni Bettin : Il pianoforte da concerto Steinway & Sons. Manuale di regolazione, accordatura, intonazione e messa a punto Comunque la categoria degli accordatori non si sta estinguendo ma lei ha perfettamente ragione nell'osservare che c'è reticenza nel diffondere questa disciplina . In Francia ed in Germania ad esempio ci sono scuole professionali che danno una preparazione accurata ed un diploma , qui no. Esiste un solo corso extracurriculare al Conservatorio di Santa Cecilia in Roma .
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