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Piano Concerto - Forum pianoforte

modale

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  1. modale

    I MODI

    I MODI DIATONICI NON ALTERATI CAPITOLO DEL MIO LIBRO "Armonia modale" I MODI DIATONICI NON ALTERATI Avete letto bene, ho scritto “MODI” non ho scritto “SCALE MODALI”. I “Modi diatonici Non Alterati ” sono la struttura di base della composizione modale. Essi possono essere alterati ed in tal caso il loro utilizzo è relativo alla necessità di creare tensione o alla volontà di modificare il colore del Modo, soprattutto nel caso di una composizione nella quale utilizziamo un solo Modo oppure pochi Modi. In ogni caso il loro utilizzo non è predominante ma localizzato o meglio ALTERNATO all’utilizzo dei “Modi diatonici non Alterati”. Nelle composizioni tonali dei diversi generi musicali, jazz, classica, pop troviamo dei generi accordali ricorrenti, essi sono articolati tra di loro secondo le regole e la gerarchia della Armonia tonale, ogni accordo ha una funzione specifica ed è parte di una sequenza accordale che soltanto se presa nel suo insieme ha un significato, gli accordi di tale sequenza sono come gli elementi di un mosaico, presi da soli non hanno significato armonico. In Armonia modale il MODO, con la linea melodica che nasce da esso e i suoi accordi, può esistere anche da solo, ha vita autonoma, può anche non esistere la linea melodica, non è indispensabile, quando c’è è più che altro un ritornello nel vero senso del termine, qualcosa che di tanto in tanto ritorna nel corso della composizione e che comunque viene espresso in maniera diversa. L’Armonia modale si esprime con il Modo, visto come un ambiente armonico autonomo e completo, non esistono accordi preparatori ad altri accordi, non esistono cadenze, così come vengono concepiti nel tonalismo. Il D- nel II-V-I è spesso definito erroneamente D Dorian, in effetti lo è soltanto per quanto riguarda lo spelling della scala quindi è esatto parlare di scala Dorian non di Modo Dorian, la sua funzione è il II nel giro armonico tonale II-V-I. Il Modo Dorian non è assolutamente soltanto una scala, è un ambiente armonico ed espressivo, è un insieme funzionale autonomo non un accordo oppure una scala in un giro armonico. La ricorrente superficialità con cui molti testi trattano l’Armonia modale ha favorito la diffusione del concetto che per praticare l’Armonia modale sia sufficiente conoscere le scale modali. Questo concetto è errato, nel momento in cui ci dedichiamo alla Armonia modale, le scale modali bisogna vederle solo come l’alfabeto, non basta conoscere le vocali e le consonanti per parlare, occorre conoscere una lingua e inoltre soprattutto occorre avere un contenuto mentale da esprimere, il linguaggio modale usa le scale modali per creare il Modo, ma bisogna conoscere il pensiero modale per adoperare appropriatamente il Modo con il fine di potersi esprimere. In Armonia tonale possiamo introdurre l’uso di qualche concetto che abbia a che fare con i Modi, tipo l’interscambio modale, ma più che altro tale pratica è legata alla sostituzione di una scala modale con un’altra scala modale. Il nome Dorian oppure Mixolydian o altro dato, in Armonia tonale, ad una scala è in rapporto esclusivamente con lo spelling di tale scala. Il Modo Dorian oppure Phrygian o altro Modo è molto di più di una scala è un modo di essere, un carattere emotivo, uno stile, un mondo armonico,un sistema armonico autosufficiente che và molto oltre lo spelling di una scala modale che da sola non è un sistema armonico autosufficiente. “La scala modale sta al Modo come la fotografia bidimensionale sta alla realtà tridimensionale”. Un Modo non è né maggiore né minore, è se stesso e niente altro, spesso si afferma che i Modi Aeolian, Dorian, Phrygian sono Modi minori perché hanno la terza bemolle in scala, invece il Lydian e il Mixolydian e Ionian sono Modi maggiori perché hanno la terza maggiore in scala, niente vero un Modo non è né maggiore né minore, è se stesso, questa definizione di maggiore o minore è il frutto di una trasposizione nel Modo della mentalità razional-tonalistica occidentale. La consapevolezza di questo discorso è importante perché cambia l’approccio al Modo, se concettualizziamo il Modo nell’ambito di una mentalità tonalistica non approdiamo a nulla, è importante concettualizzare il Modo al di fuori della mentalità tonalistica. Se decidiamo di creare una composizione dal carattere triste, meditativo adoperiamo il Modo Dorian, se decidiamo di creare una composizione che esprima un intenso sentimento di passione adoperiamo il Modo Aeolian. La definizione di minore data ad un Modo soltanto in rapporto con il fatto che possiede la terza minore, è superficiale, inadeguata a ciò che realmente esprimono i Modi.
  2. Ciao antares86, credo che il tuo e quello di molti altri sia il problema di non avere approfondito cosa è l'Armonia modale. Ti rispondo con un capitolo del mio libro "Armonia modale" che ritengo sia abbastanza esauriente e che ti permetterà di entrare almento concettualm nte nel mondo della Armonia modale. I MODI DIATONICI NON ALTERATI Avete letto bene, ho scritto “MODI” non ho scritto “SCALE MODALI”. I “Modi diatonici Non Alterati ” sono la struttura di base della composizione modale. Essi possono essere alterati ed in tal caso il loro utilizzo è relativo alla necessità di creare tensione o alla volontà di modificare il colore del Modo, soprattutto nel caso di una composizione nella quale utilizziamo un solo Modo oppure pochi Modi. In ogni caso il loro utilizzo non è predominante ma localizzato o meglio ALTERNATO all’utilizzo dei “Modi diatonici non Alterati”. Nelle composizioni tonali dei diversi generi musicali, jazz, classica, pop troviamo dei generi accordali ricorrenti, essi sono articolati tra di loro secondo le regole e la gerarchia della Armonia tonale, ogni accordo ha una funzione specifica ed è parte di una sequenza accordale che soltanto se presa nel suo insieme ha un significato, gli accordi di tale sequenza sono come gli elementi di un mosaico, presi da soli non hanno significato armonico. In Armonia modale il MODO, con la linea melodica che nasce da esso e i suoi accordi, può esistere anche da solo, ha vita autonoma, può anche non esistere la linea melodica, non è indispensabile, quando c’è è più che altro un ritornello nel vero senso del termine, qualcosa che di tanto in tanto ritorna nel corso della composizione e che comunque viene espresso in maniera diversa. L’Armonia modale si esprime con il Modo, visto come un ambiente armonico autonomo e completo, non esistono accordi preparatori ad altri accordi, non esistono cadenze, così come vengono concepiti nel tonalismo. Il D- nel II-V-I è spesso definito erroneamente D Dorian, in effetti lo è soltanto per quanto riguarda lo spelling della scala quindi è esatto parlare di scala Dorian non di Modo Dorian, la sua funzione è il II nel giro armonico tonale II-V-I. Il Modo Dorian non è assolutamente soltanto una scala, è un ambiente armonico ed espressivo, è un insieme funzionale autonomo non un accordo oppure una scala in un giro armonico. La ricorrente superficialità con cui molti testi trattano l’Armonia modale ha favorito la diffusione del concetto che per praticare l’Armonia modale sia sufficiente conoscere le scale modali. Questo concetto è errato, nel momento in cui ci dedichiamo alla Armonia modale, le scale modali bisogna vederle solo come l’alfabeto, non basta conoscere le vocali e le consonanti per parlare, occorre conoscere una lingua e inoltre soprattutto occorre avere un contenuto mentale da esprimere, il linguaggio modale usa le scale modali per creare il Modo, ma bisogna conoscere il pensiero modale per adoperare appropriatamente il Modo con il fine di potersi esprimere. In Armonia tonale possiamo introdurre l’uso di qualche concetto che abbia a che fare con i Modi, tipo l’interscambio modale, ma più che altro tale pratica è legata alla sostituzione di una scala modale con un’altra scala modale. Il nome Dorian oppure Mixolydian o altro dato, in Armonia tonale, ad una scala è in rapporto esclusivamente con lo spelling di tale scala. Il Modo Dorian oppure Phrygian o altro Modo è molto di più di una scala è un modo di essere, un carattere emotivo, uno stile, un mondo armonico, un sistema armonico autosufficiente che và molto oltre lo spelling di una scala modale che da sola non è un sistema armonico autosufficiente. “La scala modale sta al Modo come la fotografia bidimensionale sta alla realtà tridimensionale”. Un Modo non è né maggiore né minore, è se stesso e niente altro, spesso si afferma che i Modi Aeolian, Dorian, Phrygian sono Modi minori perché hanno la terza bemolle in scala, invece il Lydian e il Mixolydian e Ionian sono Modi maggiori perché hanno la terza maggiore in scala, niente vero un Modo non è né maggiore né minore, è se stesso, questa definizione di maggiore o minore è il frutto di una trasposizione nel Modo della mentalità razional-tonalistica occidentale. La consapevolezza di questo discorso è importante perché cambia l’approccio al Modo, se concettualizziamo il Modo nell’ambito di una mentalità tonalistica non approdiamo a nulla, è importante concettualizzare il Modo al di fuori della mentalità tonalistica. Se decidiamo di creare una composizione dal carattere triste, meditativo adoperiamo il Modo Dorian, se decidiamo di creare una composizione che esprima un intenso sentimento di passione adoperiamo il Modo Aeolian. La definizione di minore data ad un Modo soltanto in rapporto con il fatto che possiede la terza minore, è superficiale, inadeguata a ciò che realmente esprimono i Modi.
  3. Perdonami Antares 86, non capisco il senso della domanda, se non ti dispiace rendila più specifica. Grazie
  4. Ti ringrazio Giovanni..............e soprattutto apprezzo la tua sensibilità musicale per aver gradito un brano praticamente monofonico!
  5. modale

    Carissima

    https://soundcloud.com/user-651682912/carissima-ultimate?utm_source=soundcloud&utm_campaign=share&utm_medium=facebook
  6. Condivido pienamente ciò che dice Jam Session, egregio Egidio io non sono a quie livelli, sono un pianista di periferia, faccio un pò quello che mi passa per la testa, tutto a livello improvvisativo, e a proposito di Messiaen vorrei farvi ascoltare una mia creazione ispirata a lui. Chiamata Notturno n.2 ed una altra completamente diversa chiamata "The day after". Ditemi cosa ne pensate. Grazie
  7. In realtà, Egidio, ho letto molto sulla armonia, ma alla fine, forse non l'ho detto io non compongo nulla, nel senso che non scrivo, tutto ciò che suono è il frutto di un a improvvisazione estemporanea, anche nei concerti. Conta molto lo stato d'animo, il momento, le circostanze ed il risultato non è molto prevedibile. Quando suono mi immergo in quello che faccio e dimentico tutto, triadi, tonalità ecc...tutto quello che dico poi dei miei brani è il risultato di una analisi fatta a posteriori. Un saluto.
  8. Tutte le risposte alle vostre domande sono già contenute nei miei articoli postati a proposito del brano proposto. E' inutile ripetersi.A questo punto poi il discorso diventa troppo lungo ed impegnativo per essere affrontato con i mezzi che abbiamo. Potrei dire ad esempio che "sonorità" in armonia tonale è un termine generico, ma non lo è affatto in armonia modale. I "procedimenti funzionali" esistono in armonia modale ma non sono gli stessi della armonia tonale. "L'incipit verso la triade di tonica"in armonia modale non esprime l'esistenza di una tonalità intesa come nella armonia tonale ma esprime l'esistenza di un "Modo prevalente" intorno al quale orbitano i modi correlati e correlabili sulla base dei "procedimenti funzionali" della armonia modale.. Queste non sono invenzioni mie, (Bibliografia: Ron Miller - Modal Jazz, A. Schonberg: Manuale di armonia, Contemporary Harmony: Ludmila Ulehla, Lydian chromatic concept of tonal organization: Gerge Russel, Armonia del ventesimo secolo: V. Persichetti.) Molte parti di questi testi in particolare quello di Russell anche a me sembravano molto fumose ma oggi dopo aver fatto uno studio approfondito non sono dello stesso parere.
  9. Gent. Micamahler, evitare l'accordo terziale non è tassativo in armonia modale, ma sicuramente quelli che io ho eseguito nel brano non fanno parte di un II-V-I, e questa è la cosa più importante, poi la spaziatura dell'accordo non l'ho adoperata in maniera funzionale, ma per ottenere lo stile e il sound che avevo in mente. Quante volte Debussy in brani assolutamente non tonali ha adoperato accordi terziali? Nello stesso brano ho adoperato altre spaziature. I brani in Kind of blue non sono strettamente modali, infatti oltre a contenere numerose isole diatoniche tonali con i II-V-I, seguono il concetto lydio cromatico di G. Russell che insegna come adoperare le scale modali ripeto le scale modali non i Modi nell'ambito della armonia tonale. In Kind of blue alla base di tutto c'è un accordo sul quale poi si abbina una scala modale in base alla teoria di Russell. L'Armonia modale non prevede accordi nel senso stretto del termine, prevede l'esecuzione di un Modo, è chiaro che poi se suono almeno tre note contemporaneamente qualcuno lo chiamerà accordo, per me è invece una sonorità modale e la cosa è ben diversa. Quelli che lei chiama Gb min , Ab min non sono accordi, sono sonorità prese dal modo che sto adoperando. In armonia Tonale un accordo minore o è di tonica e cioè l'ultimo accordo di un II-V-I minore, oppure è il primo accordo di un II-V-I maggiore. Il Gb- e altri accordi che io ho adoperato non rientrano in queste categorie e ripeto sono soltanto delle sonorità appartenenti al modo e non hanno una funzione cadenziale o finalisticamente orientata verso una triade di tonica di tipo tonale. Il cosiddetto "galleggiare" della armonia strettamente modale è una sensazione trasmessa dall'utilizzo per tutto o gran parte del brano di un solo Modo o pochi modi, evitando le gerarchie tonali, TI ringrazio per l'intervento che mi ha dato l'opportunità di chiarire questo concetto.
  10. Parlando di "MODI" in senso stretto in effetti il Modo è autosufficiente è un sistema armonico autonomo nel quale le cadenze non esistono e anche la prima nota del Modo non è considerata una tonica ma semplicemente una nota la cui dignità armonica non è superiore alla altre note del Modo. Infatti nel mio testo "ARMONIA FUNZIONALE - modale, intervallare"" nell'elencare le note del Modo ho sottolineato questo concetto facendo capire al lettore che la scalarità delle note è solo un fatto convenzionale, in realtà quando parlo ad es. di Modo C Mixolydian posso elencare le note anche in maniera sparsa e cioè: C,Bb,A,E ecc.: Quando parlo invece di scala mixolydian allora devo dire C,D,E.F,G,A,Bb. Questo concetto è molto importante perchè se si rimane concettualmente legati alla scalarità delle note automaticamente si costruiscono gli accordi di tipo terziale tipici della armonia tonale e inevitabilmente si ricade nella forma mentis del II-V-I. Se si riesce ad uscire mentalmente dalla scalarità allora si considera il Modo nella sua vera dimensione e cioè un insieme di note che costituiscono il Modo che a questo punto viene rivisto e considerato come una entità armonica autosufficiente la quale, soprattutto, non necessita di cadenze e cioè non è finalisticamente orientata verso la triade di tonica ma "galleggia" nell'ambiente armonico. Un ottimo esempio di tutto ciò è nel brano "Studio in Gb Dorian" che ho appena postato.
  11. SOLO PIANO Studio in Gb Dorian Esempio di Armonia modale Come potrete notare sono più di 6 minuti di composizione estemporanea eseguiti su un solo Modo, il Gb Dorian. Ho inserito alcune alterazioni del Modo, Non esistono isole diatoniche e non esiste una linea melodica. Il Modo ha un suo sapore, un suo sound e può esistere sia con abbinata linea melodica che senza di essa, in quest'ultimo caso si può assaporare pienamente il sound del Modo. Da notare anche il fatto che il M...odo non necessita affatto di risolvere. Perdonate la lieve scordatura del pianoforte....è il caldo. E' una maniera diversa di ascoltare la musica, non si segue più un motivetto, linea melodica portante, si entra globalmente nel sound del Modo,assaporandolo dal punto di vista delle emozioni che esso trasmette, la linea melodica diventa superflua.. Un Modo come il Dorian ed altri Modi, rappresenta secoli di storia di una regione della antica Grecia e delle regioni medio orientali antiche, come il Modo ionico rappresenta secoli di storia della musica Europea. Questa è la nostra cultura storica, mediterranea, le sovrapposizioni culturali afroamenricane ed altre vanno anche bene altrimenti il mondo rimane congelato, ma non si deve dimenticare l'Essenziale, ciò da cui proveniamo perchè solo esso è spontaneo e in musica la spontaneità è la cosa più importante.
  12. Su facebook mi chiamo : Armonia Modale Su you tube puoi digitare: Giuseppe Perna. C'è un mio canale con altri brani.
  13. Grazie Giovanni, forse può essere utile che io spieghi anche sommariamente l'aspetto tecnico del brano: Tecnicamente si tratta di un brano la cui linea melodica è intervallare. Ciò significa che la linea melodica non l'ho estratta da alcuna scala diatonica o non diatonica, o modo diatonico o non. La linea melodica intervallare è puro frutto di fantasia. Anche l'armonizzazione è intervallare ed è ottenuta mediante l'utilizzo di triadi accordali che richiamano alla mente l'armonizzazione tonale, ma non ne hanno la funzione.
  14. LE TONICHE ESTRINSECA ED INTRINSECA DELL’ INTERVALLO Gli intervalli possono essere sicuramente considerati come gli elementi più arcaici ed elementari della musica, essi vengono prima delle scale diatoniche, forse anche prima degli overtones e su questi ultimi ci sarebbe molto da dire e soprattutto molto da disdire considerando la teoria di Hindemith su di essi. Anche la musica è governata da una forza gravitazionale incoercibile che interagisce con la percezione umana del suono. Questa forza agisce in particolare sugli intervalli ma in maniera diversa a seconda che l’intervallo lo consideriamo nel contesto di una scala diatonica e quindi gioco forza nell’ambito di una tonalità (tonica estrinseca dell’intervallo) oppure fine a se stesso e cioè avulso da qualsiasi concezione di carattere tonale e quindi non rientrante in un concetto diatonico (tonica intrinseca dell’intervallo). TONICA ESTRINSECA DELL’INTERVALLO: Consideriamo la scala cromatica di C, cioè la scala che ha C per centro tonale e che procede per semitoni fino all’altro C. D’altronde tutte le scale diatoniche alterate e non alterate sono estratte dalla scala cromatica quindi non ha senso considerarle una per una. Gli intervalli C/C# - C/D – C/D# - C/E – C/F - C/F# - C/G – C/G# - C/A – C/A# - C/B hanno la loro tonica in C perché subiscono l’attrazione del centro tonale che è ovviamente C e quindi tendono a risolvere in C TONICA INTRINSECA ALL’INTERVALLO Qualsiasi intervallo in aggiunta alla sua attrazione verso il centro tonale possiede una sua “tonica intrinseca” verso la quale l’altra nota dell’intervallo tende a risolvere. Questo concetto vale soprattutto nell’ambito della armonia intervallare nella quale non sono considerate le scale diatoniche. Analizzo i vari intervalli: Minor 2nd – tonica superiore Major 2nd – tonica inferiore Minor 3rd - tonica superiore Major 3rd – tonica inferiore Perfect 4th – tonica superiore Augmented 4th – tonica inferiore Perfect 5th – tonica inferiore Augmented 5th – tonica superiore Major 6th – tonica inferiore Minor 7th – tonica superiore Major 7th – tonica inferiore L’utilità di tutto ciò nell’ambito della composizione di una line intervallare sta nel fatto che la nota verso la quale l’intervallo tende a risolvere può diventare una ancora tonale e cioè un centro tonale provvisorio dal quale parte una scala diatonica e quindi senza escludere nella composizione intervallare la presenza di isole diatoniche tonali oppure modali. Quindi la tonalità è flessibile ed in continuo flusso con temporanei punti di tonalità. La tonalità intesa in questo modo non richiede più un ordine terziario diatonico della armonizzazione, non è centrata necessariamente su una sola tonica centrale per la intera composizione. Questo movimento armonico intervallare con creazione di centri tonali provvisori ha più potenza tonale degli insignificanti assortimenti di note che vengono ascoltati di routine, questi centri tonali che possono includere tutte le dodici note in rotazione e non hanno necessità di risolvere.
  15. modale

    "Notturno"

    Questa mia composizione è basata su intervalli per quanto riguarda la linea melodica, l'armonia è invece tonale. https://www.youtube.com/watch?v=2daUWFohY-o
  16. Non ci ho pensato prima, volevo dirvi, cari amici musicisti che è possibile suonare utilizzando come base la mia esecuzione di "Composizione intervallare n.1". Ovviamente non credo che sia indicato l'uso di un pianoforte perchè i suoni si sovrappongono, ma un qualsiasi altro strumento musicale che abbia quindi un'altra timbrica va benissimo. In particolare il mio consiglio è: - eseguire una linea melodica monofonica sovrapposta - utilizzare gli intervalli senza pensare assolutamente ad una scala diatonica normale oppure alterata nè tantomeno alla armonia sottostante. Vi elenco gli intervalli che ho utilizzato nel brano e che voi dovrete utilizzare. - semitono - tono - terza minore - terza maggiore Potete costruire le linee melodiche utilizzando in maniera randomizzata questi intervalli cercando ovviamente di dare un senso musicale alla linea melodica. L'utilizzo degli intervali indicati è a vostro piacimento senza alcuna connessione con concetti tipo "tonalità" o "modalità". Quale è la logica di tutto ciò? La musica viene recepita e piace in funzione del fatto che esistono delle ripetizioni, ad esempio la ripetizione di una frase musicale anche su diversi livelli scalari o accordale, bene, ripetendo gli intervalli l'ascoltatore si abitua ad essi, ma non subito, e li concepisce come una "ripetizione" per cui li gradisce. Conviene adoperare al massimo due intervalli che vengono scelti a priori e saltuariamente inserirne un terzo. Buon lavoro e.......fatemi sapere.
  17. Non ci ho pensato prima, volevo dirvi, cari amici musicisti che è possibile suonare utilizzando come base la mia esecuzione di "Composizione intervallare n.1". Ovviamente non credo che sia indicato l'uso di un pianoforte perchè i suoni si sovrappongono, ma un qualsiasi altro strumento musicale che abbia quindi un'altra timbrica va benissimo. In particolare il mio consiglio è: - eseguire una linea melodica monofonica sovrapposta - utilizzare gli intervalli senza pensare assolutamente ad una scala diatonica normale oppure alterata nè tantomeno alla armonia sottostante. Vi elenco gli intervalli che ho utilizzato nel brano e che voi dovrete utilizzare. - semitono - tono - terza minore - terza maggiore Potete costruire le linee melodiche utilizzando in maniera randomizzata questi intervalli cercando ovviamente di dare un senso musicale alla linea melodica. L'utilizzo degli intervali indicati è a vostro piacimento senza alcuna connessione con concetti tipo "tonalità" o "modalità". Quale è la logica di tutto ciò? La musica viene recepita e piace in funzione del fatto che esistono delle ripetizioni, ad esempio la ripetizione di una frase musicale anche su diversi livelli scalari o accordale, bene, ripetendo gli intervalli l'ascoltatore si abitua ad essi, ma non subito, e li concepisce come una "ripetizione" per cui li gradisce. Buon lavoro e.......fatemi sapere.
  18. In questo studio non ho adoperato scale nè modi, ma soltanto intervalli sia nella line melodica che nella armonizzazione. Il centro tonale è C.
  19. DrJellifish, la ringrazio infinitamente per l'informazione.......peccato che non esista in lingua italiana.
  20. Sto cercando il libro di Paul Hindemith dal titolo: "L'ARTE DELLA COMPOSIZIONE MUSICALE" Titolo in lingua originale "Unterweisung im tonsatz" Qualcuno può aiutarmi a trovarlo? Grazie.
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