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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Credo di si'.Va vista da vicino e casomai ordinare il pezzo oppure creare una nuova trasmissione di leve. Se si fosse dissaldato, va smontato e portato a saldare ( a volte queste aste sono fatte di lega metallica e una semplice saldatura non tiene...ma è tutto da vedere. O si salda o si fora e si ricava un asse guarnito per evitare qualsiasi rumore. Bisogna vedere che sistema è stato usato. Comunque ti ho mandato un messaggio privato con i miei numeri.Se vuoi, chiamami. Paolo
  2. Anche se c'è una legatura a cavallo battuta, ti devi fermare sul battere( nota muta legata...però pensata) e da quella ricominciale a contare ( questa per la fermata con ripetizione, ripetizione cioè degli accenti!)Poi senza ripetizione con arrivo sull'accento forte e ripartenza senza suonare l'accento forte. Questa seconda è più difficile da governare, ma veramente efficace. Questo modo di studiare, proveniente dalla mia Scuola, era usato dal grande Francesco Bajardi, ultimo allievo di Listz. La mia insegnante Maria Pia Censi Gorini, alla quale devo tutto, era allieva di Bajardi e poi di Carlo Zecchi. Lei insisteva molto su questo modo di studio per arrivare facilmente alla velocità con controllo e chiarezza. Buono studio
  3. Ripetere tutto e non lasciare mai i brani per acquisire memoria muscolare... non lo trovo molto giusto. La memoria cinetica è quella della quale ci si deve fidare di meno. Le memorie sono tre: memoria cinetica, memoria conoscitiva e memoria uditiva. Della prima abbiamo già parlato, ma affidarsi solo a questa( seppur utile in brevi passaggi molto rapidi e di raccordo armonico)è però pericoloso. Ripetendo, ripetendo, si pensa di aver assimilato il pezzo, ma in una condizione emozionale diversa, la memoria del movimento potrebbe cambiare e non trovare più i riferimenti sicuri! Inoltre tale memoria fa i conti, cineticamente, con il tipo di strumento che incontriamo: un altro strumento più o meno "difficile" ci altera il movimento assimilato dalle tante ripetizioni. Anche quella uditiva ci può aiutare, ma non è sufficiente ad assicurare un buon risultato. Solo quella consapevole e conoscitiva è sicura. Sapere che cosa avviene armonicamente con punti di riferimento affidati alla conoscenza delle modulazioni. Questo ci fa percepire momento per momento "dove siamo" e in caso di incidente ci da' la sicurezza di aggrapparci al successivo passaggio "conosciuto". Per verificare se ciò esiste, bisogna essere capaci di riprendere il brano da qualsiasi inizio frase o frammento. Questa maturazione della conoscenza ci permette anche di non "ricominciare sempre da capo", perché "conosciamo" quello che suoniamo. Un'altra prova conoscitiva è studiare la sinistra da sola e anche a mani separate a memoria.Nel caso del Gradus. ad esempio, c'è tempo per ripetere e ripetere! Le 24 ore servono anche ad approfondire la fase finale dell'esecuzione, ma ciò avviene bene se il brano si conosce bene. Lo stesso per Bach, che va conosciuto non solo per come viene trattato il tema( specie nelle fughe), ma soprattutto per come si sviluppano le parti complementare ( controsoggetti...ecc..) ai quali bisognerebbe, in esecuzione, rivolgere ancora più attenzione del tema, ormai "scontato" Insomma sapere come sono costruiti i brani e non "leggere per leggere". Tu sicuramente sei in una situazione di mezzo e quindi prepara Bach e Clementi in modo da lavorare bene nelle 24 ore, mentre i brani, la sonata, gli studi di virtuosismo cerca di approfondirli, quasi come se li dovessi suonare a memoria. Lo studio con fermata ti fa contemporaneamente superare le difficoltà della velocità, il giusto movimento cinetico, la conoscenza dei frammenti....ma non ti fa perdere l'accentuazione del brano! Due tipi. Fermata con ripetizione alla partenza di ciò che sta sull'unità di tempo e/o di battuta e successivamente quella senza ripetizione. Quando si decide di andare da un accento all'altro, MAI fermarsi! Succeda quel che succeda! solo dopo si analizzeranno gli errori all'interno! E poi di nuovo in velocità e chiarezza tra una fermata e l'altra. Buono studio
  4. Credo che tu stia lavorando bene. La prova di cultura riguarda per prima cosa il proprio strumento e la letteratura dello strumento stesso. Altre lettura utili e piacevoli: Il pianoforte di A. Casella. Quello che ogni pianista deve sapere di Finizio. Anche l'Arte del pianoforte di Nehaus ( spero si scriva così....)( ma anche molti altri come il manualetto di G Sandor- come si suona il pianoforte ecc...). Se mi posso permettere, poi, poiché la data non è così vicina, io farei 3 giorni Beethoven, 3 giorni Chopin ecc. Per Bach dividerei il lavoro impegnando almeno 3 giorni per un gruppo di 5 preludi e fughe, parallelamente ai pezzi e alla sonata di Beethoven. Così pure per Clementi. Il principio che, a mio parere, governa lo studio è quello di insistere sugli stessi brani per alcuni giorni e non lasciarli prima che si instauri una ulteriore gradino di maturazione. Si pensi alla metafora dell'acqua sul fuoco: cerchiamo di farla bollire e non spegniamo sempre prima. Spegnere prima potrebbe significare dover rimandare l'acqua ad una nuova crescente temperatura per riavvicinarsi di nuovo all'ebollizione ...con evidente dispendio di energia. Altra indicazione, da me suggerita in molti post, è quella di studiare vicini alle velocità di esecuzione. Capire subito quali saranno i gesti, i movimenti, in presenza del giusto tempo è fondamentale. Ci si può servire, in velocità, della fermata, con ripetizione o senza, sull'unità di tempo o sull'unità di battuta, al tempo giusto. Studiare lentamente non è sempre buona cosa. Distingure poi da " lentamente" dal "rallentato". Bisogna anche, nel ripasso ad un tempo lento, ( magari per chiarirsi alcuni passaggi che "non ci entrano in testa")mantenere gli accenti e non aumentarli. Se un pezzo vivace è in 2, ripassandolo al "rallentatore" si devono conservare i due accenti e non trasformarlo in 4 o in 8!!!! Buono studio Paolo
  5. Puoi vedere i miei tutorial sia di tecnologia del pianoforte, sia di tecnica pianistica. Non tutto, ma qualche principio viene enunciato. P.S. Certamente con queste temperature non è opportuno studiare molto::::😀
  6. Il pianoforte, come ho detto in molti altri post, deve avere il suo peso di abbassamento e il suo peso di ritorno alla tastiera. pensare di alterare i due pesi è contro il buon senso. Naturalmente qualcuno diffonde il principio che su di una tastiera più pesante si possa acquisire più' capacità tecniche, ma ciò è completamente errato. Nello sviluppo della tecnica pianistica, non è opportuno pensare di "far muscoli" per essere più abili. Dopo un buon periodo di "impianto", l'allievo deve aver acquisito i concetti di articolazione, gravitazione, pressione e rotazione e altri coordinamenti tra i piccoli e i grandi muscoli. Però tutto deve avvenire fuori tensione. Solo così si svilupperà l'energia che gli permetterà di "governare " la tastiera. Poche parole non bastano per illustrare i buoni principi di base. Il Maestro, sicuramente, guiderà in queste acquisizioni. Un buon libro che consiglio è "come si suona il pianoforte " di Georgy Sandor. P.S. Sconsiglio completamente l'uso della sordina, "marchingegno" inventato per incoraggiare l'acquisto di un pianoforte per chi vive in appartamento. ..."Vede, Signora, ...così la bambina quando studia non disturba i vicini"- Niente affatto ! I vicini sentono ...eccome!. L'unico che non sente è il povero studente, che perde completamente il riferimento del suono in proporzione all'energia applicata. Una volta tolta la sordina, si troverà completamente "da capo" nell'imparare a gestire il suono. P.P.S. Comunque è opportuno verificare questa sensazione di troppa morbidezza, che, tecnicamente, potrebbe anche dipendere da una eccessiva "lentezza" della meccanica, cioè di un non giusto attrito dei perni della meccanica stessa che provocherebbe un eccessivo "traballamento" dei martelli o dei cavalletti o dei montanti di scappamento. In questo caso si devono ripristinare i perni delle forcole e controllare le guarnizioni delle asole di scorrimento centrali e anteriori della tastiera.
  7. Grazie a te dei complimenti. Come detto già nei tutorial, questo forum e i tutoria da me registrati non hanno il fine di formare dei tecnici, ma di fornire ai pianisti quelle conoscenze per meglio orientarsi ad individuare le proprie insoddisfazioni riguardo la messa punto del nostro strumento. Tuttavia, qualcuno si cimenta, iniziando da piccoli interventi facili e che non compromettano definitivamente l'assetto del proprio pianoforte. E' invece indispensabile conoscere questo complesso strumento per non confondere i limiti delle proprie prestazioni pianistiche con i limiti delle sue prestazioni tecniche. Solo così si riparte da una situazione di chiarezza e di crescita delle proprie abilità tecnico-musicali.
  8. Benvenuta Sammi , Mi fa piacere che ami così tanto il pianoforte! A presto Paolo
  9. Le foto sono visibili, ma non riesco a capire bene che cosa sia successo. In genere l'asta verticale finisce, in alto, con una punta che va in un gommino forato. Mi sembra che fino a qui ci siamo. In basso si dovrebbe collegare con l'asta orizzontale con un altro perno libero in un foro sull'asta orizzontale.
  10. Non conosco questo articolo. Comunque la chiave tradizionale, credo sia molto efficiente purché sia ben equipaggiata. L'importante è che sia estensibile e abbia i beccucci Hale di ricambio
  11. ogni Casa ha il suo livello dei bianchi che può cambiare anche da modello a modello. Tale misura , partendo dal tavolaccio può partire da 58mm fino ad arrivare a 64 per alcune code. L'affondo dei bianchi è intorno ai 10 mm con 45 mm martello-corda. La proporzione deve essere tale da ricavare un afterthouch di circa mm 1,00-1,50. Ne parlo nei miei tutoria (se non ricordo male). I neri sono di circa 12mm più alti rispetto ai bianchi e dovrebbero rispettare, a mio avvio, il medesimo aftertouch dei bianchi
  12. con Nick ci siamo sentiti telefonicamente, quindi conosco il problema e lo abbiamo dibattuto. Vorrei fare alcune considerazioni di carattere Musicale e di carattere tecnico. Diciamo che quando sediamo al pianoforte, dobbiamo considerare che siamo abbastanza lontani dal suono che produciamo. L'approccio ottimale sarebbe, idealmente, quello che ci fa immaginare tutta la meccanica, fino al martello che percuote la corda, come un prolungamento delle nostre dita. Ciò FA I CONTI COL BUON FUNZIONAMENTE DELLA MECCANICA CHE DEVE AVERE I GIUSTI ATTRITI e far si' che ci sia giusto il peso di abbassamento dei tasti, ma soprattutto il giusto peso di ritorno . Il buon rapporto tra questi due valori e una buona regolazione produce dinamicità alla tastiera e ci permette di suonare con facilità i passaggi difficili. Anche la piombatura della tastiera non deve essere eccessiva. Per esempio una meccanica alla quale vengono sostituiti martelli troppo pesanti e con tastiera bilanciata aggiungendo piombatura non avrà la stessa dinamica di una tastiera meno pesata. Questo è importantissimo per il nostro buon approccio allo strumento. Col tempo, i martelli si segnano contro le corde, il suono diviene più brillante , forse troppo.....e noi ci abituiamo a tutto ciò...fino a che sentiamo però l'esigenza di ottenere un suono più compatto. Ciò non è possibile se non sostituendo i martelli dello stesso tipo, misura, foratura e inclinazioni. La vita del suono ritorna all'inizio, ritorna a quel suono al quale non eravamo più abituati...e allora sentiamo lo strumento poco sonoro. A meno che non sia stata errata la martelliera o la regolazione, i martelli stessi si segneranno col tempo, producendo via via un suono più aperto. La rasatura, come già detto, con successiva intonazione modifica la geometria della meccanica e, riducendo la distanza tra apice e anima di legno, genera un suono sicuramente più duro ( anche se compensata da tentativi di intonazione) Se questa successiva intonazione viene fatta in modo eccessivo e nelle zone errate del martello, l'intervento può essere irreversibile. La regolazione anche può influire sul suono. Ad esempio uno o due decimi in più di affondo potranno rendere il pianoforte più sonoro, come pure un leggero aumento della distanza martello-corda. Sarà cura del tecnico, in seguito, recuperare rapidamente queste leggere variazioni di distanza utilizzando degli spessori. Sarebbe anche il caso di soffermarsi a parlare di tecnica pianistica, ma voglio solo dire ( come ho ripetuto altre volte) che il suono ottenuto da una maggiore gravitazione, unito alla preparazione di una martelliera in modo omogeneo, genera un magnifico cantabile. Si ascolti i dischi di Rubinstein, dove la destra suona sinceramente forte e legato anche nel piano. Da lui dichiarato che la "sincera" gravitazione, specie della mano destra, affidandosi di più al sostegno delle dita, produce sicurezza e cantabilità. Una martelliera, per esempio divenuta molto aspra, troppo brillante ecc... scoraggia il pianista a produrre questo "suono lavorato in profondità" e lo abitua ad un minore appoggio sul fondo del tasto. Quando si cambia la martelliera viene cambiata, questo minore appoggio, gravitazione, produce un suono che "fa fatica ad uscire" specie nel cantabile. Il grande pianista, il che ho avuto la fortuna di ascoltare dal vivo e con il quale ho parlato più di una volta, non si risparmiava di esemplificare spesso a noi, giovani ragazzi ( e non solo- ne parla anche Pollini), assetati di segreti, questa modalità di approccio. Vi assicuro che il peso delle sue dita sulla nostra spalla era impressionante. Naturalmente questo sviluppo di energia non proviene da "prove muscolari" bensì dal controllo della nostra muscolatura "fuori tensione". Segnalo il meraviglioso libro di Monique Deschausses "l'Home e le piano" che tratta magnificamente proprio questo concetto. Della stessa autrice il libro sui 24 studi di Chopin. ...Il francese è comprensibile ... Faccio sempre troppe chiacchiere...... Buona Musica
  13. La rimozione puo' essere fatta a vapore oppure con liquidi stacca parati diluito in acqua. Dipende da quale colla è stata usata . Usare solo colla naturale a bagnomaria. le nuove guarnizioni dovranno essere incollate con dei cauls calibrati a seconda del tipo e del calibro dei perni tondi e ovali.La scelta dello spessore del cachemire e, soprattutto la qualità, devono essere rigorose.Escludere, per l'incoraggio, le comuni mollette che non fanno sufficiente pressione"parallela" sulle pareti delle mortase e sono piuttosto imprecise. E' necessaria, poi, la speciale pinza per correggere e calibrare, dopo l'incoraggio e il tiraggio, la scorrevolezza dei tasti. E' un lavoro che richiede qualche esperienza
  14. Quel tipo di molla ( molla tipo Hertz) si carica tirando fuori la parte superiore spingendola all'esterno dolcemente. La parte inferiore serve per scaricare senza tirarla fuori, ma accarezzandola e spingendola dolcemente con l'apposito piccolo attrezzo ad uncino o ad L.Come già detto in altri post, il martello, lasciando dolcemente il tasto e quindi la parata del paramartello, deve salire netto, deciso, ma senza saltare. Naturalmente sulla carica della molla influisce l'attrito del perno della forcola dell'ostina. Questo non deve superare circa i 5 gr. Se eccessivo, la molla richiede più carica e ciò aumenta la durezza del tasto, già alterata , dall'eccessivo attrito. Niente lubrificazioni o eccessiva carica della molla, quando ci sono attriti. BISOGNA SOLO CAMBIARE I PERNI( MAGGIORANDOLI E ALESANDO LE GUARNIZIONI DELLA FORCOLA CON ALESATORI DRITTI E NON CONICI). solo così sarà ripristinato il giusto peso di abbassamento recuperato un ottimale peso di ritorno. Al contrario, perni troppo lenti, faranno ballare e stressare le teste dei martelli nel momento di impatto con le corde, rovinando sempre di più l'apice e stressando sempre più anche i fori delle guarniti delle forcole.
  15. pianoexpert

    ciao

    Benvenuto Giuseppe . Hai dei pianoforti interessantissimi. Dai una occhiata ai miei video Tutorials, potresti trarne utilità. Ciao Paolo
  16. pianoexpert

    Gerbstädt

    Non riesco a vedere la foto. In quanto al pianoforte, è difficile valutare a distanza. Bisogna sentire come suona e vedere come funziona.
  17. Non conosco le ultime novità, anche perché io non li uso. Sentivo dire che Verituer è abbastanza affidabile
  18. 45 non é tassativo per tutti gli strumenti. Sull'uniformità, anche Steinway dice di poter , da 47mm, scendere a 45 nel cantabile. Può essere non uniforme distanza martello-corda pur rimanendo fissato l'affondo
  19. difficile spiegare scrivendo. Comunque ci si serve della stessa barra del pedale. Si alza la stessa fino a far toccare le leve degli smorzato all'altezza voluta. Si blocca la barra con uno spessore di tenuta. Poi si svitano uno ad uno le viti dei singoli smorzatoi lasciandoli cadere a contatto della barra senza toccarli. si stringono con cura le viti. Stringendo le viti, lo smorzatoio, per effetto della torsione della vite sul ferro, potrebbe cambiare allineamento. Allora con una pinza si gira dolcemente il ferro fino a che data precisa sulle corde. Non è un lavoro facile. Ci vuole pazienza e competenza. Meglio consultare un tecnico
  20. Caro Paolo, non credo sia possibile mettere un silent su di un pianoforte d'epoca e casomai il lavoro + il materiale supererebbe il valore di un digitale , ottimo per studiare. Inoltre le misure e i progetti, caso mai si trovassero, sono pensati per i moderni pianoforti ( 88note, ecc..). Inoltre, tutto questo per sfruttare una tastiera che forse ha ragione di funzionate in relazione al fortepiano così "come deve essere". Invece devi valutare se il restauro possa ridonare al pianoforte un valore storico e affettivo. Cioè "salvare" uno strumento storico. Quando si fanno questi lavori si unisce un documento con foto e relazione perché appunto accompagni nel tempo la vita dello strumento. Bisogna vedere se il somiere è veramente da sostituire. La tavola si può sicuramente riparare. Certo, ci si deve accontentare di un suono d'Epoca, perché bisogna misurare lo sprofondamento dei ponticelli e la relativa carica della tavola( la tavola ha una "bombata" che nel tempo si abbassa. Di conseguenza l'angolo di pressione delle corde sui ponticelli si avvicina allo zero e la trasmissione del suono alla tavola diminuisce. La tavola stessa si irrigidisce nel tempo. Insomma tutto da vedere e valutare. Al di là di questa soluzione non vede possibilità di adattare sistemi che non sarebbero, tra l'altro, compatibili. Tutto detto in "soldoni". Ci sarebbe da esaminare e scendere in particolari strettamente tecnici.
  21. Come ho ripetutamente detto, e' difficile valutare a distanza. Dopo cosi' tanti anni possono essere fatti molti interventi, non ultimo la rasatura della martelliera. Bisogna valutare di persona ( con proprio tecnico di fiducia)oppure ....fidarsi.
  22. Non riesco ben a capire il problema dalla tua terminologia .Quale cucchiaio? forse il rumore è dovuto al ritorno dello spingitore sotto il rullino? magari bisogna allentare la molla della leva di ripetizione o forse il livello del montante è troppo basso rispetto al livello della leva di ripetizione...c'é una proporzione tra i due!
  23. Uno dei miei Maestri, Pietro Righini, scrittore di fondamentali libri di acustica per i musicisti e non solo, mi disse un giorno, dall'alto dei suoi 90 anni, mentre chiedevo a lui un consiglio al telefono: " Un consiglio vale poco, può darsi che dopo un'ora non serva più a niente....." Ognuno di noi , casomai, può dare un suggerimento secondo le proprie esperienze. In questo caso, secondo me, la tenacia e la perseveranza potrebbe portare ad un risultato. Risultato difficile? Obiettivo difficile?...Ma tutti i risultati e tutti gli obiettivi sono difficili. I tempi attuali sono difficili in tutti i campi. Per gli Ingegneri, per gli Insegnanti, per gli Scienziati ecc... per i Musicisti lo sono sempre stati! La cosa opportuna è darsi un tempo, trascorso il quale possiamo tirare una linea.....e analizzare che cosa non è andato ... o che cosa abbiamo raccolto( non solo in termini monetari bensì anche di esperienze)( Si può studiare moltissimo e con grande sacrificio, ma acquisire nozioni. Ci vuole L'Esperienza. Nozione+Esperienza=Conoscenza). Scoraggiarsi annulla gran parte delle energie da impiegare per il percorso. Alcune domande dobbiamo farcele: "Che cosa so fare"? " Quello che so fare è utile? E a chi?" . Questo prima di scegliere, casomai, un altro lavoro. Nella Musica, e non solo, Il talento è alla base. Quindi farsi ascoltare da un bravo pianista, che possa, liberamente, esprimere la sua opinione in merito alla preparazione e, appunto, al talento. E' difficile anche per nomi internazionali procurarsi concerti, perché non esiste o almeno scarseggia il pubblico disposto ad uscire da casa per venire ad ascoltare musica dal vivo. Cioé il pubblico dei concerti. You Tube e i social sono nemici. La pandemia e la guerra hanno falsato ancor più la visione della Bellezza. Oggi possiamo ascoltare gratis un grande pianista e possiamo vederlo suonare e non valutiamo quanto il video e l'audio "filtri" la Bellezza della performance. Ci stiamo chiedendo che cosa ne sarà della Musica e dell'Arte in genere. E' un secolo e mezzo che ci poniamo questa domanda, senza trovare una giusta risposta. Quindi non c'è una precisa risposta neanche alla tua domanda.Seguitare o lasciare. Ti auguro di poterla trovare. Solo tu puoi rispondere...però mi viene in mente, che se c'è passione e talento , qualcosa di positivo succederà. Non succederà molto, invece, trovando un "lavoro qualsiasi", dove sarai costretta ad "operare", ma privata dei "ferri del mestiere" che ben conosci. ....Parlo sempre troppo e non so se le mie opinioni, del tutto personali, ti possano essere state utili e soprattutto...opportune. Saluti Paolo
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