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Piano Concerto - Forum pianoforte

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  1. Grazie per l'interesse! Ho ottenuto un 7/10 (oltre al basso avevo un contrappunto di quarta specie, una risposta ad un tema dato di romanza e un'orchestrazione per quartetto di un pezzo pianistico) e mi ritengo più che soddisfatto, l'insegnante mi ha chiarito diversi punti che a me erano rimasti vaghi e ne sono rimasto molto felice. Non mi si spegne questo amore così puro per la musica!
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  2. Com'è andata? L'ho ascoltato e non mi sembra così orribile; ha la sua gradevolezza armonica ...effettivamente, anche all'ascolto, manca tutta la parte contrappuntistica.
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  3. Se mi è permesso vorrei riportare un poco la discussione su un altro piano. Premetto che non sono un compositore. Sono solo diplomato in pianoforte ( anzi oggi si direbbe laureato, secondo il vecchio ordinamento) e quindi ho sostenuto soltanto l'esame di armonia complementare, come tutti i pianisti. In seguito ho studiato un programma di 4° di armonia principale, che però non ho sostenuto. Sia nel corso complementare che principale è "cosa" abbastanza primitiva saper armonizzare una melodia o un basso, prima per iscritto e poi, magari al pianoforte, sempre osservando le principali, poche e "sane" regole che vanno a far parte del nostro DNA di musicisti( no quinte e ottave parallele, la terza non si omette e non si raddoppia, la quinta si può raddoppiare e si può omettere ecc..)Poi scopriamo che su ogni grado della scala può esserci un accordo e che con questo sufficiente "giochetto" possiamo usare la "scala armonizzata"....poi possiamo valutare e classificare gli accordi di settima, inquadrando tutto in una armonia più ricca ecc..Se sconfiniamo nelle sonorità del '900 ...addirittura tutto si frantuma, cadono le gerarchie armoniche e le Monarchìe....La tonica non è più il Re, la dominante non è più il primo ministro, la terza dell'accordo ( che decide il modo) non è più la regina e.....la sensibile ...non è più l'amante del Sovrano. Addirittura in altre modalità applicative dell'armonia moderna, nel jazz, compaiono none, tredicesime e via dicendo, che insaporiscono il piatto delle melodie datate e rivisitate per l'ennesima volta. Addirittura nel Blues qualche nota della melodia diventa incerta, oscillante, danzante, vibrante, specie nella voce umana e/o negli strumenti ad intonazione non fissa. La Musica, come ben metaforizza Massimo Mila, da ragazza tutte gambe e con poche forme, diviene una interessante donna matura, con grande fascino ed eleganza. Questa mia noiosa premessa per sostenere che siamo in un'era della Musica dove bisogna rinunciare al "banale" e davvero non confonderlo con la "semplicità". I vari Allevi ed Einaudi pensano di imporre una Musica semplice e alla portata di tutti e chi si affaccia ad assaggiare la loro musica finalmente la trova accessibile. Ovviamente si impara presto e si pensa che la banalità e la ripetizione esasperata delle figure musicali apra finalmente nuovi orizzonti. In aeroporto, in stazione, all Musikmesse di Francoforte...si sente provare a suonare spesso "le onde" di Einaudi...direi quasi, osservando il pianista, con un impegno e un "trasporto" simile a quello prodotto da una ballata di Chopin. Fenomeno dilagante e furbescamente commerciale, questo: far credere di dire qualcosa di facile e di interessante diretto principalmente chi si avvicina per la prima volta alla Musica. Io vedo in queste operazioni diversi svantaggi socio-culturali. Innanzitutto un allontanamento dalle vere conoscenze della Musica e dell'Arte. Una confusione seminata nelle nuove generazioni di aspiranti musicisti e nel pubblico. Una rinuncia a comprendere o almeno ad affacciarsi allo studio delle strutture musicali, in qualsiasi modalita esse si presentino, ( classica, pop, rock, jazz ecc..)per abbracciare proprio la " facile banalità" Bisogna considerare la necessità di avere a disposizione i "tools", gli arnesi e avere le conoscenze per usarli. Quindi è difficile o quasi impossibile suggerire ad un semplice "amante della musica" come concludere" una composizione"o come gestirla o come iniziarla ecc. Non basta applicare una ricetta o una sequenza di operazioni, come per pilotare un aereo non basta un pilota vicino a noi che ci dice quali bottoni e leve dobbiamo usare per tirare giù quel "bestione"....senza rischiare di farci male. Auspico invece un sempre maggiore avvicinamento allo studio e ai Maestri che possano trasmettere nozioni e conoscenze (anche non sempre strettamente accademiche) e soprattutto possano infondere e trasmettere, a dispetto del "fai da te", le loro preziose esperienze. Non me ne vogliate per queste mie "consolidate" convinzioni.Grazie di avermi letto così a lungo Buono studio a tutti
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