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Piano Concerto - Forum pianoforte

Lohengrin Alla Scala


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Domani è il gran giorno, Sant'Ambrogio.

La Scala apre quello che dovrebbe essere l'ultimo anno con Lissner uomo solo al comando. Ovvero, prima della scadenza contrattuale del 2015, pare che gli affiancheranno qualcun'altro. E perché? Perché i milanesi sono scontenti della sua gestione.

Ennesima ragione di scontentezza, l'apertura della stagione prossima con "Lohengrin", di Richard Wagner. In un anno, il 2013, che è il duecentenario dalla nascita di Giuseppe Verdi...

Qui un sondaggio... http://www.ilcorrieremusicale.it/sondaggio-verdi-o-wagner-per-la-prima-scaligera-vota/ e sapete come votare...

Qui, per chi fosse interessato, una mini-guida a Lohengrin http://www.ilcorrieremusicale.it/lohengrin-alla-scala-il-nostro-dizionarietto/

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Il cartellone 2012-2013 della Scala è davvero interessante, 15 opere, 6 balletti, Lohengrin, il «Ring» completo, Falstaff, Aida, Oberto, Nabucco e altri titoli... Alle polemiche sull'apertura del bicentenario Verdi/Wagner con un'opera di Wagner, ieri sera Lissner ha risposto che la miglior risposta è stata l'affluenza entusiastica del pubblico under-30 alla serata e il risultato di uno spettacolo meraviglioso. Sbagliato. Avessero fatto la Carmen di Bizet altrettanto bene ci sarebbe stato altrettanto pubblico, ma sarebbe rimasta la domanda.

 

Bando ai provincialismi e alle chiacchiere da bar, non si tratta di essere nazionalisti né cocciutamente legati alle proprie origini, ma, con tutto il rispetto per Wagner, mi chiedo se non sia logico aspettarsi dal più grande teatro lirico italiano nel mondo che proprio nel bicentenario di Verdi, quello stesso teatro apra con Verdi. La solita «solfa» del «eh ma che noia: sempre Verdi!», in questo caso non attacca, proprio quest'anno no! Facciamo finta che il 2013 fosse stato il bicentenario Verdi/Debussy... pensate che all'Opéra di Parigi avrebbero aperto con l'Otello o con Pèlleas et Mèlisande? E se fosse stato il bicentenario Verdi/Tchaikowski pensate che al Kirov avrebbero aperto con Don Carlo o con La dama di picche? La risposta la conosciamo tutti. Il problema, mi spiace dirlo, è sempre e solo nelle persone. E dare in mano il più grande teatro lirico italiano a un sovrintendente francese e a un direttore argentino con doppia nazionalità (argentina e israeliana) che ha studiato in germania... be' non sarebbe sufficiente, ma di certo non aiuta le scelte più ovvie riguardo al repertorio.

 

Detto tutto questo, nulla toglie al fatto che il Wagner di Barenboim sarà strepitoso, senza dubbio più del suo Verdi, che è stato ampiamente contestato. Poteva far aprire a un altro direttore con un'opera di Verdi? Perché no? Nel '76 Claudio Abbado lasciò il podio del 7 dicembre a un direttore che aveva espresso la volontà di venire alla Scala con Otello; Abbado rinunciò a quel titolo, già previsto per l'apertura, e lo fece dirigere al collega. Quel collega si chiamava Carlos Kleiber e quello fu uno dei più grandi «Otelli» della storia. A volte si viene ricordati anche se si fa un passo indietro e di certo una «prima» in meno non avrebbe oscurato la fama già consolidata di un direttore come Barenboim.

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io non sono d'accordo con Carlos. Cioè, lecite le opinioni diverse dalla mia, ma io la vedo in un altro modo.

Penso che oggi nei teatri lirici italiani ci siano poche occasioni di produrre dei begli spettacoli wagneriani, per mancanza di soldi (allestire scenicamente Wagner è pesante e i cast wagneriani sono pochi), per carenze musicali nelle orchestre, per carenze musicali nei direttori, per carenze nel pubblico.

La Scala se lo può permettere e deve farlo. Soprattutto in un'ottica di produzione.

Cioè, spiegazione per chi forse non sa come funzionano alcune cose in teatro. Un'opera può essere di nuova produzione o di ripresa. Se faccio una nuova produzione, concepisco uno spettacolo da zero, con nuove scene, nuovi costumi, nuova regia. Se riprendo uno spettacolo, ho già i costumi, le scene, assumerò un regista che monterà lo spettacolo ma che non concepirà nulla di nuovo. Teatri come la Scala hanno decine di ottime produzioni già in repertorio. Molte di queste vengono riprese, soprattutto quando si parla di opere di grande presa sul pubblico, ovvero Verdi, Rossini, Donizetti... una ripresa costa meno di una produzione ma alcune riprese diventano segno del successo di un teatro.

A Sant'Ambrogio si fanno nuove produzioni. E di nuove produzioni di, non so, Otello o Aida o Trovatore io non sento il bisogno. La Scala le ha fatte tutte negli anni scorsi, ed erano più che decenti. Quello che la Scala sta facendo in questi anni, invece, sono nuove produzioni di Wagner, che stanno avendo molto successo. Il Tristan und Isolde è già stato ripreso varie volte, e la Tetralogia di quest'anno è tutta una ripresa. Piuttosto che un altro Rigoletto, io preferisco Lohengrin. Tra l'altro, dovrebbe essere un bellissimo Lohengrin, perché ha probabilmente il miglior cast possibile oggi (o comunque uno dei migliori), e suonare Wagner alle orchestre italiane non può che fare bene.

Ancora di più (e qui non leggete il mio messaggio come una risposta a Carlos, perché non lo è) non mi piace l'atteggiamento di molti milanesi "bene" che vedono nelle scelte di Lissner-Barenboim uno smacco alla città. Il teatro rispecchia la città ma non è di proprietà della città. Milano oggi non è fatta dai milanesi di un tempo, è una città cosmopolita che cerca di svecchiarsi ancora una volta dopo un triste passato recente di inesistenti politiche culturali. La Scala sta affrontando un cambio di pubblico che sta riuscendo, e io sono contento, come Lissner, che ci sia stato successo di pubblico fra i giovani. Non penso che si possa fare, in tal senso, un paragone tra "Lohengrin" e "Carmen", moltissimi miei amici andrebbero a vedere Carmen pagando di tasca loro e non andrebbero a vedere Lohengrin neppure gratis. Se oggi all'anteprima (criticatissima) dell'apertura della Scala si riesce a fare il pienone è anche merito di Lissner.

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A parte condividere il post di Carlos, oggi ero in Ricordi (centro Milano), davanti a me, nel giro di un quarto d'ora almeno 4 clienti hanno portato a casa diverse cosucce fra libretto d'opera, libri specializzati, etc. proprio su Lohengrin.

 

Per averla presa male, nonostante la crisi, di soldi ne vengono spesi ... strano per una platea di "scontenti. Voi direte, non saranno milanesi...e in effetti ...

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... ma ancora sta rivalità fra Verdi e Wagner ...

 

Non mi ricordo quando e dove riportai la prefazione del libro di Giorgio Bagnoli: "Le opere di Verdi":

 

"Contemporaneo di Richard Wagner, sono entrambi nati nel 1813, Verdi domina, con questi, la scena del teatro musicale europeo nella seconda metà del XIX secolo.

Nato nella povertà di una famiglia contadina, egli resterà sempre legato a queste sue origini, alla terra di Parma. Animo semplice e aperto, ma anche soggetto a profonde crisi esistenziali, dotato di grande umanità, Verdi è, dal punto di vista umano e caratteriale, profondamente diverso da Wagner, tutto compreso della propria superiorità di artista geniale. [...]"

 

"Superiorità di artista geniale" di Verdi su Wagner...frase sibillina ...

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la frase, secondo me, si riferisce a Wagner, che pur non schierandosi mai contro Verdi (almeno non che io ricordi) sosteneva di essere un genio.

Ma parliamo di due tipi di teatro diversissimi. E per quanto sia un discorso complesso da affrontare, quello tra i rapporti Wagner-Verdi, ricordiamoci pure che le due ultime opere di Verdi hanno subito moltissimo l'influenza wagneriana.

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Riguardo la "rivalità" tra Verdi e Wagner, la archivierei immediatamente: non mi pare sia l'argomento del topic né avrebbe alcun senso. Se al posto di Wagner ci fosse stato Prokov'ev non avremmo parlato di rivalità Verdi/Prokov'ev... e qui non si sta discutendo di quello. Cosa detta. A capo.

 

Riguardo il discorso di thallo, sono decisamente d'accordo sul fatto che un teatro che se lo può permettere debba fare nuove produzioni e so benissimo che la Scala a Sant Ambröz fa nuove produzioni. Bene, perfetto: quest'anno no. O, se proprio proprio, facciamo una nuova produzione di, che so? Falstaff? Simon Boccanegra? Non lo so, ma anche no: quest'anno non è un anno come gli altri e la routine si deve interrompere. Un anno così capiterà nel 2063 (o nel 2051, se volete il centocinquantesimo della morte), chi se ne frega se "la Scala a Sant'Ambrogio fa nuove produzioni"? Il 2013 è il bicentenario della nascita di Verdi. Le abitudini della Scala si interrompono e poi l'anno prossimo ricominciano. Tu magari non senti il bisogno di una nuova produzione di Otello, Aida, Trovatore... embè? :P io non sentivo il bisogno di una nuova produzione di Don Giovanni l'anno scorso (soprattutto di QUEL Don Giovanni!) ma tant'è...

 

È sbagliato, e non perché "la Scala non appartiene ai milanesi". Questo è ovvio, ma io mica sono di Milano, che c'entra? La Scala è il più importante teatro lirico italiano nel mondo e nel bicentenario dei due più grandi operisti del XIX secolo, siccome casualmente uno dei due è italiano, la scelta da fare era un'altra. Sono il primo che detesta il provincialismo, ma questa scelta nasconde un atteggiamento snobistico che non ci sta proprio: «vi facciamo vedere che noi siam fighi e che apriamo con Wagner».

 

Dopodiché, prima che a qualcuno venga il sospetto che io dica certe cose perché sono parmigiano e quindi punto nell'orgoglio, voglio garantirvi che se al posto di Verdi ci fosse stato Puccini insieme a Wagner avrei detto le stesse cose. Solo per prevenire eventuali "bacchettate" sui ditini... ;)

 

PS: Quanto alla frase riportata da Frank, ha ragione thallo: è Wagner a essere «tutto compreso della propria superiorità di artista geniale», non Verdi che invece è descritto come dotato di «animo semplice e aperto (...), dotato di grande umanità».

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Radio svizzera sta trasmettendo un’edizione davvero speciale di Reteduecinque in diretta; ci sono ospiti tipo il pianista Davide Cabassi, la compositrice e direttrice del Conservatorio G. Verdi di Milano Sonia Bo, il timpanista dell’Orchestra del teatro alla Scala Gianni Arfacchia, il soprano Margherita Guglielmi e la fondatrice della Libreria Milano Libri Anna Maria Gandini si alterneranno ai microfoni per rendere ancor più intrigante l’avvicinamento al concerto serale.

 

Live streaming: http://www.rsi.ch/li...layer-rete2.cfm

 

 

Per gli appassionati Lohengrin sarà trasmesso su Rai5, e in alta definizione su Rai HD

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molte delle cose che scriviamo sul forum non importano "ai fini della discussione"

 

Concordo, ma almeno normalmente finiscono nel mucchio insieme ad argomentazioni pertinenti. Se il tuo commento a una recensione è "odio tizio e se lo conoscessi anche tu lo odieresti" credo che nessuno possa dirsi gratificato. Men che meno dal fatto di sapere come si definisce in fatto di preferenze sessuali (vedi tuo post in "Tecnica Vocale"). Sono commenti che mi aspetto onestamente da un altro tipo di persona, non certo da te. Ma liberissimo di raccontarci la vita sessuale di chi vuoi, naturalmente.

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E' la conferma che non conosci Stinchelli.

In genere, i programmi di Stinchelli e Suozzo sono pieni di riferimenti alla vita sessuale dei cantanti, ai loro gusti, ai loro modi. Parlano moltissimo di tecnica, pochissimo di musica, offendono chiunque non vada loro a genio in un modo che non posso non definire "da checca isterica". E detto da me, è quanto dire...

La recensione del "Lohengrin" fatta da Stinchelli, secondo me, è giudicabile alla luce della sua personalità. Ha una parola cattiva per tutti e tutto, ammicca continuamente al lettore, parla male di tutti quelli che non la vedono come lui, per giunta come prima cosa della recensione, tira fuori paragoni assurdi, tipo Frau Blucher di Frankestein Junior, solo per fare il simpatico... a me la sua recensione dà proprio fastidio

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