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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Da qualche parte ho parlato dello studio con fermata sull'unità di tempo. Con ripetizione e senza ripetizione. Questo studio insegna a velocizzare il pezzo suonando veloce tra una fermata e l'altra osservando e perfezionando i micromovimenti che solo in velocità e quindi in esecuzione possono essere mostrati e corretti
  2. Facci Sapere. I Consigli di Giovanni sono saggi. Fare un test del suono non è male.
  3. Siete divertenti!!!!!!Hahahaha!!!! Naturalmente il video di Cortot è un po' Liberty......Il suo fantastico approccio alla musica romantica, oggetto di riflessione anche su alcuni suoi bellissimi libri, è modernamente , con rispetto parlando,un po' decadente. Belle le osservazioni di Nancy sulla comunicazione non verbale, alla quale la nostra Musica appartiene. Che l'interpretazione debba muovere dalla "chiarezza comunicativa" non c'è dubbio e su ciò, credo, siamo tutti d'accordo. E' comunque difficile e, come sostiene sempre la nostra amica, ci vuole tempo di assimilazione, di studio...o semplicemente tempo. Io credo, provare per credere, che la maturazione del pezzo avvenga anche in parte col passare del tempo, anche in assenza di studio. Cambia anche la nostra maturazione e ogni esperienza musicale ci apre nuove prospettive. Aver suonato ad esempio in pubblico un programma nuovo ci rende una grande esperienza, esperienza che, messa a dormire per qualche tempo, ci restituirà, alla ripresa di studio di quei pezzi, nuovi modi di intendere. Il pezzo insomma , per dirla alla francese, ci entra "par coeur".....Chissà se sono riuscito ad essere chiaro nella comunicazione?
  4. Come ti suggerisce correttamente giovannig, c'è differenza e anche io mi assicurerei che la sostituzione soddisfi le tue esigenze. Altrimenti è meglio lasciare per ora la vecchia.
  5. Mi trovo in linea con giovannig ....il suonare produce vibrazioni!!!!! Anche il sole giustamente secca l'aria....diciamo è bene un ambiente asciutto. Vedrai che il fenomeno si arresterà suonando . Prova. Tutti i giorni. Non credo che ci possano essere altri rimedi oltre alla camera a gas.
  6. E' vero esistono pochi testi che spiegano e non sempre possono essere esaurienti. Infatti da martelliera a martelliera l'intervento di intonazione può essere molto diverso, specialmente se ci si trova di fronte a martelli già pre-intonati dalla Casa. Sull'accordatura ci sono precise regole teoriche, che però possono essere modificate a seconda della disarmonici dello strumento.
  7. Ma diciamo che anche se è difficile rintracciare l'anno, è ipotizzabile pensare che sia fine ottocento. Se poi è a corde dritte, il valore è relativo . E' diciamo un pezzo da amatore. Bisogna essere molto attenti al restauro ed eventualmente sostituire parti adatte e/o casomai realizzate appositamente. Conviene? A meno che non vi sia un grande valore affettivo, non credo che il considerevole costo del restauro possa creare un notevole valore aggiunto
  8. Il problema sta nel fatto che è stata rasata e rasata non correttamente. La forma troppo arrotondata, specialmente sui medi e sugli acuti ha accorciato la sua vita. Naturalmente si è alleggerita...ma bisogna controllare il peso di ritorno del tasto. Comunque se per te va bene, falla ancora lavorare. Il suono non dovrebbe essere nitido perché la vedo piuttosto lanosa sull'apice.
  9. Mi trovo d'accordo sulle giuste considerazioni di Andry e di Nancy!
  10. Interessante ascolto e interessante sarebbe anche addentrarsi nel grande mondo dei temperamenti. Sono d'accordo sul fatto che alcuni temperamenti siano più congeniali ad alcune tonalità e che quindi, prima del temperamento equabile, al quale noi pianisti siamo abituati, aggrappati, confortati, ....molti altre soluzioni erano veramente più raffinate. Un bravo clavicembalista può essere capace a modificare la propria accordatura di volta in volta e quindi, perché no, ritornare ad appartenere ad una storica immagine del suono temperato. L'equabile volle e vuole solo fornire una soluzione ultra pratica per tutte le tonalità e oggi lo studente è disposto ad accettare di meno o per niente che ci fosse una ragione nella scelta di un do minore prediletto da Beethoven o di qualche mozartiano sol minore. Quindi l'osservazione di Nancy è non solo, secondo me, pertinente, ma denota anche una grande sensibilità all'ascolto. Complimenti per lo studio che stai facendo, antares86!!!!
  11. Più crescenti gli acuti......ne ho sentita una nuova. Direi che i concetti sono molto più raffinati,per esempio gli ultimi acuti risultano un poco crescenti...ma non all'orecchio...opp. si possono fare ottave più aperte ecc...Ma bisogna valutare da strumento a strumento. Il C3 ha un buon equilibrio tra bassi e acuti , anche se trovo tutti i modelli Yamaha di difficile accordatura. La cordiera è un poco "maggiorata" per dare più potenza, ma in alcune zone ciò può tradursi in disarmonicità. L'accordatore deve essere molto preciso con i movimenti della chiave, perché le posizioni delle caviglie hanno poca tolleranza di errore. queste solo alcune osservazioni che mi vengono in mente. Un buon accordatore sa come rendere brillante e cantabile una accordatura, se fosse così facile da spiegare in poche parole, direi che questa volta vince l'esperienza. L'intonazione è altra cosa. consiste nel restituire al martello quel giusto timbro ed equilibrio sonoro che può aver perso percuotendo a lungo la corda. nel martello esistono zone diversificate in fatto di durezza ed elasticità e ciò cambia man mano che percorriamo tutti i suoni della tastiera. Ci si serve di un intonatore, strumento composto da un manico e una serie di aghi che possono andare da 1 a 5 , per punzecchiare più a meno a fondo le zone del feltro e allontanare le fibre tra loro. Intervento difficile ed irreversibile, può donare ad una martelliera una eccezionale qualità sonora ...come può ucciderla. Una buona intonazione e una buona costruzione del martello, dovrebbe donare un chiaro pianissimo e un rotondo fortissimo e rivelare , muovendosi da un estremo all'altro della intensità sonora, una diversa progressività timbrica ( cioè una ricca qualità di armonici)
  12. Questione delicata. Direi che puoi riprodurre perfettamente una martelliera. Abel lo fa e non solo lui. Vorrei che sia ben chiaro, per questioni e sciocche accuse che abbiamo subito in passato, che noi non possiamo e non vogliamo suggerire in esclusiva nessuna Ditta che fornisca ricambi per pianoforti, tanto più che , per principio, non accettiamo proposte pubblicitarie. Fermo restando che Renner , Abel, Rosen, e anche altre ditte orientali producono martelli di diversa fattura, abbracciando varie e diverse "filosofie" di costruzione, si deve sempre scegliere la martelliera identica o simile nella forma, nel peso, nel colore e nella qualità, a quella originale. Escluso che si possa montare una originale Yamaha ( ciò comporterebbe un lungo lavoro di impregnazione del feltro e di intonazione, molto vicino ai procedimenti di Fabbrica) Una Renner o una Abel vanno bene. Quest'ultima ha bisogno di poca intonazione e può essere costruita da Abel su richiesta con qualsiasi colore di sottofeltro ( anche coll'impregnare grigio come nella foto)e con durezza diversificata su richiesta. Ora, sarebbe interessante sapere perché hai deciso di cambiarla. dalla foto che posti il martello sembra buono. Va bene che si tratta del martello 2 poco suonato. bisognerebbe vedere gli altri. Comunque prima di cambiare ( il che non garantisce sempre un risultato sonoro migliore) conviene capire che cosa non va nella vecchia. Inoltre è opportuno montare la nuova su nuovi stiletti e conservare la vecchia . Mai gettare via la originale ( se è stata già sostituita e la precedente gettata via....molto male!!!!) P.S. lo spessore dei martelli deve essere quello stabilito dalla Casa. Non sono sicuro se il C3 abbia i bassi "tagliati" come nella foto...forse quella matricola....controllare!!! P.S. ....Questa non la fanno più,,,,ecc....direi tradotto .....Io ho questa e ci metto questa ( questa volta avanzo arditamente una critica alla sincerità del tecnico)
  13. Il feltro verde di riposo dei martelli non va toccato a meno che non si voglia cambiare la distanza martello-corda. Fermo restando ciò, se lo spignattare non torna sotto la noce si deve adire sul pilota del tasto. Si abbassa un poco avvitandolo cosicché , a meccanica ferma, lo spignattare possa tornare senza impedimento sotto la noce. Naturalmente c'è un punto di regolazione tale che non si avverta neanche il minimo vuoto sotto il tasto prima che il martello dia segno di movimento. La bretellina troppo tirata può alterare questa regolazione. Attenzione . Se tu guardi i miei video tutorial , spiego tutto ciò.
  14. Se tutto si potesse imparare da un libro saremmo tutti a posto.In realtà io credo personalmente che esistono già diversi buoni libri che forniscono nozioni sull'argomento. Il mio sarebbe uno dei tanti. La conoscenza, invece si forma non solo dalla nozione, ma dalla esperienza fatta e quella appartiene ad ognuno di noi. Nozione + esperienza= conoscenza.Uno degli arditi scopi di questo forum è , e non solo, quello di incoraggiare, ove possibile, a fare esperienze tecniche e musicali , sulla traccia delle nozioni fornite E' evidente che anche questo non sostituisce il competente intervento di un tecnico professionista o di un consumato insegnante musicista. Quindi, caro Saverio, anche se ti ringrazio per l'invito, che traduco come attestazione di stima, ti suggerisco di consultare libri di riferimento già esistenti e di fondamentale importanza. Il Reblitz è uno di questi. La lingua si capisce molto bene. E' scritto in un inglese facile e parla di una materia a noi conosciuta. Questo è un vantaggio. Marcello Sorce Keller, grande Etnomusicologo e allievo del grande Carpitella, un tempo mio docente di Etno,mi suggerì di leggere la materia che conoscevo direttamente nella lingua. Io che con le lingue me la cavo male ...anzi malissimo, scoprii che leggere un argomento a me ben conosciuto in una lingua a me non ben conosciuta ... e' possibile!. Merito dell'amico Prof. che mi regalò un libercolo anglo- americano scritto da un musicista e diretto a musicisti country che volessero imparare i primi rudimenti sulla Musica ( figure di valore, ritmo ecc..). Era di piccole dimensioni, tascabile, e il titolo era ironicamente americano. Tradotto suonava all'incirca così: " zampe di gallina e cacate di mosca", cioè le note....mi fu molto utile.
  15. Leggo ora Simone, che dice tuttavia cose giuste. E' evidente che partendo da un tempo meno lento è più facile trovare quella "tensione" invocata giustamente da Simone. Puoi provare a suonarlo leggermente più veloce e sentirai più facilmente il crescere della "corda tesa" dentro di te. Per conservare questa difficile continuità sonora nel lentissimo. sari costretto a suonare leggermente più forte, diciamo anche con più pressione. Anche una leggera libertà nel tempo, specie nella parte del recitativo renderà il pezzo meno "virtuale". E' comunque un' ottima esecuzione.
  16. Bravissimo. Mi piacciono molto. Hai scelto tempi lentissimi, molto difficili per legare il suono e dare un senso allo sviluppo della frase. Direi che ci sei riuscito molto bene. Solo l'accordo finale del Poeta non lo staccherei anzi cambierei il pedale in modo sincopato suonandolo pianissimo. Bravo
  17. Le forcole devono comunque muoversi agevolmente, Svitate dalla loro sede devono cadere lentamente e uniformemente sotto il peso della propria vite
  18. O bretella troppo tirata o controlla le guarnizioni del tasto. Controlla anche il perno della forcola del cavalletto e della forcola del martello!
  19. Il bel suono non dipende solo dalla martelliera, ma anche dalla vetustà delle corde e dalla carica della tavola di risonanza. La raffinatezza nel calcolo del progetto fa il resto.
  20. Andiamo per gradi. Per le punte delle bretelline nessun problema. Le puoi rifare con una pelle molto leggera o con una stoffa colorata. Lo scopo delle punte è di rinforzare il foro che subisce uno stress nel ritorno del martello. La colla vinilica diluita può andar bene. Per gli spingitori, prova ad estrarre il cavalletto e "massaggia" avanti e indietro lo spignattare, come se volessi "scaldare il pezzo. In questo modo si stressa e si scalda la parte del perno che sta nelle guarnizioni e ciò può favorire un ripristino del giusto attrito. Alcuni tecnici fanno uscire dalla sede pochissimo il perno e lo scaldano. Ciò favorisce il movimento del perno, perché....naturalmente il calore lo fa aumentare di calibro...ma attenzione....il perno allarga anche la sede centrale dove deve stare ben fermo nel legno. Quando si fredda rimane troppo lento anche nella parte interna e potrebbe col tempo sfilarsi dalla sede ( infatti il perno deve essere ben saldo al centro e agevole sui fori guarniti. Per questo quando si cambia si maggiora!). Niente sfilare, pulire, lubrificare. Niente!. Se non risolvi ...il perno deve essere sostituito! I Martelli. Dopo così tanti anni i martelli sono induriti e non più elastici. Nemmeno "disponibili" a farsi intonare. Non otterrai buoni risultati punzecchiandoli. Inoltre l'intervento è quello dove serve la maggiore esperienza. SI pensi che in fabbrica, colui che intona i martelli è pagato di più di altri tecnici-operai. Sui martelli nuovi si può usare o non l'impregnante che indurisce, sì, i martelli, che poi, di nuovo intonati, acquistano maggiore potenza. Alcune Case impregnano e alcune no. L'intervento di intonazione è complesso e non si limita solo al "punzecchiamento". Martelli ben intonati acquistano un bel suono e la differenza da prima dell'intervento è udibile anche dai non esperti musicisti. Si tratta di rendere alcune zone del martello più o meno elastiche per far si che l'imatio con le corde permetta di generare i giusti armonici che "vestono" il bel suono.
  21. Benvenuto "pianista ritrovato". Spero potremo scambiare molte opinioni sulla Musica e non solo.Benvenuto
  22. Non toccare assolutamente le viti del telaio. il rumore può dipendere o da ungerei scollamento del ponticello in quel punto. Se così, prova a spingere sul ponticello mentre suoni la nota; se la vibrazione scompare, allora dipende da ciò. Potrebbe anche essere anche il risonatore. cioè la parte libera della corda che risuona per simpatia. Allora, se così, puoi provare a stoppare il suono con dei piccoli "cavalierini" di feltro per impedire la risonanza. Sono naturalmente ipotesi e un bravo Tecnico saprà fare una diagnosi esatta.
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