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Piano Concerto - Forum pianoforte

Frank

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Tutto postato da Frank

  1. Vi immaginate suonando sulla panchetta del pianoforte? Dico, gusti a parte, quando lo indossereste?
  2. Ti sembrerà strano Daniele, ma capisco bene quello che sostieni ... per cui potrebbe anche essere che debba cambiare il mio dritto punto di vista strambo. Come succede anche nelle questioni analitiche, ogni soggetto in causa si serve di mezzi comuni per scopi diversi: il compositore usa l'analisi per uno scopo, l'interprete per un altro, il musicologo per un altro ancora. A proposito dell'argomento del topic, la questione nasce dal fatto che io sono uno di quelli che scrive la musica e sono certo di non essere l'unico a non scrivere a casaccio ma secondo, possiamo dirlo?, "codici". Per me l’uomo, oltre ad esprimere concetti, pensieri, significati può esprimere anche ben altro...appunto sensazioni, emozioni, reazioni (e non solo a chiacchiere)...che sono parte dell'uomo al pari di pensieri,concetti e significati, anzi, voglio osare, sono anche più "profondi" e spesso i meno controllabili dalla sfera razionale che è presa appunto da altro. EDIT Ah, non è un'ipotesi ma esperienza diretta, per cui mi esprimo anche tramite la musica e non solo tramite la parola...controindicazioni?
  3. ... potresti valutare di cercare dei collaboratori
  4. Daniele è in soggezione, tu senti che la mia voce incute un po'di timore...al prossimo raduno parlerò solo dopo una deicna di bicchieri di vino :D Scherzi a parte E no, è come dire una fuga alla Bach. Non proprio se senti che evoluzioni ha avuto la fuga dopo Bach. Uguale per la preparazione del pianoforte, anche se Cage è stato uno dei primi (non il primo), poi l'argomento ha avuto una sua evoluzione e sicuramente oggi non è vissuta come esperimento o espressione filosofica ma come mezzo espressivo frutto di una propria ricerca atistica. Come per tutto il resto devi distinguere tecnica da repertorio; a livello di didattica sicuramente Bartók, Kabalevskij e Kurtàg non guastano, anzi! Per il repertorio c'è l'imbarazzo della scelta. Devo riconoscere però che come vedo carenze dal punto di vista interpretativo ... ci vedo carenze pure dal punto di vista didattico e questo è colpa dei compositori; è una cosa con la quale voglio farci i conti anche io. In effetti non molti si sono curati di lasciare opere didattiche, adatte ai principianti, propeteutiche a far assimilare sin dall'inizio certi mezzi espressivi. Qualcosa c'è ma sento che non basta, spero prima o poi di ruscire a contribuire anche io (nel mio piccolo) con qualche opera didattica....chi lo sa, in futuro ...
  5. Nessuna soggezione Daniele, ci mancherebbe altro. Un brano lo trovi meraviglioso, a dispetto di altri, perchè ti comunica qualcosa. Quel qualcosa (non voglio nenache definirlo) si serve di un tramite, che temo proprio sia il lingaggio. O meglio, come puoi/possiamo definire questo "vettore"?
  6. Senza scadere nell'auto citazione... 2' di ricerca sul tubo Mi sono bastati i primi 10'' per capire che la composizione avrà uno sviluppo divertente e no nso nenache chi sia tal Mark Lackey
  7. Avevo dimenticato le prescrizioni,non eludere la domanda. Io penso che ti stai - sicuramente in buona fede - auto-imbogliando da solo. Già il verbo unire dovrebbe accenderti qualche lampadina, non parliamo di "maniera" (che sottintende modo)...te lo dice uno che unisce le note, probabilmente non in modo magistrale o/e meraviglioso ma che le unisce nel suo modo. ....sei ancora in tempo a spiegarmi come fai a sostenere che un brano è meraviglioso. Senza questa risposta, non proseguo
  8. Ecco ... e come fai a sostenere che è meravigliosa? Fra l'ascolto è il sostenere meraviglioso, c'è di mezzo "un mondo (fatto di cosa?)... arrovelliamoci sulla questione.
  9. Io ormani direi "uso non ristretto" del pianoforte, dopo quasi un secolo dò per assodato che esiste una cordiera, che il pianoforte può essere preparato, etc. e si possono fare anche cose molto divertenti (per rispondere a un altro thread di fabio73) e ironiche. Dipende da cosa cerca/vuole il compositore.
  10. Invece no cara Nancy, è proprio per questo che ci sono delle carenze. Ci sono studi che partono dal primo anno di pianoforte dedicati allo sviluppo della capacità improvvisativa e all'utilizzo del timbro. Dipende dalla sensibilità del docente quando cerca di insegnare allo studente ... se fossi in te inizierei a coltivare autori tipo Kurtag, ti renderai conto che c'è l'abc anche per questi aspetti. Eppoi, esiste il mio primo Chopin ... non a caso
  11. Scusa Simone, dicevi timbrica. Certo, vero. Ma tutti i filoni indicati escludono l'utilizzo ad esempio della cordiera che richiede una sensibilità musicale e capacità tecnica/ interpretativa mirata ad altri e diversi modi di emissione del suono ... non di meno alla gestione non ristretta (solo tastiera) delle potenzialità sonore dello strumento. Forse più chiaro. Per cui il Liszt potrebbe non essere esaustivo e neanche "completo" dal punto di vista timbrico delle possibilità offerte dalla tastiera (glissandi, armonici, etc.).
  12. Per capirci, eseguire un brano di liszt, seppur complesso sotto un milione di punti di vista, non raggiungerà mai la complessità ritmica di un brano di Messiaen...giusto per citare un grande assente della lista. Ma come Bach lo vedi come riferimento polifonico, a me piacerebbe sentire un aspirante pianista suonare anche Messiaen (non che sia finita li, ma basta per farsi una buona idea su una determinata capacità)
  13. ... anche a me era venuto in mente subito Dante, ma poi ho glissato
  14. Forse la fregatura è questa (scusate il wiki) https://it.wikipedia.org/wiki/Natale A proposito del Natale: 25 dicembre (per cattolici, protestanti e ortodossi che seguono il calendario gregoriano); 6 gennaio (per le chiese ortodosse orientali); 7 gennaio (per ortodossi che seguono il calendario giuliano); 19 gennaio per la chiesa armena apostolica di Gerusalemme che segue il calendario giuliano. Mi incuriosisce il 10 gennaio
  15. ...no, dico, perchè se leggiamo un testo scritto nel 1500, domande non ce ne facciamo? Un esempio a caso http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/6117-satira-su-un-errore Eppure sono parole (per assunto trattasi di linguaggio), per cui con un senso è un significato chiarissimo ma soprattutto immediato; in effetti basta leggerle, non serve conoscere quello che c'è dietro e tanto meno a cosa si riferiva chi le ha scritte....e al contesto in cui sono state scritte. Ovvero, le nostre 4 stagioni di Vivaldi.
  16. Questo post, che mi piace, incarna perfettamente alcune carenze interpretative dei giorni nostri. Io vorrei valutare almeno altri tre parametri: - la capacità "improvvisativa" (non intendo il Jazz, ma l'alea) - la gestione timbrica - la gestione ritmica E non a caso nella lsita mancano nomi del XX secolo (ne bastano 3) Però senza queste secondo me oggi un interprete non può definirsi veramente completo.
  17. ... un video con te che suoni?
  18. In estetica esistono riferimenti precisi a questo discorso e quest'opera di Vivaldi appartiene al figurativo ovvero alla semantica musicale in relazione alle immagini (alcuni esempi: tempesta, pastorale, stagioni, etc.); diciamo che si proviene da categorie sematiche diverse (...anche le suggestioni acustiche fanno la loro parte)
  19. Leggete questo passo http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/10/giovanni-allevi-a-roma-ancora-una-prova-di-inadeguatezza/3307588/ L’ultimo episodio non è che l’ennesima dimostrazione di come i potentati economici possano rendere possibile qualsiasi cosa: personaggi di dubbia o scarsissima qualità recitativa che di colpo si trasformano in attori di punta; manager e imprenditori che si autoproclamano statisti d’indubbio livello; musicisti pop che dirigono orchestre sinfoniche.
  20. Fino a qua mi quadra. L'uomo si esprime anche tramite la musica, il resto (concetti, pensieri, significati) sono un di cui. Perchè escludere la sfera emotiva? Tant'è che non è così facile esprimere a parole certe cose, ma la musica rende benissimo. Il problema nasce quando la musica non esprime nulla e rimane confinata in uno sterile esperimento. Ripeto, il senso è già un significato...resta fermo il contesto. Ripeto: le stesse parole (nello stesso ordine) possono fare ridere e fare piangere e non basta anteporre altre parore: tipo "scherzo" o "siamo seri" per dare un senso alle stesse, a volte serve qualcos'altro che, ci piace o meno, riguarda - guarda caso - con la musica in senso lato. Vogliamo parlare del tono della voce (ad esempio)?
  21. Chi l'ha detto? Non è sicuramente la sintassi a deciderlo ma è il compositore. Evidentemente i tempi moderni non suggeriscono molta allegria e gli artisti sono proprio espressione del proprio tempo. Odio autocitarmi, ma esite un mio tango per tiorba e violino, "atonale" visto che piace questo termine, che tutto suscita tranne che tristezza. In questo frangente mi interessava la passione e i suoi risvolti, trasmette sentimenti "positivi" (vogliamo dire così?) nonostante l'assenza di tonalità Ma ci sono un sacco di esempi, basta girare per il WEB PS Mi piace l'idea di citare il 1909, mi sembra un altro periodo mediamente "grigio"...per cui, perchè proprio il 1909? (curiosità)
  22. No, c'è un contesto dove le stesse parole (nello stesso ordine) possono fare ridere e fare piangere e se abbinato ad un testo c'è pure la musica... diciamo che la cosa si articola ancor maggiormente Diciamo che la musica non può avere singificati ma senso. Diciamo che la musica è un linguaggio asemantico, ma questo non esclude la sintassi (che ha delle implicazioni) ... ma torniamo ai 3 elementi che mi piacerebbe se ne parlasse.
  23. Domanda poco chiara, il linguaggio atonale in se non è nulla se non tutto quello che non è tonale (.. per cui anche la modalità è atonalità). Non mi pare che la tonalità sia l'unico mezzo per suscitare emozioni, io mi emoziono persino con il gregoriano...che è una "melodia"
  24. Premettendo che la domanda è già una restrizione sul vasto argomento, butto sul tavolo i seguenti elementi da leggere da sinistra verso destra: Collazione | Paratassi | Sintassi Ho sottolineato non ha caso da sinistra verso destra, in quanto siamo anche troppo abituati a pensare in modo occidentale e leggere in modo lineare; e in realtà esiste anche la lettura modulare (e non solo in musica) con opere scritte proprio in tal senso. Argomento articolato ma rifletterei appunto su queste tre macro fasi che in musica possono avere tanti punti di contatto, insomma, i confini non sono mai cosi delineati.
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