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Piano Concerto - Forum pianoforte

Andare In Velocita'


DanelePiano
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Come mai mi risulta molto difficile fare un esecuzione di un brano in velocità senza errori?? (Semiminima=88-92-100)

Mi succede nella suite francese n.6 corrente - bach e nello studio di moszkowsky n1 dai vingt petites études pour le piano.

 

Alle alte velocità fatico a tenere il braccio ben poggiato e rilassato come se volesse "alzarsi".

 

Grazie per ogni gradito suggerimento

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La rilassatezza la raggiungi quando hai una corretta posizione del corpo e della mano sul pianoforte. Sgabello regolato alla giusta altezza... Io ad esempio essendo molto alto, ho grossi problemi quando vado a suonare su altri pianoforti perché non entro con le gambe sotto alla tastiera, quindi suonando più distanziato non riesco a basarmi con la mano sulla tastiera. A casa sul mio pianoforte, al quale ho messo dei piattini per rialzarlo, la posizione è molto rilassata. Per prima cosa quindi valuta che sia giusta l'altezza del tuo sgabello e la distanza corpo-tastiera. Non far suonare solo le dita, fai suonare tutto il braccio. L'energia primaria da sfruttare deve essere la forza gravitazionale. Se il tuo braccio pesa 3 Kg per esasperare l'esempio, non ti dovrebbe essere difficile abbassare un tasto del peso di 60 gr alla peggio ! Per le note, smonta la porzione di brano che non viene in frasi e se il periodo è troppo lungo dividila in parti più piccole e studia solo quelle, magari per alcune volte anche a mani separate lentamente per capire la diteggiatura e le posizioni che la mano deve assumere quando suonerà in velocità. Quando ti sentirai sicuro di aver acquisito la tecnica giusta per superare quel passaggio riprovalo in velocità. Tieni conto che spesso il cervello assimila e ferma in memoria le nuove informazioni che ha acquisito durante il riposo, è molto facile dunque che dopo alcune ripetizioni magari incerte, il giorno successivo il passaggio che stavi provando sia assimilato.

Anche il cervello vuole il suo riposo.

Per suonare con il peso quando provi a mani separate tocca con la mano il tricipite e fai caso alle contrazioni. Non devono esserci, il peso deve essere trasferito da un dito all'altro (dipende sempre poi se stai suonando a velocità un portato, un non legato, uno staccato, un legato). In questi casi potrebbe essere necessario un altro tipo di tecnica. Per lo staccato si fa partecipare polso e braccio, per il non legato e portato si può articolare, per il legato bisogna essere ben basati e lavorare con il peso. Le soluzioni tecniche giuste sono quelle che ti permettono di affrontare un determinato passaggio senza l'affaticamento muscolare della mano e del braccio.

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Guest Gennarino

All'aumento della velocità si generano errori per diversi motivi. Solo per citarne alcuni:

1) Si contrae il tempo a disposizione per ciascun pensiero/movimento e, se esso non è ben coordinato, le informazioni relative a pensieri/movimenti precedenti/successivi si accavallano.

2) Si riduce il tempo disponibile per mostrare a sé stessi, prima di farli effettivamente, gli esiti delle mosse che si stanno per fare, con conseguente diminuzione del controllo.

3) Aumenta l'ansia di non farcela e l'ansia e la paura sono classiche (!) generatrici di errori.

4) ....................

5) ....................

 

La lista è enorme e sarebbe impossibile compilarla tutta, anche perché cose che rappresentano per uno difficoltà, per l'altro sono una passeggiata e, addirittura, cose che in un certo momento sono difficili, poi, con esercizio o atti di coscienza, diventano facili (può addirittura capitare il contrario!).

Ad esempio, qualche tempo fa, senza rendermene conto, basavo parte della memoria sulla diteggiatura e, insieme, sulle sequenze. Le due confliggevano, perché la prima si perde non appena manchi il sincronismo di un dito, mentre la seconda tende a farti cambiare diteggiatura a secondo di come raggruppi le sequenze. La soluzione ? Non ne esiste mica una sola, si può anche adottare la tattica di considerare secondaria la diteggiatura, basta non farsi distrarre dal fatto di scoprire un dito su una nota, mentre ci piacerebbe che ce ne fosse un altro.

Io, essendo poco bravo, ho optato inizialmente per privilegiare la diteggiatura che, però, tende a scomparire dalla mente se non esegui un brano per lungo tempo. Adesso, un poco più preparato, sto affrontando le cose in maniera diversa, attraverso le frasi.

Quindi, che dirti: vedi di capire quale è l'aspetto che ti disturba.

Nel Tuo caso, non riesco a capire se è il ritmo di scansione o il numero di note al secondo (o di cambi posizione) che ti danno fastidio. Sono due cose diverse e richiedono cure diverse.

In genere, poi, io ho trovato che molti problemi si risolvono facendo altro!

Ad esempio, un problema di errori nelle sequenza delle note si può risolvere tornando a solfeggiare e rilleggere lo spartito, piuttosto che ripetendo la battuta incriminata (perché, mettiamo, non era un problema di errata memorizzazione della sequenza, ma di posizionamento degli accenti, etc..).

 

In generale, è utile avere un livello adeguato di autocoscienza e, per questo, l'esercizio aiuta, ma aiuta tantissimo anche l'osservazione dei sintomi, quali l'affaticamento o l'ansia; a suonare ci si deve divertire, non tormentare.

 

Ciao

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La velocità è l'ultima cosa, ma non si deve sempre suonare lento. Che vuol dire?

 

Prima di correre devo imparare bene a camminare, altrimenti rischierò di cadere o di andare i sovraffaticamento. Camminare bene significa sapere dove devo mettere i piedi ( diteggiatura) e perché li devo mettere lì ( consapevolezza del testo). Osservare il mio coordinamento è fondamentale, mentre cammino. Osservare il mio coordinamento è fondamentale, mentre corro. Se devo percorrere una grande distanza, posso fermarmi percorrendo brevi tratti, velocemente. Una fermata, ma organizzata e stabilita a priori, mi fa riprendere fiato e mi fa osservare cosa è successo di negativo nel piccolo tragitto ( cioè studiare con fermata su ogni unità di tempo, suonando veloce) .

 

..Suonare lento e senza fermate è totalmente diverso che suonare veloci con fermate organizzate. Suonare sempre lento è errato; non è quello l'obiettivo. Suonare sempre veloce è errato; non riesci ad esaminare i frammenti. I due tipi di studio si devono alternare. Si scoprirà che le situazioni sono totalmente diverse e anche diverso il relativo coordinamento dei movimenti.

 

Farò degli esempi, nei video successivi

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  • 3 weeks later...

Grandissimo Paolo!! questo è parlare! Infatti i famosi appuntamenti....sono proprio questi di cui parli. Per quanto mi riguarda anche io sento una certa tensione nel suonare veloce e tutto sembra complicare le cose ma....la cosa più importante è darsi degli appuntamenti o punti strategici su cui riprendere per così dire fiato ed il gioco è fatto. E' normale che il braccio sia sospeso! Ma non deve essere rigido. Il fatto di sporcare le note poi è un viziaccio che in genere il cervello memorizza benissimo...e...questo secondo me i pianisti non possono permetterselo e non devono, permetterselo. Se sbagli una, due, tre etc. volte il tuo cervello le memorizza e sei costretto a fare il reset. Io in genere tornavo al lento e ripetevo. Il consiglio citando Paolo è che fino a che non hai la perfezione tra le mani non puoi sciogliere il guinzaglio. Come al solito però la tentazione di portare il pezzo alla sua risultante "finita" dal punto di vista uditivo e musicale ti fa dimenticare il resto ma......sarebbe meglio pazientare. Sai cosa mi ero escogitato tempo fa? Se ad esempio dovevo eseguire un presto o comunque un allegro modificavo mentalmente l'idea del pezzo provando a suonarlo come se si trattasse di un adagio, eliminando così quella tremenda smania che si prova quando si fanno lenti pezzi che sentiamo e sono, veloci, cosi dopo averlo fatto più volte avevo dei risultati in velocità ma....su questo mio metodo personale non confidare troppo anzi..ne chiedo conferma a Paolo, può essere utile? Spero di aver dato una mano.

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Si, tutto giusto, ma non dobbiamo dimenticare una cosa importante... Ovvero che in velocità cambiano tante cose ! Parlavamo anche di diteggiatura in altri post, la diteggiatura può essere giusta suonando lentamente ma in velocità ? Questo è solo uno dei motivi del perché si renda necessario non soffermarsi una vita nella lentezza ma cominciare a provare subito anche in velocità. Gli appuntamenti come simpaticamente sono stati chiamati, sono importantissimi. Bisogna fare delle fermate quando ci sono intere battute che devono essere studiate e memorizzate, bisogna smontare la frase in piccoli periodi e memorizzarli singolarmente, memorizzato e portato in velocità il primo si passa al secondo, poi si suonano entrambi (primo e secondo per unirli) e si procede al terzo, si suona secondo e terzo per unire e primo, secondo e terzo per incollare il tutto, e si procede in questo modo. Con questo metodo ho studiato diversi studi in pochissimo tempo. Ricordo il primo studio di Moscheles, oppure il Preludio di Mendelssohn o ancora Les Clotches di Las Palms di Saint Saens messi in piedi nel tempo record di (rispettivamente): 1 giorno, 2 giorni, 2 giorni. Ognuno poi deve trovare il metodo a lui più congeniale e che gli permette di compiere grandi passi in poco tempo. C'è da considerare anche l'approccio psicologico al brano. Se ci si siede al pianoforte pensando che il brano sia troppo difficile non ne usciremo mai vivi. Il pensiero deve essere: ogni sezione del brano deve essere affrontata con una particolare tecnica, scopriamola, memorizziamola ed usiamola quando serve... Tutto diventa più semplice !

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Giusto, Simone. Vorrei usare una metafora per far capire che in velocità tutto cambia...anche l'immagine sonora, l'amalgama dei suoni e i piani sonori. Qualche cosa viene anche fuori...."non ben definito", cioè di "sfondo" e nella gerarchia delle parti. Si immagini di dipingere un quadro, un paesaggio.

Dipingendo separatamente le parti del quadro che rappresentano il primo piano ( ad esempio un carretto) e poi una strada e alberi in fondo e le montagne...dipingendo e riportando tali parti vicino, secondo la composizione reale, otterremo....una schifezza. Eppure abbiamo dipinto con cura tutto quello che abbiamo visto...con cura. Perchè l'unione non funziona? Perché l'isieme di quella schifezza non tiene conto della gerarchia dei piani visivi. Non posso vedere con lo stesso dettaglio il caretto e lo sfondo delle montagne, sarebbe innaturale.

 

Nella musica avviene la stessa cosa. Se ci si ostina a studiare sempre frammentando e pretendendo la massima definizione, lentamente per esempio, saremo sempre più disabituati ad inserire quella parte nel contesto sonoro generale e , anzi, ci rifiuteremo di accettare, nella velocità, ciò che non possiamo più sentire così dettagliatamente. Ci sembrerà di essere imprecici e "pressappochisti" e rifiuteremo sempre l'ultima fase di studio. Invece è l'immagine complessiva che cambia e che contribuisce alla formazione di quel "tutto" che non può essere la somma delle parti.

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