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Piano Concerto - Forum pianoforte

thallo

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Tutto postato da thallo

  1. Shark, scusami, hai ragione. Questa discussione è fondamentale per la cultura mondiale, mi stupisco che non esista un programma europeo di fondi per la ricerca sul numero di spettatori ai concerti d'avanguardia o sul sarcasmo riferito alla musica altrui. I conservatori e le università ne dovrebbero parlare! Dovremmo fare programmi di derisione collettiva, tutti i miei maestri me lo hanno sempre detto, per diventare bravi musicisti è FONDAMENTALE parlar male della musica che non ci piace, di quanto abbia reso cattivo il mondo circostante, di come solo noi siamo fighi, belli, intonati e creativi. Assolutamente cruciale, poi, è l'impostare il discorso tra "noi" e "loro", possibilmente parlando di una lobby, di istituzioni fantasma che direzionano la storia dell'arte, avvantaggiando chi non ci piace e penalizzando chi ci piace.
  2. ciclicamente ritornano queste discussioni inutili...
  3. imbarazzante, espressione di una cultura vocale, e di un'etica, distorte. Soffro per la laringe della povera bambina
  4. Halloween ci ha dato il The Rocky Horror Picture Show. Quindi lo festeggio con gioia :-)
  5. non vorrei dire una stupidaggine, ma credo che quel mordente sia sviluppato. Cioè, non è un "vero" mordente, inteso come abbellimento, è una nota di volta superiore, scritta (che però, ritmicamente, è uguale a un mordente sviluppato)
  6. in questo senso, la tenuta è pregevole. Perché normalmente i tenori drammatici, che sono molto vicini ai baritoni per colore, "peso" ed estensione, faticano tantissimo a fare le mezzevoci. Soprattutto in una tessitura da tenore lirico, che è quella di Recondita Armonia (che è tutta tra Fa e La).
  7. chi non è abituato ad avere a che fare "professionalmente" con i direttori d'orchestra non capisce fino in fondo le implicazioni del discorso. Ma io vi assicuro che il palcoscenico è un deserto senza una bacchetta che ti guida. Non mi considero un grandissimo esperto, ma in 6 anni di cori lirici la maggior parte dei direttori d'orchestra che ho visto avevano difetti madornali. Io sono ipercritico ma parlo di difetti MA-DOR-NA-LI, gente che non sa tenere il tempo, che batte ad altezza ombelico o fa i battere sopra i capelli. Sul podio vogliono tutti fare musica e non sanno fare "normale amministrazione", quando invece è da quella che si dovrebbe partire, per infondere sicurezza in tutti gli altri. In questo si inserisce il discorso delle "dimissioni anticipate" di Barenboim, che pare andrà via a fine 2014 http://www.giornaledellamusica.it/news/?num=115155 lo hanno criticato molto e forse hanno avuto ragione. Barenboim ha cambiato il repertorio della Scala, "formando" l'orchestra, probabilmente. Ma è stato il simbolo dei tempi, un direttore con grandi idee musicali e, a quanto pare, NESSUNA tecnica direttoriale. Io l'ho solo visto in tv ma anche da lì mi veniva l'angoscia a vederlo dirigere...
  8. il problema dei cantanti italiani alla prova del repertorio wagneriano è dovuto soprattutto alla nostra didattica e al nostro "mercato". I cantanti storici di scuola italiana hanno "schifato" Wagner e nei teatri italiani le rare opere di Wagner vengono cantate da specialisti (stranieri). Le eccezioni "antiche" sono le opere cantate in traduzione: la Callas ci ha lasciato alcune registrazioni di opere wagneriane cantate in italiano, e la resa è meravigliosa, nonostante i tantissimi tagli. Non ho mai sentito la sua famosa Valchiria ma sarei curiosissimo, anche per ascoltare un Siegmund in italiano. Le eccezioni "moderne" sono costituite da cantanti di scuola italiana (anche se non italiani) che hanno fatto successo anche in Wagner. Primo fra tutti metterei Domingo, i cui Siegmund e Parsifal sono stupendi, secondo me. L'altro degno di nota è Kaufmann, star di oggi e, sebbene tedesco, di impostazione italianissima. Ma lui mi convince meno. Detto questo, a me Melchior piace e tanto :-) musicalmente è meraviglioso, ha un timbro perfettamente uniforme e fa il suo porchissimo lavoro. Quella che critica è più un'abitudine interpretativa tipica dei cantanti wagneriani come lui.
  9. è una cosa di cui mi è capitato di parlare spesso con amici tenori. In teoria i ruoli tenorili pucciniani sono pieni di pianissimi, filati, e dinamiche poco "tenorili". Pochi riescono a resistere alla tentazione di gridare... ma, con tutto l'apprezzamento che posso avere per Vickers, di questa interpretazione non mi piace prima di tutto il tempo (lentissimo), la voce sporca in alcuni punti e i glissandi. Ah, e non c'è il mordente finale (To-o-SCA-A-A), non so perché... La registrazione è un pessimo testimone dei volumi effettivi, anche se è raro che un pezzo che sembra piano sia stato, in realtà, cantato forte. Ma la registrazione difficilmente inserisce "aria" nella voce. E timbricamente la voce di Vickers è un po' sporca. Forse da una sensazione di intimità, ma preferisco i piano appoggiati piuttosto che accennati. Sui glissati, a 0.30 iniziamo subito... e quel glissato iniziale, che finisce in una specie di mezzavoce, influenza anche l'intonazione. Su "-cò" di "re-condita" Vickers è calante, si aggiusta dopo e finisce la semifrase molto bene. Ma di nuovo su "è BRU-na" fa glissandi ovunque e fa tutte le note uguali, senza dare peso a parole più o meno importanti. Se state attenti, infatti, si sente "l'ardente mante mia", non "amante", sembra quasi ci sia un fiato rubato tra le due parole. E' un'idea musicale, fraseologica che tende a chiudere i fraseggi in modo cameristico, forse. Interpretazione lecita ma secondo me poco rispondente alla situazione musicale di Tosca. Ci sono momenti interessanti in questa lettura, eh, ma non mi convince del tutto.
  10. da cantante noto cose che forse sono del tutto inessenziali :-) la tecnica "italiana" tende a cercare acuti "con lo squillo", ovvero in apertura, sia da un punto di vista squisitamente di volume (l'acuto come nota più forte del brano) che da un punto di vista di armonici (il registro acuto come registro più ricco tra tutti gli altri). Molte arie del repertorio operistico "romantico" italiano rispecchiano questa tecnica. Wagner è scritto in modo diverso quindi i cantanti wagneriani tendono a cantare tutto forte e non "sfogare" gli armonici negli acuti. Ahimè la scuola italiana non ha mai sfornato grandi cantanti wagneriani... ma se penso allo squillo mi viene in mente Corelli. Un pessimo musicista, da molti punti di vista, ma un mostro vocale
  11. il cane è commovente :-) ed è ovviamente bravo anche Melchior. I suoi acuti non mi impressionano, ma that's la tecnica tedesca...
  12. alla seconda domanda non ho risposto ma rispondo ora: no, Bollani NON HA SOSTENUTO che ci siano brani della seconda scuola di Vienna con interventi diretti sulle corde. Questo lo ricordo benissimo, Bollani ha detto, correttamente, che il primo a fare esperimenti è stato Henry Cowell. E poi ha parlato di Cage e del piano preparato. E poi accenna ad un esperimento di Satie... http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-96a1257e-e6ba-4850-af0f-e5c378c34bd4.html al minuto 43 circa. "Gay" è un termine che indica un comportamento sociale specifico, e per correttezza dovrebbe essere usato solo per situazioni dopo gli anni '50-'60 del '900. Chi fa sesso con gli uomini è semplicemente omosessuale, almeno secondo la nostra attuale sensibilità.
  13. a me sembra un po' eccessiva come distinzione, DiesIrae.... alla fine nel mondo del "continuo" ci starebbe quasi solo la musica elettronica.
  14. C'è anche tutto il mondo della cosiddetta "World Music", ovvero musica più o meno pop che segue tradizioni extra-europee
  15. si "sciupa" la bellezza di Chopin?? Per altro... io ho ripetuto in due messaggi che ho rivisto TUTTE le puntate di Sostiene Bollani e non c'è momento in cui Bollani dica esplicitamente "Chopin era gay". Ha semplicemente fatto una serie di ri-arrangiamenti e a un certo punto ha detto "alla Chopin", e ha continuato a parlare in modo effeminato. E' piacevole notare come nessuno abbia letto i miei messaggi :-)
  16. beh, quello purtroppo non lo decidiamo noi. In Israele suonare Wagner è tutt'ora un evento un po' tabù. Le persone che giudicano l'arte rispetto all'artista esistono, e hanno perfino il diritto di fare quello che vogliono. Nei messaggi di Gilda si nota una specie di adorazione per la personalità di Chopin. Questo E' un pregiudizio ma ha diritto di esistere. ... il mio ultimo intervento cercava di spiegare come la questione FOSSE rilevante... possiamo discutere sull'aggettivo: musicalmente rilevante? Storicamente rilevante? Eticamente rilevante? come dice Eagle, ogni aspetto "umano" entra nell'opera d'arte. Se mi metto le dita nel naso potrei macchiare la partitura... La nostra eccessiva voglia di distinguere l'opera d'arte dall'artista (che ha senso in alcune situazioni ma meno in altre) ci porta a scordare come anche eticamente sia giusta parlare di una persona per quello che era e non per quello che ci siamo sognati fosse. Spesso la discussione sull'identità sessuale dei compositori è partita come "compensazione" di ingiustizie storiche. Io ricordo ancora una UTET musica in cui Peter Pears veniva accreditato come "amico" di Benjamin Britten. Leggendo la cosa mi sono sentito triste, perché è orribile negare ad un morto la verità dei suoi affetti. Per evitare che mi si dica che sono "troppo implicato nella discussione", sottolineo come questa riflessione vada riferita in generale all'utilità e all'eticità del discorso sull'identità sessuale degli artisti. Un discorso che io considero molto importante. Giudicare le opere è una cosa che non mi interessa. Lo hai ripetuto varie volte quindi forse è quello il punto, che ora ti chiarisco: sapere che Caravaggio era rissoso, o omosessuale (ricordiamo ancora una volta che "gay" è un termine moderno), non serve a "giudicare" le sue opere, ma a capirle. A contestualizzarle. Michelangelo Buonarroti ha scritto molti sonetti in cui parla di un conflitto insanabile tra peccato e redenzione. Oggi possiamo dire che si riferiva quasi sempre alle sue pulsioni omosessuali. E non a caso alcuni di quei sonetti sono stati musicati da Britten... e ora, però, mi dici che nesso trovi con la relazione con Georgine Sand :-) perché anche questo è il punto. Se parlo delle relazioni con donne, allora nessuno si fa domande, è ovvio parlare della moglie o dell'amante o della vicina di banco. Se parlo delle relazioni con uomini, ah, allora sono un pervertito che trova disegnini osceni nelle partiture... Se un compositore scrive un ciclo di Lieder per una donna, allora ci sta supporre che fossero amanti. Se un compositore scrive un pezzo per un uomo, ah, erano solo amici :-) E' OVVIO che la cosa cambia da compositore a compositore e da pezzo a pezzo. Tra l'altro, è sempre molto complesso fare analisi di questo tipo con pezzi strumentali. Ma, ripeto l'esempio. Se il compositore Claudio Grasso scrive un pezzo per violino, molto sensuale (la sensualità si trova nella musica, no? Non ha preferenze sessuali ma si trova), e tu scopri che in quel periodo ha iniziato, nella sua vita reale, una relazione con un uomo, allora PUOI, dopo aver studiato, pensare che quella sensualità sia una sensualità omoerotica. Magari è solo un tuo schema interpretativo, magari è una fantasia, ma la musica "regge" anche questo tipo di interpretazioni. Ci sono casi ben più "scafati", ma riguardano soprattutto la musica vocale. C'è un'aria dal "The Turn of the Screw" di Britten in cui io provo quasi imbarazzo... ripeto ancora, io l'ho solo sentito suonare un pezzo e parlarci sopra con fare effeminato. Che non significa dare per certo nulla...
  17. Non è la prima volta che si fanno discorsi simili, anche su questo forum. E tutte le volte l'argomento più "caldo" è proprio questo: a che serve sapere chi si portava a letto tizio o tal altro? Non serve solo a fare 5 minuti di show (tra l'altro, ho riguardato tutti gli episodi di Sostiene Bollani, e l'unico momento rimane quello che avevo citato: Bollani riarrangia un pezzo "nello stile di Chopin" e ci parla sopra con voce effeminata... tutto qui...). Ci sono situazioni in cui questa informazione è molto utile, tanto quanto può essere utile sapere che quel compositore o quell'artista aveva problemi economici o era schizofrenico. Cerco di essere schematico facendo un esempio fittizio. Claudio Grasso è un compositore del '700. E' possibile credere che fosse omosessuale. Questa informazione è importante se voglio scrivere una semplice storia biografica di C.G. , in cui snocciolerò i nomi degli amanti e dei compagni. Questa informazione potrebbe essere importante in un'ottica di storia della produzione musicale se scoprissi che i circoli artistici di cui faceva parte erano composti essenzialmente da omosessuali, il che potrebbe farmi supporre non tanto che erano tutti amanti (che non me ne frega niente) ma che allora come ora il mondo artistico veniva vissuto come naturale sfogo delle "diversità". Se C.G. ha musicato dei testi, soprattutto nel caso di opere liriche e altre composizioni drammaturgiche, quell'informazione potrebbe aiutarmi nel capire la psicologia intrinseca dei suoi personaggi, delle figure maschili e femminili. Se C.G. ha vissuto in modo conflittuale la propria storia sentimental-sessuale, e ho, per esempio, delle date significative, degli avvenimenti specifici nella sua vita, quell'informazione potrebbe essere utile per creare legami tra la sua vita e le opere di quel periodo. Questi esempi fittizi danno un'idea di come la storia sentimentale di un artista possa essere utile alla conoscenza o all'analisi della sua opera. Si parlava di Caravaggio... sapere che i corpi nudi ritratti da Caravaggio erano quelli dei marchettari che frequentava non è AFFATTO secondario, sia perché era un'eccezione chiaramente visibile già ai tempi, sia perché questa scelta (unire sacro e "profano", in un certo senso, arte e sesso) ha influenzato l'opera di moltissimi altri artisti dopo di lui (vedi gli attori di Pasolini).
  18. Mi sa che non hai letto bene i miei interventi. O, piuttosto, non li hai capiti. Come Gilda. Poco male. Allora rispondo alla tua prima domanda: Chopin era gay? No. Nessuno è mai stato "gay" prima del XX secolo.
  19. sono d'accordo per alcuni versi e in disaccordo per altri. La frase citata da Luca mi vede d'accordissimo, come anche le considerazioni sulla difficoltà dell'ascolto e sull'inutilità di "piacere a tutti" (who cares if YOU listen?). Ma non penso sia utile prendersela col mondo discografico-commerciale. E in tal senso credo che nessuno pensi che "Con te partirò" sia musica classica. Rilancio dicendo che il Crossover si è reso autonomo dalla classica da un bel po' di tempo, proprio grazie al suo appeal commerciale.
  20. tra l'altro ho scoperto che "fomentatori della rivolta" sono stati alcuni miei colleghi di facoltà :-) il pubblico bresciano è abbastanza neutro, di norma. Neutro e freddo, tanto con le interpretazioni riuscite che con quelle meno riuscite. Vedremo cosa ne diranno a Cremona
  21. Ha 26 anni, ha scritto un libro (o meglio, firmato un libro...), è andato da Fazio, ha diretto in Scala... e ieri pomeriggio al Teatro Grande di Brescia, dopo aver diretto Elisir d'amore di Donizetti, lo hanno buato e gli hanno gridato "tornatene a casa" ... e vi dirò che non posso che essere d'accordo con il pubblico ... non sapete quanto sia frustrante da corista (e, immagino, da orchestrale) non poter davvero protestare contro il comportamento del proprio direttore. Io lavoro in un coro con tempi di produzione strettissimi. Questa produzione di Elisir è stata sfiancante, abbiamo messo su una regia complessa e faticosa in 4 prove. Avevamo lo stesso numero di prove d'insieme (con orchestra) e Battistoni si è presentato a sole 2! Ci è toccato fare l'antegenerale con un sostituto, che tanto sostituto non era, perché parliamo di Bisanti, un direttore ben più bravo di Battistoni. E perché? Perché dietro al ragazzotto pare ci sia un management di ferro... that's nowaday opera, baby. Confessioni di un corista
  22. se si parla della puntata che ho visto io, ha semplicemente riarrangiato un pezzo "alla Chopin" e lo ha fatto parlando in modo effeminato. Ma magari ha detto qualcos'altro in un 'altra puntata, non so... Sullo psicologo, era un'esagerazione. Quello che si dovrebbe capire è che parlare dei comportamenti sentimentali o degli stati emotivi di personaggi storici ha senso solo se si fa un discorso "con le pinze", e se si riesce a rendere utile quell'informazione. Ci sono state generazioni e generazioni (e generazioni) di studiosi che pensavano (e pensano) che Beatrice, Laura o Fiammetta siano state donne vere di cui Dante Petrarca e Boccaccio si sono effettivamente innamorati. E' moooolto più probabile che fossero "Senhal", ovvero ardite figure retoriche utilizzate per parlare dell'amore o di altre virtù. Ma noi preferiamo molto spesso creare delle mitologie sentimentali del tutto assurde pur di salvare capra e cavoli. Su Saffo "etero" c'hanno scritto perfino opere liriche, per esempio. Ecco, in che modo riusciamo a distinguere tra le poesie d'amore di Dante (che probabilmente non parlano di amori veri) e le poesie d'amore di Saffo (che forse parlano di amori veri)? Non possiamo, non possiamo farlo con certezza. Ma possiamo conoscere meglio il contesto e comprendere le loro affermazioni all'interno di quel contesto. Il contesto di Chopin, probabilmente, permette di azzardare anche l'ipotesi di una sua omosessualità, o bisessualità. Questo ci interesserebbe nel caso in cui possa essere relazionato alla sua storia personale o alle sue composizioni. Si parla dell'omosessualità di Cajkovskij perché in alcune lettere lui stesso cerca di rapportare i suoi tormenti sentimentali ad alcune sue opere; si può parlare della possibile omosessualità di Handel quando si analizzano le scelte di alcuni cantanti piuttosto che altri nelle sue opere. A cosa potrebbe "servirci" l'omosessualità di Chopin? Questa è una domanda che possiamo porci. Premettendo che non sapremo mai nulla di certo della vita sentimentale di nessuno, neppure dei vivi, se Chopin non viveva in modo "tormentato" la sua vita sessual-sentimentale, o se questa vita non ha comunque influito sulla sua opera, allora possiamo tranquillamente fregarcene di chi si portava a letto o di chi si innamorava. Siano esse donne o uomini, eh...
  23. non ho molto tempo in questi giorni e sono molto irascibile. Quindi mi scuso a priori se sarò aggressivo. Cercherò di quotare le affermazioni di Gilda che reputo prive di fondamento METODOLOGICO, nonché sostanziale. della serie "prima di scrivere bisognerebbe informarsi". Una cosa è l'opinione l'altra è il fatto. George Sand continuò a vestirsi per anni. Questa cosa si chiama "Cross-dressing", è una pratica che oggi viene riconosciuta tra le pratiche "queer", ovvero quei modi alternativi di vivere la propria identità sessuale, che in sè non significa essere gay ma significa, appunto, vivere in modo diverso la propria identità. La Gender Theory, come dicevo nello scorso messaggio, non si limita a dire "lui è gay, lui no", cerca di rapportare l'identità sessuale alla pratica artistica. La frase "la Sand non rinnegava la sua natura femminile" è un nonsense. La Sand aveva una morale e un comportamento diversi da quelli della maggioranza delle donne sue contemporanee. Non sappiamo chi entrò nel suo letto (escludendo le lettere di cui dicevo) ma liquidare la questione non mettendo in campo neppure un dubbio è scorretto. questa è, mi si conceda, una stupidaggine. Qui non si parla di mascolinità, si parla di omosessualità o, meglio, di riformulazioni dell'identità sessuale. Io sono gay e non mi considero femminile, in nessuna delle possibili accezioni dell'aggettivo, anche se nella nostra società "potrei esserlo", cioè, sarebbe possibile che io mi comportassi in un modo molto diverso da quello medio dei maschi biologici. Se vogliamo parlare seriamente dell'omosessualità ai tempi di Chopin dobbiamo premettere che non poteva esistere un comportamento sociale "gay", non è neppure lontanamente immaginabile che una persona che provava attrazione verso persone del proprio stesso sesso vivesse con tranquillità o libertà questa cosa. Ed è per questo che gli studiosi stanno molto attenti ad alcuni segnali ambigui, come relazioni amicali molto durature. Di contro la storia sociale ci parla di diffuse pratiche sessuali omosessuali, soprattutto tra persone mature e ragazzi. Tutti questi dati servono relativamente a poco nella musicologia se non riescono ad essere rapportati alle composizioni, all'estetica, ed è proprio qui che nasce il problema Chopin: l'estetica chopiniana riformula i classici concetti "sessualizzati" della composizione. Sapere se questo aveva a che fare con la sua vita emotiva è interessante, meritevole di approfondimento. lo hai conosciuto di persona? C'è una diagnosi psicologica che lo dimostra?? come tutte le persone ipersensibili?? QUESTE sono affermazioni metodologicamente errate. Noi possiamo solo supporre quale fosse la psicologia di Chopin e, di conseguenza, possiamo solo supporre quali fossero le cause dei suoi stati d'umore. Allo stesso modo in cui possiamo solo supporre il modo in cui viveva i sentimenti o le attrazioni fisiche. La prosa che usi nel parlare della vita emotiva di Chopin è da romanzo d'appendice, in questo modo tutta la serietà del discorso sul gender viene meno. Sembra che la discussione sia tra chi crede che gli etero possano essere dolci e chi crede che solo i gay possano esserlo... oh?! Mica è un programma di Barbara D'Urso, su! a titolo di cronaca, Cajkovskij parlava di fiori in una delle sue ultime lettere. E oggi sappiamo che molte lettere di Cajkovskij sono state nascoste dal regime sovietico per insabbiare la sua omosessualità... no, uno psicologo può capire, non un artista, men che meno un'artista con l'apostrofo. Stiamo trasformando la ricerca della verità storica in una presa di parte. Tutto QUESTO è metodologicamente errato. Del resto non scrivo, ho già citato quello che penso sia il vulnus metodologico maggiore, ovvero trasformare il discorso su Chopin in un generale discorso sulla sensibilità degli uomini...
  24. non conosco così bene la vita di Chopin e i documenti relativi per poter dare un'opinione. Ma... alcune delle affermazioni di Gilda sono metodologicamente prive di fondamento, tanto quanto quelle di chi afferma che Chopin era omosessuale solo analizzando la sua musica. Queste questioni si affrontano solamente con prove documentarie. Per negare l'omosessualità di Chopin basta dire che non abbiamo prove a riguardo. Tutto il discorso sulla sensibilità maschile, sulla virilità, sugli artisti o su George Sand sono insensati. Per altro, la Gender Theory, che si occupa di rapportare le tendenze sessuali al mondo dell'arte, non si limita al giudizio "Gay-NonGay". Georgine Sand era, probabilmente, bisessuale. Il solo atto di crossdressing (vestirsi con abiti del sesso opposto) rimane una cosa epocale e rivoluzionaria. Ma nel suo caso ABBIAMO lettere che avvalorano relazioni con donne (Marie Dorval). Una veloce ricerca su internet mi conferma che non ci sono prove consistenti di nulla, su Chopin. Ma ci sono teorie contrapposte. Io tendo a essere sempre possibilista, se ci sono teorie e se non sono un esperto del caso. Ma il problema di questi argomenti è che nella maggior parte delle situazioni i documenti vengono persi o scientemente occultati. Su Cajkovskij è stato così, molte sue lettere non sono state pubblicate o sono state censurate. Perfino su Leopardi si è calata per molto tempo una coltre di bigottismo
  25. penso vada bene, l'importante è specificare a quale materiale ci si riferisce. Ovviamente un termine simile richiama alla mente l'idea che ci sia un materiale, cioè, che il compositore prenda un elemento e lo tratti in modo particolare, a sé. Se preso in modo così largo, è un concetto flessibile e adattabile a molte cose: un tenor liturgico è materiale, un color è materiale, una figura retorica è materiale. Quando arriviamo alle grandi forme classiche e romantiche, poi, per "materiale" possiamo intendere materiale motivico, quindi le strutture melodiche, armoniche, ritmiche o espressive che stanno alla base dello "scorrimento" di una composizione
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