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Piano Concerto - Forum pianoforte

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Showing content with the highest reputation on 14/07/2019 in all areas

  1. È sicuramente un problema di natura psicologica. Ti sei convinto di suonare male e inevitabilmente non puoi che suonare male. Ultimamente sto suonando pochissimo per questioni di lavoro. Ti sto rispondendo da Reggio Calabria, dove mi sono recato una settimana per lavorare. Ho un collega qui di Reggio che ha un pianoforte e proprio ieri ci ho perso una mezz'oretta a suonare prima di cena. Anche suonando poco so di non poter più eseguire una ballata di Chopin come la eseguivo suonando costantemente tutti i giorni quindi mi sono concentrato su brani sicuramente più facili da digerire, e li ho affrontati con la giusta sicurezza e cercando di godere della musica. Nonostante qualche piccola imprecisione non ho suonato affatto male. Cerca di pensare più alla musica e meno agli aspetti tecnici che anche per le condizioni climatiche molto calde, inevitabilmente tendono un po' a calare, specie se sei una persona che risente molto del caldo.
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  2. Ok questo è un discorso che mi piace di più rispetto a quello di prima. Ed è senz'altro più motivato. E' lo specchio di un'Italia che è proprio ridotta male. Che i professori di prima fascia non stanno molto in università è vero ma per fortuna o forse per sfortuna, dipende dai punti di vista, ce ne sono pochini. Ormai la fatica la fanno solamente i ricercatori, che non sono sotto pagati ma sono letteralmente sfruttati dalle istituzioni. Nel mio corso di laurea il personale docente è praticamente composto dai ricercatori. Circa l'80% sono ricercatori... Ripeto, non sono assolutamente tenuti ad insegnare, loro vengono pagati per la ricerca e basta. Lo fanno per noi e per l'università. Che bella Italia !
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  3. Io separarei quello che uno DEVE fare per contratto e quello che uno in realtà FA. Ti posso portare molti casi reali di docenti di Conservatorio che stanno a scuola (la chiamo "scuola" non a caso) 3-4-5 giorni a settimana, come altri che stanno a casa 3-4-5 mesi, e prendono lo stesso stipendio facendo, i primi, molte ore gratis. Se vogliamo parlare dei malcostumi e delle ingiustizie, nessun problema e sono pure d'accordo su molte cose. Ma non venirmi/ci a dire che i docenti universitari stanno 6 giorni in istituto perché è una chimera, specie quando il docente abita a centinaia di km dalla sede. Il tutto è nato dal fatto che i docenti del cons non sono in realtà docenti universitari e che il cons non è in realtà un'università. Titoli a parte, hai visto conservatori che abbiano: - mensa - aule studio - borse di studio (in qualche caso soltanto) - studentati dove dormire - laboratori accessibili - possibilità di dottorato - ecc..? La mia "contestazione" nasce dall'inizio, NON siamo università.
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  4. Lascia stare le leggi entra in università e guarda. La maggioranza dei miei professori sono lì tutto il giorno, tutti i giorni escluso un giorno alla settimana. Alcuni di questi con contratto a tempo determinato da ricercatore (grazie a quella idiota della Gelmini) che guadagnano 600 euro al mese e devono fare ricerca e didattica, che non gli compete, perché non ci sono professori di prima fascia per coprire le cattedre ! E mi vieni a parlare di leggi ? Conosco moltissimi professori di conservatori. Vanno in conservatorio due giorni alla settimana, la mattina insegnano ed il pomeriggio studiano per i loro concerti, se ovviamente hanno una carriera concertistica. Non parliamo di leggi almeno in italia dove per la COSTITUZIONE ITALIANA dovrebbe esistere il DIRITTO AL LAVORO, il DIRITTO ALLO STUDIO ma per favore... Quando sento sparare leggi così a tabula rasa mi viene solo da ridere. Le leggi in Italia funzionano in modo pratico e veloce solo quando è lo stato a dover prendere i soldini, mai il contrario. Un mio amico ha dovuto chiudere l'attività perché dopo due anni lo stato ancora non gli pagava il lavoro fatto in una scuola. Ci rendiamo conto ? Se però tu non paghi una multa da 50€ dopo 60 giorni va in mano a equitalia e se non la paghi entro un anno c'è il rischio che ti mandano l'ufficiale giudiziario. Bisogna entrare nei posti e guardare le cose, altrimenti si rischia di fare lo stesso errore che fanno tutti i politici presupponendo cose e leggiferando senza sapere un caxxo di come realmente stanno le istituzioni. L'anno scorso ho avuto un professore di programmazione, che già lavorava al Centro Nazionale Ricerche, ma che è dovuto venire ad insegnare gratis in università per fare un favore a quelli della segreteria perché l'università non aveva soldi e noi non avevamo un professore di programmazione. Ripeto, SENZA STIPENDIO. Ce lo diceva sempre e quando noi gli chiedemmo il perché venisse a lavorare gratis lui ci disse: "Perché ho due figlie della vostra età e spero che nella vita troveranno delle persone come me", e se non ci credi lo faccio collegare e te lo faccio dire da lui in persona. E con questo ho detto tutto... Questo paese di m.... va avanti solo grazie al buonsenso delle persone che ancora non sono scese in piazza a prendere a calci nel di dietro questi politici corrotti che sono tutti uguali. E' solo per una sorta di bene comune latente che si va avanti altrimenti sarebbe già finito da un pezzo.
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  5. Uhm.. I professori universitari, a norma di quanto dispone l'articolo 6 della legge 18 marzo 1958, n. 311 hanno "l'obbligo di dedicare al proprio insegnamento, sotto forma sia di lezioni cattedratiche, sia di esercitazioni di seminario, di laboratorio o di clinica, tante ore settimanali quante la natura e la estensione dell'insegnamento richiedono e sono tenuti ad impartire le lezioni settimanali in non meno di tre giorni distinti". Il DPR 11 luglio 1980, n. 382, all'articolo 10 ha stabilito che, "fermi restando gli altri obblighi previsti dalle disposizioni in vigore, i professori devono assicurare la loro presenza per non meno di 250 ore annue. In tale monte ore si comprendono: a) l'insegnamento ufficiale; le attività complementari, come seminari, laboratori, esercitazioni e il ricevimento studenti; c) la partecipazione alle commissioni d'esame e di laurea. I professori a tempo pieno sono tenuti a garantire la loro presenza per non meno di altre 100 ore annue che comprendono sia le attività complementari allo svolgimento dell'insegnamento nelle varie forme previste, sia lo svolgimento, nell'ambito di appositi servizi predisposti dalle Facoltà, di «compiti di orientamento per gli studenti, con particolare riferimento alla predisposizione dei piani di studio, ai fini anche delle opportune modifiche ed integrazioni sulla base dei risultati conseguiti dagli studenti stessi e delle loro meglio individuate attitudini e sopravvenute esigenze. Il nuovo contratto dei docenti di Conservatorio prevede 250 ore annue di lezione più 74 ore annue di altre attività didattiche, il tutto esclusi esami e commissioni varie. Non vedo la differenza. Se contasse solo stare nell'edificio qualche giorno in più, credo che molti lo farebbero (molti già lo fanno, tra parentesi..).
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  6. No, non c'era affatto ironia. Un professore universitario prende il doppio ma sta praticamente tutti i giorni in università. Un insegnante di conservatorio lavora due giorni a settimana. I conti falli te...
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  7. Sulle graduatorie, canto o altro che sia, il problema è molto semplice: l'arbitrarietà dei punteggi artistico-culturali delle commissioni dei singoli conservatori. Quello che per me vale 80 punti, in altro loco vale meno di 24 (il minimo). Probabilmente ciò verrà in parte superato con l'istituzione di una commissione unica nazionale che sancirà gli idonei triennio per triennio, e con la possibilità per i conservatori di chiamare alcuni docenti "per chiara (e motivata spero) fama", in particolare per i Bienni. Sulla relazione capacità didattica-attività artistica non ho un'idea unica: vi sono ottimi docenti che non praticano il concertismo o comunque non fanno attività, altri che proprio per la loro enorme attività non sono docenti (nel senso che non vi sono quasi mai e/o non sono motivati a insegnare: "oggi suono (ndr. studio) io e tu mi giri le pagine, è importante per un musicista anche saper girare le pagine agli altri".. vero, ma lo fai una volta ogni tanto visto che ti pagano per insegnare a suonare..). Una nota su quanto ha scritto TheSimon perché non ho capito se c'era ironia oppure è convinto di ciò quando scrive "In questo modo automaticamente insegnanti di conservatorio ora si ritrovano professori universitari ed ovviamente dovrebbero percepire anche gli stessi stipendi dei professori universitari". Lo stipendio di un docente di conservatorio varia dai 1400 euro circa (iniziali) ai 2200 (fine carriera, 35 anni) in base all'anzianità di servizio, quello di un docente universitario di pari grado (sia per ruolo sia per numero di ore) è circa il doppio.
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  8. D'accordo con tutti, con thesimon e Fedez. Soprattutto nei tempi anch'io mi sto rassegnando all'idea che molte delle riforme didattiche, non solo dei conservatori ma di tutta l'istruzione italiana, abbiano guardato troppo al lato economico. Questa cosa, però, ha portato, almeno nel mondo del canto, ad alcune strane conseguenze. In tempi di vacche magre per l'attività artistica, alcuni famosi cantanti hanno iniziato ad insegnare in conservatorio. Era quello che si chiedeva da decenni al conservatorio e che è successo naturalmente quando sono andati in pensione i vecchi bacucchi ed alcuni cantanti in carriera hanno deciso di farsi valutare i titoli.... sono ancora pochi e non tutti sono poi sto granché come didatti, eh, ma avere Gloria Scalchi come insegnante, o Monica Bacelli non è male. Di contro, qua un link al sito di Enrico Stinchelli, persona che mal sopporto ma che a volte c'azzecca... http://www.enricostinchelli.it/site/note/193-chi-insegna-il-canto-le-graduatorie.html Il mondo della lirica è quello, i nomi girano e si riconoscono. Come dire, leggi il nome di un docente di contrabbasso e non sai chi sia, allora più o meno ti fidi. Ma in Italia abbiamo stagioni liriche a bizzeffe, è imbarazzante che i nomi sui cartelloni non coincidano quasi mai coi nomi tra l'elenco docenti. Stessa cosa per le materie come storia della musica... quello è un mio cruccio personale, lo sapete. Considero scandaloso che non ci sia l'obbligo del dottorato per insegnare quelle materie.
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  9. La riforma è stata frutto di poca lungimiranza, senza dubbio. Il Conservatorio è sempre stata "Scuola" atipica in cui imparavi un mestiere (dico imparavi perché almeno qualche chances di lavoro all'epoca c'era) ma per motivi di vario ordine (in primis sindacali e di lusinghe verso i docenti innalzati allo status di universitari, a parole..) è stata scelta una strada a mio parere non adatta. Il vecchio ordinamento andava svecchiato nei programmi di studio e d'esame, e casomai per rendere spendibile il titolo anche a livello internazionale (motivo della riforma, vedi Processo di Bologna) si potevano aggiungere 1-2 anni di specializzazione. Vabbè, ormai è andata così e non torni certo indietro. I principali problemi emergono dagli interventi precedenti: - sistema ingessato, senza valutazione della qualità e del lavoro (ma arriverà.. l'Anvur è dietro l'angolo) - studenti senza prospettive reali (salvo i casi più unici che rari). I programmi di studio e d'esame sono una delle poche cose che salvo della riforma, a patto che il singolo istituto abbia fatto delle scelte intelligenti. Altro problema: l'autonomia delle scelte. Oggi nei trienni/bienni ogni conservatorio ha percorsi di studio, programmi ed esami diversi (problema già affrontato in un altro post, mi pare da Thallo): per me è assurdo. Prendo Composizione, come esempio: ammissione al triennio che varia dal corale bachiano alla fuga.. ha senso?
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