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Piano Concerto - Forum pianoforte

Mi Presento: Sorpas


sorpas
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Ho studiato pianoforte al Conservatorio di Napoli sotto la guida dei maestri Ernesto Galdieri e Carlo Ardissone. Ho conseguito il diploma nel 1985. Il maestro Ardissone un giorno espresse il suo rammarico per non essere riuscito a farmi suonare in pubblico, come solista, cosa che finora non è ancora avvenuta. Ho una specie di blocco, una vera paura che mi costringe a rifiutare il palco, anche con dei brani che avevo eseguito negli esami. Non riesco a comprenderne la natura. Ho dei fortissimi dubbi sulle mia capacità tecniche, incontro per esempio difficoltà nella velocità e nell'uguaglianza dinamica nell'esecuzione delle scale, è ovvio che ci sono anche difficoltà tecniche irrisolte, unite ad un ipercriticismo. Ho letto i libri di Sandor, di Neuhaus e ultimamente il libro di Chuan C. Chang "I fondamenti dello studio del pianoforte", che considero ottimo. Magari se gentilmente potreste darmi dei consigli per iniziare a suonare in pubblico ve ne sarei grati.

Grazie per questa possibilità di confessione e sfogo. Solo dei musicisti possono comprendere i miei sentimenti di rabbia, dolore e delusione.

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Ciao sorpas ben arrivato. Non so darti buoni consigli al riguardo ma sicuramente nel forum ci sono musicisti che ti possono aiutare o chi prima di te si è trovato di fronte il tuo stesso problema e l'ha risolto.

 

Io per eliminare l'ansia che nasce quando si suona in pubblico, non perdo occasione per far sentire qualcosa che ho studiato ad amici che vengono a casa ma si potrebbe pensare anche più alla grande....invita 3/4 amici una sera e suona. Sarà una piacevole esperienza per loro e un buon banco di prova per te.

Ciao.

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Benvenuto tra noi. Spero tu abbia visionato qualche mio video Tutorial sulla tecnica pianistica. Puoi pormi tutti i quessiti che vuoi, ma cerca, "saltellando" per il Forum alcune risposte e considerazioni che ho scritto sull'argomento.

Per ciò che riguarda il suonare in pubblico, bisogna tentare, tra amici, a costo di sbagliare tutto, dico tutto. Prova ad autorizzarti a sbagliare, ma non rinunciare a comunicare le tue idee musicali. Bisognerebbe individuare quali dubbi nutre la tua coscienza, che, comunque, nel presentarsi a suonare , deve essere "a posto". Sicuramente hai studiato "coscentemente", ma qualche dubbio è rimasto. A proposito delle scale guarda bene anche il mio Tutorial sulla sonata di Mozart. Insomme, spero ne parleremo a lungo.

Benvenuto e buona Musica

Paolo

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Ringrazio dei suggerimenti. Ho guardato e ascoltato i suoi tutorial sulla tecnica, indubbiamente interessanti. Per quanto riguarda l'esecuzione delle scale forse inclino la mano, anche con il passaggio del pollice a lato (sopra), vecchia abitudine contratta in anni di studio col passaggio del pollice sotto la mano. Purtroppo ho dovuto constatare l'inutilità e la pericolosità di tanti libri di tecnica e specialmente di tante ore inutili e dannose di esercizi puramente meccanici, quando si poteva studiare la tecnica traendola più proficuamente direttamente da un brano di valore artistico. Certo all'età di cinquanta anni mi costerà più fatica distruggere vecchie abitudini e acquisirne delle nuove, ma la passione mi aiuterà. Secondo lei devo iniziare con brani semplici? Se sì quali mi consiglia?

Grazie per aver pensato e attuato www.pianoconcerto.it

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Caro Sorpas, non credo sia il caso di darci del "Lei".

Io non so che livello hai ragiunto, ma come ho consigliato ad un'altra iscritta che voleva chiarirsi problemi sul pedale di risonanza, suggerirei le sonate di Cimarosa. Non stupirti dell'apparente facilità; sono utilissime e niente affatto facili. Bellissimi pezzi di Musica. domenico Cimarosa è, per me, un Autore straordinario. Successivamente potrai affrontare Mozart, dove sono presenti, come dico nei video, moltissimi e forse tutti i gesti fondamentali di base della tecnica pianistica. Per ciò che riguarda le scale, bisogna imparare a spostare la mano al momento del "passaggio" del pollice significa spostare il police "accanto" e non "sotto". In quell'attimo di spostamento il polso si abbassa un poco. In questo modo si arriva all'uguaglianza. Un altro suggerimento: Imparare a gravitare sulla punta delle dita e contemporameamente rilassare tutti i grandi muscoli. ( Vedere esempio eseguito su uno degli ultimi video con il contributo di Simone).

 

terzo: Non è assolutamente tardi. Molte cose si comprendono definitivamente nella maturità. Aumenta la capacità di sintesi e, credo, si vedano le soluzioni attraverso altri percorsi. La passione è un "benzina" indispensabile.Buono studio

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Grazie del consiglio Paolo. Comunque per darti un'idea del livello di studi scolastici raggiunti ti indico il programma di esami del diploma: Fantasia cromatica e fuga di Bach, Polacca in la bemolle e due Mazurche di Chopin, Ballata in mi bemolle di Brahms, Studio trascendentale "Notte d'estate" di Liapounoff, "Allegro barbaro" di Bartok e la Suite "Saltationes modulatae" di Carlo Ardissone.

Grazie di nuovo. A proposito del forum, ho letto una cosa che forse mi ha sempre impedito un miglioramento, cioè il cristallizzare lo studio sulla perfezione maniacale del dettaglio e perdere la "visione" o per meglio dire " l'ascolto di insieme ", avendo paura di non controllare i dettagli. Grazie questo sito è veramente illuminante. Che il Signore te ne renda merito. Ciao.

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Anche io in passato era molto analitico e "maniacale". Ho cambiato il mio orientamento. Ciò non vuol dire che accetti le cose mediocri e che reputi inutile il perfezionamento. Il perfezionismo assoluto, invece, credo, ci possa portare fuori strada. La visione d'insieme ci fa intravedere e raggiungere "il tutto", che (come sostirene la teoria della Gestalt, che mi sta molto a cuore) è "di più della somma delle parti". Poi, ognuno di noi cerca di "limare" le sbavature....fino a raggiungere il massimo delle proprie capacità. Inutile invocare un assoluto concetto del "perfetto" , che invece, per ognuno di noi, ha un "livello". Insomma, non tutti possiamo essere Pollini o Rubinstein, ma dobbiamo, credo, esigere il massimo da noi stessi. Ieri vedevo un video di Emil Gilels che esegue Beethoven. Ho pensato che non potrei mai raggiungere quel controllo e quella padronanza delle parti, del suono, della memoria.....Incredibile!!! E' un miracolo vederlo e siamo fortunati ad avere queste testimonianze. Però molti altri pianisti possono suonare anche se non sono straordinari come lui. Ognuno di loro può avere qualcosa di interesante da "dire" con la propria musica ed è staordinario che possano comunicarlo agli altri. Ognuno comunicherà le propie idee facendo i conti con il proprio talento.

Quindi ti incoraggio a suonare, non certo a "dispetto" dei tuoi Maestri, che indubbiamente sono o erano dei Professionisti, considerando che vale la pena entrare nella Musica anche con qualche piccola imperfezione. Io ho scoperto che la Musica stessa ci premia e ci suggerisce le soluzioni che tanto cerchiamo e a volte non troviamo e ci aiuta a colmare e risolvere quelle imperfezioni. Tutto non si realizza mai al 100% e perseguire l'obiettivo della perfezione..può privarci proprio del "tutto".

Le parole mi vengono a volte spontanee e ringrazio chi mi ha aiutato, creando questo sito, a far sentire agli altri la mia voce. Ho paura sempre che le parole siano troppe e/o ridondanti. Buono studio e complimenti per il tuo interessante programma di Diploma ( Le sonate di Cimarosa erano solo un suggerimento per "promuovere" queste composizioni che mi piacciono assai!!!)

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Ti ringrazio per l'incoraggiamento. E poi sicuramente acquisterò le sonate di Cimarosa. Penso che nell'arte tutto debba essere conosciuto e non reputo secondario un autore rispetto ad un altro e nemmeno un brano rispetto ad un altro, Casella diceva "abbiate paura delle cose semplici" . Mi indicheresti, gentilmente, quale sonata di Cimarosa devo studiare? Così potrò segnalarti i progressi e le difficoltà che incontro. Grazie.

A proposito delle scale, ho provato ad abbassare il polso nel passaggio del pollice "affianco" e subito ho notato delle differenze, però non riesco ad avere la fluidità (intendo come se fosse suonato un glissato), avverto degli accenti differenti tra nota e nota, degli appoggi dinamici intermedi. Forse devo studiarle lentamente per ottenere uguaglianza metrico-ritmica e dinamica?

Il mio pianoforte a coda è un Kawai KG2D che acquistai nel 1982, (ascoltando il tuo Steinway, stupendo, ho ricordato gli anni trascorsi in conservatorio). Gradirei un tuo parere tecnico se conosci il mio strumento.

Grazie di nuovo.

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Intanto ben venuto, non per provocare ma comprendere chiedo

 

Ho studiato pianoforte al Conservatorio di Napoli sotto la guida dei maestri Ernesto Galdieri e Carlo Ardissone. Ho conseguito il diploma nel 1985. Il maestro Ardissone un giorno espresse il suo rammarico per non essere riuscito a farmi suonare in pubblico, come solista, cosa che finora non è ancora avvenuta. Ho una specie di blocco, una vera paura che mi costringe a rifiutare il palco, anche con dei brani che avevo eseguito negli esami. Non riesco a comprenderne la natura.

 

Sei maestro da quasi 30 anni, dovresti tu insegnare ad altri ad affrontare il pubblico, come succede sta cosa ... ?

 

Io sono all'incirca ad un quinto, penso al pubblico, e penso a quando il mio primo allievo mi porrà la tua stessa domanda ... spero di trovare per tempo la rispsota :unsure:

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A proposito delle sonate di Cimarosa ( adesso non vorrei che tu le prendessi come un toccasana...ma sono bellissime) Puoi scegliere tra le brillanti quella che vuoi. Magari prediligerei quelle che hanno due temi. Sono naturalmente in un tempo come quelle di Scarlatti e il loro "sviluppo" è molto breve.

riguardo alle scale: L'uniformità aumenta con i muscoli del braccio fuori tensione e polso flessibile. Le discontinuità possono, dico possono, essere generate dalla non "fiducia" dell'appoggio. All'inizio credo si debba gravitare abbastanza sulle dita, sentire il fondo del tasto. Poi si potrà divenire abili a sospendere il peso dalla spalla e passare dal forte la piano senza perdere aderenza alla tastiera....ma magari dico a te cose ben note. Comunque la rilassatezza, anche a discapito di una sonorità non proprio voluta, ci incoraggia a non perdere la perfetta "confidenza" con lo strumento.

 

Per ciò che riguarda il piano: è un buono strumento anche se non troppo docile. Lo conosco bene Deve essere ben regolato ed intonato, interventi che mirano a far aumentare l'uniformità del "tocco" e vanno controllati i coefficienti di attrito delle parti, l'aumento eccessivo dei quali potrebbe far aumentare la "non docilità" della meccanica ( a volte, per es., quel modello ha le forcole dei cavalletti che non "vanno" molto, se sono di plastica....bisogna allora cambiare i perni di centro)( guarda i miei Tutorials sulla regolazione e sull'intonazione). Saluti e Buona Musica

 

P.S. Credo anche che tu possa affrontare qualche valzer di Chopin. Brani efficacissimi e grandi pezzi di musica. Ci insegnano molto. Io quando suono in concerto ne scelgo sempre due o tre. Come pure amo molto le Mazurche, che ti consiglio di approfondire. Se casomai una volta avremo occasione di incontrarci davanti ad un caffè ( Con tre C, naturalmente!!!) ne parleremo più dettagliatamente ( In fondo siamo non troppo lontani...io a Roma-sud--tu a Napoli, meravigliosa città!!!)

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Intanto ben venuto, non per provocare ma comprendere chiedo

 

 

 

Sei maestro da quasi 30 anni, dovresti tu insegnare ad altri ad affrontare il pubblico, come succede sta cosa ... ?

 

Io sono all'incirca ad un quinto, penso al pubblico, e penso a quando il mio primo allievo mi porrà la tua stessa domanda ... spero di trovare per tempo la rispsota :unsure:

Se ne fossi cosciente avrei già risolto il problema! Comunque grazie.
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