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Piano Concerto - Forum pianoforte

...improvvisazione Come Scelta Di Vita


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  • 2 months later...

Il documento non l'ho ancora letto, ma passo questa check list, redatta da J. Aebersold al termine di un seminario intitolato "Anyone can improvise!".

 

Riporto:

 

Lo scopo è quello di lasciare al lettore idee su cui riflettere e meditare. Essendo Aebersold un jazzista, vi sono parecchi riferimenti alla musica jazz; ciò non toglie che quanto è scritto può valere per tutta la musica in generale. Buona lettura.

 

1. Due sono i fattori che bloccano chi vuole improvvisare: la paura di perdersi, e quella di eseguire note sbagliate.

2. Registratevi e ascoltatevi senza essere critici. Ascoltatevi e basta.

3. La TV e l'ignoranza uccidono l'immaginazione.

4. Se non pensate prima di eseguire un fraseggio, non è improvvisazione. E' solo esercizio.

5. Cantate! Cantate! Cantate!

6. Pensate ad ogni singola nota prima di eseguirla.

7. La scala cromatica è il vostro alfabeto. Imparatelo prima di parlare!

8. Non praticate la stessa cosa per sempre, esplorate nuovi territori.

9. I jazzisti usano in genere scale ad otto note. Esercitatevi con questo obiettivo.

10. Dopo aver imparato l'alfabeto imparate a pronunciarlo come si deve.

11. Uno dei motivi per cui non suonate come il tal musicista nel tal disco, è perchè non avete ancora imparato a pronunciare come si deve l'alfabeto.

12. Imparate e suonate un solista insieme al disco per migliorare la vostra pronuncia. Imitate i grandi musicisti!!!

13. Ascoltate e rubate idee dai dischi.

14. Ascoltate! Sempre! Tutte le risposte alle vostre domande stanno nei dischi gia pubblicati!

15. Ascoltate jazz ogni giorno. La vostra anima un giorno vi ringrazierà.

16. Se avete sviluppato una buona tecnica, probabilmente qualcosa di buono riuscirete e combinare.

17. E' importante suonare con persone piu? brave di voi. Loro vi spingeranno a migliorarvi.

18. Nessuno è nato che sapeva già suonare.

19. Non avete la più pallida idea della quantita di tempo ed energia che i jazzisti buttano nel loro lavoro.

20. Cantate un blues in 12 battute mentre guidate o prendete la metropolitana.

21. Charlie Parker studiava dalle 11 alle 15 ore al giorno.

22. Imparate la distanza che esiste tra le note (gli intevalli). Suonateli e memorizzateli!

23. Quando cantate, cercate di visualizzare la tastiera. Se non sapete in quale tonalità, ragionate in Do, la più semplice.

24. Studiate le scale per almeno 5 minuti al giorno. Dovete arrivare a farle con gli occhi chiusi e in tutte le 12 tonalita'.

25. Se PENSATE a quello che state facendo, ve lo ricorderete piu? facilmente.

26. Non risulta sia mai morto nessuno per il troppo pensare.

27. Per imparare un nuovo brano, memorizzate i cambi di accordo una misura alla volta. Poi suonate le scale di ogni singolo accordo, e quindi gli arpeggi. Ma soprattutto: MEMORIZZATE!

28. I Turnaround vi riconducono alla partenza del brano. Memorizzate i III VI II V I .

29. Quando eseguite un voicing alla chitarra, non è necessario suonare troppe note. Ne bastano 3, massimo 4.

30. Cercate di passare una decina di minuti al giorno alla tastiera di un pianoforte anche se il vostro strumento è il flicorno.

31. Guardate sempre l'ultimo accordo di un brano (o quello piu' prossimo all'ultima misura) perche' vi svelera' la tonalita' del pezzo in questione.

32. Imparate a trasportare un brano in altre tonalità.

33. Una volta, quando non esistevano libri di partiture, si trascrivevano i pezzi direttamente dai dischi: USATE LE VOSTRE ORECCHIE E MEMORIZZATE!!!

34. Un buon musicista ha un grande repertorio nella sua memoria.

35. La MUSICA non si preoccupa di chi la suona.

36. "Suona quello che c'è scritto, non vogliamo sentire le tue bugie" - Art Blakey.

37. Quando finalmente suonerai quello che hai in mente, incontrerai te stesso per la prima volta!

38. "Ci vuole molto tempo per suonare come te stesso" - Miles Davis.

39. Davvero poche persone adulte dedicano il giusto tempo per suonare jazz.

40. Una caratteristica degli assoli bebop è che evidenziano in modo esplicito l'armonia.

41. Trascrivi in un TUO libricino il TUO repertorio.

42. Il vostro obiettivo: PENSARLO! DIRLO! FARLO!

43. Non è facile tenere il tempo. Aiutatevi con un metronomo.

44. Nel jazz, il tempo è essenziale. Usate sempre un metronomo per esercitarvi. Quando studiate accordi e scale, fatelo sempre tenendo il tempo che vi siete prefissati. E usate la giusta pronuncia.

45. Si suppone che la musica sia divertimento. Studiate divertendovi.

46. Quando chiesi ai grandi musicisti: quanto tempi passi pensando alla musica? La risposta è sempre stata: 24 ore.

47. Quando eseguite un solo abbiate ben in mente i cambi di accordi e giocate d'anticipo. Pensate sempre 'in avanti'.

48. Gli ostacoli sono le opportunità che ci vengono offerte per migliorarci giorno dopo giorno.

49. Non approcciate il vostro studio come se doveste imparare un enorme quantita' di informazioni. SUONATE!

50. L'uso efficace di una scale bebop separa quelli che sanno suonare da quelli che cercano di suonare.

51. Non dimenticate: dietro ad un accordo c'è sempre almeno una scala.

52. Non passerete mai abbastanza tempo ad ascoltare gli altri suonare.

53. Se non pronunciate bene il vostro alfabeto, chi potrebbe essere interessato ad ascoltare quello che avete da dire?

54. Per trovare una settima minore, scendete di un tono dalla tonica.

55. La terza e la settima sono le note più importanti per evidenziare la qualita' di un accordo.

56. Registratevi, ascoltatevi. Fatelo in modo obiettivo. Dopo tutto anche gli altri vi ascoltano.

57. In un 4/4, se volte dare una stabilita armonica, evidenziate la prima e terza battuta.

58. La Lidia è la scala preferita per sostituire una maggiore.

59. Potrete rispondere a tutte le vostre domande sul jazz solo in un modo: ASCOLTANDO! ASCOLTANDO! ASCOLTANDO!

60. Il jazz? è caos. Un grande caos. Fino a che non incontra un cervello in grado mettere ordine.

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Qui non parlo della improvvisazione eseguita su un tema preso dal Real Book.

Parlo della improvvisazione totale, quell' "universo" che va oltre il tema e la sua improvvisazione, essa richiede uno studio attento delle possibilità musicali e tecniche. La sfida è duplice perchè da una parte il pubblico deve affidarsi totalmente e dall'altra il pianista/compositore deve combattere i rischi che l'improvvisazione comporta (il rischio di annoiare, la mancanza di idee etc etc)

Lo studio nel caso mio, in qualità di improvvisatore, non consiste nello studio dei classici e neanche nella improvvisazione in quanto esercizio, perchè la composizione estemporanea richiede uno stato d'animo particolare.

 

Certamente le capacità tecniche sono la "conditio sine qua non", inoltre nella improvvisazione è indispensabile avere una profonda conoscenza dell'armonia, è bene che anche nella esecuzione ci sia tale competenza ma non è indispensabile.

Certamente la composizione estemporanea è rischiosa per il pubblico in quanto se non pronto al messaggio rischia di annoiarsi.

Il pianista se si propone come improvvisatore in una performance di "solo piano", vuol dire che ne ha le capacità, il problema vero è la qualità del pianoforte che spesso è inadeguata e l'"ambient". Questi ultimi sono i fattori che influenzano in maniera notevole la performance pianistica. La mia esperienza in qualità di pianista improvvisatore, mi ha insegnato che la musica è un'erba spontanea non una pianta da giardino.

E' anche vero che se la musica è un'erba spontanea, bisogna saperla riconoscere. Il livello di educazione alla musica in Italia rasenta il ridicolo. Le sale da concerto faticano a vedere i giovani, i programmi dei concerti sono ripetitivi e abusati. Una cultura musicale maggiore favorirebbe una vitalità musicale invece si preferisce appiattire tutto per dare spazio al prodotto industriale.

 

Certo il fenomeno può essere combattuto ma è come spingere lungo una salita una grossa auto che non cammina. Bisognerebbe andare alle origini del fenomeno per capirne la soluzione. La superficialità con cui si affronta la musica è un aspetto della superficialità con la quale si affrontano praticamente tutti gli aspetti della vita sociale sia in relazione con il prossimo che in relazione con il proprio io.

Esito finale, comunque, di tutte le ideologie moderne, comuniste o liberali, è stata la caduta di tutti gli ideali e di tutti i valori.

In conclusione, a me pare che i nuovi filosofi della morale, asseriti critici del sistema,( per intenderci quelli che organizzano gli spettacoli nei teatri o gli eventi culturali nell'ambito dei comuni con il danaro pubblico) siano in realtà convenzionalisti ossia, in quanto uniformati alla linea dominante, riflettono l’idea di una morale e dell'arte come convenzione, come un insieme di regole e di norme giustificato in ragione della loro utilità per l’ordine sociale; il che sarebbe pur lodevole se non fosse per il fatto che tale ordine non sembrerebbe posto a difesa dei valori ma ha in se stesso il solo valore.

Cosa ti aspetti dunque, da una società borghese viziata e benestante? l'immobilismo!, la cultura è scomoda.

Per curare questo male non basta una compressa occorre espiantare una cultura ed impiantarne un'altra.

ma ciò è difficile finchè c'è gente che ritiene di far spegnere l'incendio da chi lo ha acceso.

Non so se ho parlato troppo o troppo poco, bene o male, dipende dai punti di vista, ringrazio comunque questo forum che mi ha dato la possibilità di farlo. Io comunque continuo ad essere un pianista improvvisatore involontario, la mia musica, piaccia o meno è un'erba spontanea, antiborghese, non è la pianta da giardino creata dalla major discografiche, non è il pop di Allevi propagandato come "musica classica contemporanea" e cosi' via..... Non lo faccio per spirito di eroismo o per mettermi di traverso, ma soltanto perchè mi piace così. Anch'io negli scorsi anni interpretavo i classici, ma poi mi sono detto:" che senso ha sforzarsi ad interpretare Mozart o altri musicsti dei secoli passati avendo il cellulare in tasca e l'auto parcheggiata fuori ecc..ecc...."è giusto ed utile che comunque ciò si faccia per non dimenticare, per passione, per costruire le fondamenta, per la cultura.

 

Attenzione dunque alla improvvisazione, quale scelta di vita....lo ritengo un cammino contro corrente del quale bisogna essere consapevoli.

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