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Piano Concerto - Forum pianoforte

Lezione Di Tecnica Pianistica N 5


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Una nuova lezione, che fa rendere conto che la tecnica che ho imparato negli altri anni passati ha un diverso approccio, una "filosofia" diversa. Indipendenza delle dita, polso rigido, passaggio del pollice sotto con nessuna rotazione del polso (nel piano parallelo alla tastiera) e molto altro ancora.

 

Una visione completamente diversa, ma che da alcuni pianisti ancora utilizzata. Avranno le loro buone ragioni?!?, oppure impostazione di una tecnica pianistica ormai superata?!?(Io mi sono fatto una mia idea e appena avrò un po' di tempo, mi confronterò con chi la pensa diversamente).

 

La mia domanda non è riferita alla lezione in particolare, ma riguardava un aspetto più generale. Come si trova un maestro per prendere lezioni?? Se ipotizzando che abbiamo una certa visione di come vogliamo suonare, come si fa a rendersi conto che l'insegnante ci porterà per la strade che vogliamo percorrere??Le risposte potrebbero essere banali, ma non per me.

 

Stando alla ricerca di un Maestro e avendo poche conoscenze nel "settore" mi risulta difficile pensare alla prima mossa.

 

Ciaoo

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Intanto Paolo...GRAZIE! Questa quinta lezione come tutte le altre sono sul serio una miniera per tutti.Pensa che io ho studiato con una tecnica inesistente ed errata ma resomi conto che i risultati tardavano in qualche modo ad arrivare mi sono rivolto ad un altro maestro che utilizzava prorpio questo tipo di approccio. Mi fece infatti ripartire con le cadute e le ( Flessioni ) sul tasto, partendo anche da esercizi fatti in piedi con le braccia sole che dall'alto venivano rilasciate sui fianchi associati ad esercizi con il coperchio chiuso della tastiera. In poco tempo presi dimestichezza con questo nuovo tipo di tecnica e cominciai a " Suonare sul serio ". Mi ha fatto piacere che hai parlato di Stravinsky dato che anche Kabalevsky ha scritto cose di grande utilità ed io iniziai la mia risalita con Bartok. Il MICROCOSMOS di Bela Bartok fù infatti una rivelazione e cambiò completamente il mio modo di suonare quanto quello di intendere la musica. Sembravano pezzetti per bambini fatti di due note ma....quanto devo ancora a quei pezzi! E...che difficoltà eseguirli nel modo corretto! Quando già credevo di averli ben eseguiti ed invece il maestro mi rimbeccava per dirmi che quella non era la caduta o il gesto giusto....che quello staccato non era eseguito come si deve o che il mio gomito usciva troppo in fuori per compensare un disagio delle dita o ancora... che il braccio e le dita erano troppo rigide.

 

Per quel che mi riguarda la tua è una gran lezione e ben fatta! Anche sul pollice ottima la cosa del passaggio e quel che hai detto della forza delle dita (indipendenza e diversa forza che si specializza a livello mentale con l'esercizio ).

 

Questa è comunque la tecnica Vitale? Da Eugenio Vitale...oppure fu coltivata grazie all'esigenza e la possibilità che gli strumenti di nuovo stampo richiedevano? Queste sono curiosità che non ho ancora chiarito. Ancora complimenti per mettere la tua conoscenza a disposizione di tutti. Ciao.

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Grazie Paolo, grazie allo staff del forum per quello che ci state insegnando!!

 

Io a parte il passaggio del pollice penso di aver una tecnica di base abbastanza in linea con quello che sto vedendo nei tutorials! Meno male!

 

Naturalmente ci sono molti gesti che dovro' assimilare meglio ed altri li dovrò acquisire. Nel contesto credo di potermi ritenere fortunato ad aver conosciuto il mio mitico maestro, colui che mi ha dato le basi di questa meravigliosa arte!

 

GRAZIE ANCORA!

Lorenzo

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  • 2 weeks later...

E' si... La "donnetta che ci ha fatto conoscere Schumann" come la definì Glenn Gould, che di certo non aveva grossa stima di Schumann. Pensa che sostenne addirittura che se non ci fosse stata Clara a suonare le sue "penose musichette non avremmo neanche saputo che fosse esistito" !! Glenn Gould aveva un suo mondo... Mi pare ovvio. Un interprete eccezionale e pragmatico con alcune scelte molto azzardate, che a me piace molto perché penso di aver capito come prenderlo ma... Questa sua affermazione proprio non la condivido. Schumann problemi neurologici a parte ebbe grossi problemi (autocausati) al quarto dito della mano destro, l'anulare. Dico autocausati perché si sottopose ad esperimenti per migliorare la sua tecnica pianistica ed invece perse l'uso di una mano, per questo si dedicò alla composizione. Clara sembra che avesse preso la sua via, per cause di forza maggiore poverina (ma anche lei poteva risparmiarsi un po') ma fortunatamente come è scritto anche nell'articolo trovò qualcuno capace di capire dove risiedesse veramente il problema...

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A me è piaciuta in particolare questa parte dell'articolo:

"massaggi e fisioterapia per sciogliere le tensioni muscolari, parlò molto con lei in una sorta di psicoterapia che mirava a restituirle fiducia e toglierle l'ansia. Soprattutto, non le proibì il piano come avevano fatto tutti gli altri: la spronò a suonare ritrovando il piacere di farlo, all'inizio dieci minuti per volta, ignorando il dolore. Oggi sappiamo che servì per restituire a Clara un rapporto positivo con lo strumento e soprattutto per "cancellarle" dal cervello l'associazione negativa fra il pianoforte e il dolore, associazione ormai automatica che contribuiva a innescare i sintomi. «Anche oggi la multidisciplinarità è fondamentale per guarire i musicisti con sindrome da sovraccarico".

 

 

Sono convinto che suonare debba essere un'attività anche fisicamente piacevole, perciò, ascoltare il proprio corpo, quando dice "basta", fermarsi.

Quando si prova piacere, anche fisico, nel suonare si è nella "lunghezza d'onda" giusta.

 

Mai provare dolore nel suonare, anzi provare, sempre, piacere.

 

Questo però non significa affatto che sia una strada facile da intraprendere per chi del pianismo ne fa un lavoro.

 

Resta però un'importante indicazione per chiunque voglia suonare seriamente, con impegno, senza necessariamente farne una professione.

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Suonare il pianoforte è un'attività che riempie il cuore di gioia a molti, ma la gioia che si prova può essere sovrastata dal malessere fisico, e si arriva fino ad odiare lo strumento.

 

Lo strumento tanto amato dalla voce così intrigante diventa il MOSTRO NERO e può far allontanare il giovane pianista.

Conoscere i problemi e saperli affrontare è importante...perciò se ne deve parlare, i modo tale che l'inesperto non pensi che il problema e in lui.

 

Speriamo bene!!!

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Funny Mendelssohn ebbe la possibilità di usufruire degli stessi insegnamenti dati al fratello Felix, condividendo numerosi insegnanti, fra cui Zelter. Mostrò, come del resto il fratello Felix, precocemente una grande abilità nel comporre musica. I frequenti ospiti del salotto di casa Mendelssohn, negli anni intorno al 1820, erano meravigliati dal talento dei due giovani fratelli Mendelssohn.

 

Però fu limitata dai pregiudizi del tempo nei confronti delle donne, pregiudizi sostenuti, pare, anche dal padre che tollerava, più che supportare, la sua attività di compositrice (sic!)

Egli le scrisse nel 1820: “La musica forse diventerà la sua (di Felix) professione, mentre per te può e deve essere solo un ornamento”

 

Per fortuna che il fratello Felix, invece, la supportava sia come compositrice che come artista, anche se era cauto (probabilmente per ragioni familiari) sull'idea che lei pubblicasse le sue opere a proprio nome. Lui comunque la aiutò ad arrangiare un certo numero di componimenti che lei pubblicò a suo nome, e lei in cambio aiutò lui con delle critiche che lui considerava molto costruttive.

 

Nel 1829, dopo un corteggiamento durato vari anni, Fanny sposò il pittore Wilhelm Hensel, che incoraggiava la sua produzione artistica. In seguito, le sue opere erano sempre suonate insieme a quelle del fratello durante i concerti che si tenevano nella casa di famiglia, a Berlino. Il suo debutto in pubblico al piano avvenne nel 1838, quando si esibì sulle note dell'opera del fratello, Piano Concerto No. 1.

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In effetti se ci pensi solo fino a 100 anni fa i diritti della donna erano finalizzati a fare figli e faccende di casa. Ricordiamo anche il diritto al voto, acquisito relativamente da pochissimo tempo, oppure a posteriori nella storia di Roma la totale impossibilità di partecipare alla vita politica. In alcuni paesi del mondo, mi riferisco ai paesi orientali, le donne soffrono ancora oggi di questi sopprusi... All'epoca di Mendelssohn... Basta rifletterci un po' su'...

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Non so come sia messo Paolo, mi aveva detto che questi giorni aveva da fare. Credo starà già pensando alla prossima lezione. Anche io non sono liberissimo. Appena avremo una giornata libera ci dedicheremo al prossimo video... Non vi abbandoneremo tranquillo !

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  • 7 months later...
  • 2 weeks later...

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