Lestofante Postato Marzo 21, 2012 Report Share Postato Marzo 21, 2012 L'ho sentito nominare da un amico, inizialmente pensavo fosse un suo modo di dire, poi ha cercato di spiegarmi cosa fosse ...ma non ho capito. Idee? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Dilettante Postato Marzo 21, 2012 Report Share Postato Marzo 21, 2012 ...lo stavo giusto chiedendo io Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Frank Postato Marzo 22, 2012 Report Share Postato Marzo 22, 2012 Direi che il discorso è molto intricato ed è un po' complesso da trattare, però si può dire qualcosa...almeno spero Praticamente è un accordo che viene denominato di tonica di sensibile, di solito trovi la “l” posposta alla “T” (tonica) che deriva dal tedesco “leitton” (che vuol dire sensibile), indicando così il rapporto melodico semitonale che si ha tra la nota do dell’accordo di tonica e la nota si dell’accordo di tonica di sensibile, ovvero accordo del III grado Per capirci esempino considerando come tono di riferimento Do: - accordo di tonica: do mi sol (T) - accordo di tonica parallelo, ovvero accordo del VI grado: do mi la (Tp) - accordo di tonica di sensibile, ovvero accordo del III grado: si mi sol (Tl) che analogamente per il modo minore: - accordo di tonica minore: la do mi (°T) - accordo di tonica minore parallelo, ovvero accordo del III grado della scala naturale: sol do mi (°Tp) - accordo di tonica minore di sensibile, ovvero accordo del VI grado: la do fa (°Tl) Vedi il saggio di Ernst Kirsch: "Natura e struttura della teoria delle funzioni armoniche" In alcuni testi puoi trovare convenzioni differenti, come la lettera “g” al posto della “l”, denominando i rispettivi accordi non come accordi di sensibile, bensì “contraccordi” (vedi il Manuale di Armonia di Diether de la Motte). 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Lestofante Postato Marzo 23, 2012 Autore Report Share Postato Marzo 23, 2012 Frank, troppo difficile per me ... non ci ho captio molto, ma lo sospettavo. Ero incuriosito dal termine e pensavo ad uno "scontro"...insomma, andavo per metafore. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
AleGozzo Postato Marzo 23, 2012 Report Share Postato Marzo 23, 2012 magari puoi dare un'occhiata a questa dispensa sul DeLaMotte, è free http://www.maurobouvet.it/BIBLIOGRAFIA_files/M.Bouvet%20TEORIA%20FUNZIONALE%20DELL%E2%80%99ARMONIA.pdf 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Talentuoso Postato Marzo 24, 2012 Report Share Postato Marzo 24, 2012 magari puoi dare un'occhiata a questa dispensa sul DeLaMotte, è free http://www.maurobouv...0%99ARMONIA.pdf Grazie Ale Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Talentuoso Postato Marzo 24, 2012 Report Share Postato Marzo 24, 2012 Frank, come mai nel °TI la sensibile non c'è? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Frank Postato Marzo 24, 2012 Report Share Postato Marzo 24, 2012 Frank, come mai nel °TI la sensibile non c'è? Nel modo maggiore in realtà esiste anche l'accordo di sottodominante di sensibile, ovvero accordo del VI grado: mi la do (Sl) Andando avanti nell'esempio del modo minore: - accordo di sottodominante minore: re fa la (°S) - accordo di sottodominante minore parallela, ovvero accordo del VI grado: do fa la (°Sp) - accordo di sottodominante minore di sensibile, ovvero accordo del II grado abbassato (scala napoletana): re fa sib (°Sl) - accordo di dominante minore: mi sol si (°D) - accordo di dominante minore parallela, ovvero accordo del VII grado della scala naturale: re sol si (°Dp) - accordo di dominante minore di sensibile, ovvero accordo del III grado della scala naturale: mi sol do (°Dl) Nel modo minore la "l" compare: - accordo di tonica minore di sensibile, ovvero accordo del VI grado - accordo di sottodominante minore di sensibile, ovvero accordo del II grado abbassato (scala napoletana) - accordo di dominante minore di sensibile, ovvero accordo del III grado della scala naturale La teoria funzionale deve la sua nascita a Hugo Riemann, studioso della seconda metà del XIX secolo; io sto proponendo considerazioni in relazione alle revisioni successive, che hanno corretto alcune impostazioni rigide della formulazione originaria, adeguandola in modo più efficace alla pratica musicale e alle caratteristiche effettive ed evidenti dei brani musicali della letteratura tonale. Quello che conta è la funzione che un accordo rappresentata all’interno di una tonalità, sia a livello principale che a livello secondario: 1. la funzione di tonica è rappresentata a livello principale dall’armonia del I grado, e a livello secondario dalle armonie di III e VI grado; 2. la funzione di sottodominante viene rappresentata invece principalmente dall’armonia di IV grado, e secondariamente dalle armonie di II e VI grado; 3. la funzione di dominante viene rappresentata a livello principale dall’armonia di V grado e a livello secondario da quella di III grado Come noti..."sensibile o non sensibile", gli accordi sono accomunati da una determinata funzione e tornando a Riemann (nel suo saggio utilizza i numeri romani per indicare gli accordi), lo stesso afferma che tutte le successioni armoniche sono riconducibili a ben definiti modelli: T-S-D-T T-S-T-D-T e ogni successione può essere variata e/o ampliata attraverso alcuni procedimenti, fra i quali la "Replica". Questo è un passaggio impegnativo: definendo che S-T come “antitesi” e D-T come “sintesi”, la replica di antitesi e/o sintesi consiste nel duplicare le rispettive coppie di armonie con altrettante coppie di corrispondenti armonie secondarie, da anteporre alla coppia principale o da farle seguire in successione -------------------- Esempino: in T-S-T-D-T si avrà T-S-T-Sp-Tp-Dp-Tp-D-T Sp-Tp rappresenta la coppia secondaria di S-T (ovvero Sp : S = Tp : T), quindi la replica dell’antitesi, successiva ad essa Dp-Tp rappresenta la coppia secondaria di D-T (ovvero Dp : D = Tp : T), che in questo caso precede la coppia principale. -------------------- Ovviamente non è necessario che le armonie secondarie siano tutte parallele, potendo essere indifferentemente parallele o di sensibile, purché la successione abbia senso musicale e armonico. Spero di aver risposto. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Talentuoso Postato Marzo 25, 2012 Report Share Postato Marzo 25, 2012 Veramente molto chiaro, grazie. C'è qualcosa di specifico su Riemann? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Zazza Postato Marzo 25, 2012 Report Share Postato Marzo 25, 2012 Altro materiale http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:7ZHuHHVGLQgJ:fabio734.interfree.it/Teoria%2520funzionale.PDF+armonia+funzionale+di+hugo+reiman&hl=it&pid=bl&srcid=ADGEESiefI4Ykyu6AwEbCIYwU_MgFxin3dVi2pFeB5Rl4SNfzBkt9ULD9vAaJ_IQXuOUB6Pfn1TAUe3XzKFb2IdFKclDPstBGdk7YuVkSs12wiOuJ8zkgbzjwkW84K9Oh6CeS0b_Foc0&sig=AHIEtbTNuyvRG--kfp4yn4gzQ1N59gqHLg C'è qualcosa di specifico su Riemann? Dovrei cercare, sicuramente Riemann credeva fermamente nell'esistenza fisica dei subarmonici, cosa che già quando lui era ancora in vita fu smentita...un aspetto molto affascinante nelle sue teorie. 1 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Dante Postato Novembre 25, 2013 Report Share Postato Novembre 25, 2013 Grazie a tutti per le belle spiegazioni...argomento non facile dove non ci ho mai capito veramente fino in fondo .... Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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