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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Giusto. E il fondamento sta anche nella coscienza di studio. Cioè "mi tranquillizzo solo se sto pensando a quello che sto facendo".....ma che cosa devo fare? A volte si è ansiosi perchè nell'inconscio profondo non si sa bene quello che dobbiamo fare, sia tecnicamente che musicalmente. Dobbiamo essere coscienti di aver studiato bene e di non aver dubbi su come risolvere ciò che dobbiamo suonare. Inoltre , se si suona a memoria, ma anche se non, bisogna essere in grado di assicurare a se stessi di conoscere bene "l'orientamento" armonico. Anche Rubinstein negli ultimi concerti, una volta eseguendo la prima ballata di Chopin ripeté una battuta ...come se avesse avuto un piccolissimo vuoto, ma conoscere bene quello che l'Autore ha messo in piedi armonicamente...ci salva e lui, certamente, conosceva bene tutta l'Opera di Chopin, che suonò e incise per tutta la vita. Non per questo dobbiamo conoscere le "Opere omnie"...ma cercare di capire, nelle frasi musicali, specie nella musica tonale, su quale armonia si costruisce il pezzo. Una volta, in Conservatorio, chiesi ad un ragazzo quale sonata di Beethoven avrebbe dovuto suonare all'esame. Mi rispose :" Quella dell' op......." " Ah, dissi, quella in do minore!....." Mi fissò senza proferire parola di affermazione!!!
  2. Allinea il piano delle tre corde di ogni coro, in modo che vengano colpite simultaneamente dal martello.
  3. Direi di no. Si può isolare un po' la stanza- studio coibentando la porta e la parete di comunicazione interna, ma bisogna considerare, come argomenta la Fisica tecnica, che solo il piombo riesce a isolare le onde acustiche.
  4. Se capiti a Roma, un mio amico pianista vende uno Steinway 180 a 16.000. Un gioiello. Un vero affare. Suono stupendo, ma lui preferisce il suono aggressivo di uno Yamaha....mah...Io lo convinsi a comprarlo da un privato. Era di proprietà di un insegnante di didattica musicale che lo suonava poco. Quindi non sfruttato, ma efficentissimo. Io ho eseguito una impregnazione della martelliera come Steinway modernamente fa e una intonazione dei martelli. Suona ancora meglio, suono ricco, equilibrato e brillante, preciso e corposo. Pensaci. Credo sia trattabile
  5. Al di là del numero di serie...che puoi trovare sui siti Yamaha, è importante che tipo di ricondizionamento è stato eseguito. Se la martelliera è stata rasata, controlla che la forma dei martelli non sia tondeggiante sugli acuti e che non sia stato tolto troppo feltro. Controllare lo stato delle corde ecc.. Puoi guardare un mio video tutorial sul sito proprio a proposito dell'acquisto di un pianoforte usato.
  6. Benvenuto Angelo, ...non è mai troppo tardi!!!!!
  7. Il Petrof lo conosco benissimo. Da pianista,ne ho posseduti tre: due verticali e un coda. Da tecnico , ti dico che è uno strumento di ottima qualità sonora, ma la meccanica va messa a punto bene. alla fine si ottiene un ottimo strumento, specie con le misure alte come questo. Deve però toccarlo un esperto, perchè per ripristinare i perni è cosa di esperienza. Naturalmente una giusta regolazione , accordatura e intonazione dei martelli completano obbligatoriamente il lavoro. Il pianoforte postato, mi sembra abbia la martelliera in ottimo stato...ha suonato pochissimo...ma forse è stato fermo per molto tempo e non in un ambiente non troppo asciutto
  8. Il problema della meccanica dura dipende dai perni di centro dei martelli, dei cavalletti e dei montanti di scappamento. Si devono sostituire, alesando i fori guarniti in cachemire e maggiorando i perni di una misura. Bisogna assolutamente usare alesatori dritti e il lavoro deve essere eseguito da un esperto. Un controllo anche alla meccanica degli smorzatoi. Ogni altra pratica come la maggiorazione della piombatura nella parte anteriore della tastiera è contro il buon senso. P.S.Il fatto che la tastiera diventi più morbida ( SOLO ATTRAVERSO L'ELIMINAZIONE DEGLI ECCESSIVI ATTRITI), fa diminuire il peso di abbassamento, ma, cosa essenziale, fa aumentare il peso di ritorno dei tasti e quindi la prontezza della tastiera. Musicalmente, una tastiera di giusto peso e dotata di prontezza sviluppa in modo sano la tecnica pianistica, che ,altrimenti, verrebbe falsata nell'intento di vincere gli eccessivi attriti di tutta la meccanica.
  9. So che dicendo ciò che sto per dire avrò addosso molti di voi. Tutto questo dipende dalla nostra emotività. Sia la sudorazione che la cattiva circolazione che provoca le meni fredde dipende da un fattore emotivo. Molti bravi e conosciuti pianisti indossano addirittura guanti di lana prima del concerto o devono "scaldarsi" su di un pianoforte dietro le quinte (ammesso che ci sia). Si provi a "saltare a pié pari" questa fase e ad entrare subito nella Musica, pensando a tutto ciò che dobbiamo e possiamo esprimere. Dolcemente e leggermente si prenda confidenza con la tastiera e si cerchi di non pensare assolutamente agli impedimenti che il meccanismo mette in atto frapponendosi tra noi e il suono. Denis Devallant dice nel suo meraviglioso libro LE PIANO di pensare direttamente di suonare sulle corde. Del resto è l'eterna dannazione del pianista essere "lontano" dalla produzione del suono. Bisogna, secondo me, e non solo, trovare subito il contatto sincero con lo strumento affidandosi ad esso piuttosto che sfidandolo! Ed ecco che ritorna sempre il concetto che crescere con un riferimento giusto sotto le dita, ci fa capire "dove siamo" e non ci fa smarrire nell'assortimento del "gesto pianistico". All'inizio di un concerto scegliere quindi un pezzo che ci fa prendere confidenza con la tastiera, senza richiedere troppe raffinatezze. Maurizio Pollini, nei suoi giovanili concerti, dopo già aver vinto il concorso Chopin di Varsavia, apriva spesso con la suite op. 14 di Bartok per poi affrontare un denso programma dedicato a Chopin. La suite, tutt'altro che facile, è però un buon pezzo di apertura, con un primo tempo di forti sonorità, dove si può ben provare anche gli effetti del pedale di risonanza. E' invece utile respirare profondamente e controllare che non aumentino i battiti cardiaci. Questo può influire nella alterazione della velocità dei tempi. Consiglio di leggere anche il bellissimo libro di Monique Dechsaussé ( spero si scriva così) " L' HOMME E LE PIANO" Ultimo suggerimento: pensare ,prima di inziare il pezzo, all'incipit...Quando inzieremo, saremo già "dentro la Musica"! Buono studio
  10. Francesca interpreta il mio pensiero. Accordare bene è veramente difficile e ci vogliono anni di esperienza. Gli accordatori elettronici sono validi per alcuni lavori, ma, secondo me, l'orecchio in alcune zone dello strumento è superiore. Bisogna fare i conti con le disarmonicità. E lo strumento non ne tiene ben conto in tutte le zone della tastiera. Poi bisogna far girare e fissare bene le caviglie, altrimenti dopo poche battute del martello sulla corda, la scordatura è garantita!. Orecchio e manualità. non ultimo in gusto. Un intervallo calante si dice stretto. Crescente si dice largo. Non tutti ascoltiamo bene le quinte calanti e le quarte crescenti. E' più facile invece ascoltare la velocità dei battimenti delle terze maggiori e delle seste. Le verifiche da fare sugli intervalli sono molte.
  11. ...ma sicuramente guarda un campione o agli estremi acuti o agli estremi bassi. Attenzione: se pensi di sostituire le molle perché i montanti di scappamento ( o spingitori) non ritornano...controlla se ci sono impedimenti sugli attriti. Irrobustendo le molle non faresti altro che aumentare le durezze. .....In genere le molle è poco probabile che debbano essere sostituite.....devono servire solo ad una piccola spinta di ritorno; ma se il perno dello spingitore è pigro...allora non è saggio irrobustire la molla. Vanno sostituiti i perni( lavoro apparentemente facile...ma da far eseguire, invece, da in tecnico "esperto". Naturalmente controllare anche i perni dei martelli e dei cavalletti. E' importante!!!! Assicurarsi che nella sostituzione i perni vengano maggiorati di una misura e fori nel cachemire alesati con alesatori dritti!!!!!!!! P.S. le molle a volte sembrano deformate perchè non le vedi dritte nella loro sede...possono essere un po' arquate se di leggera fattura (cioè non robuste)...ma non è detto che sia giusto così!!!!! Fammi sapere
  12. il feltro sul capotasto? Smorzerebbe il suono. ...tutto da vedere da vicino....Se ci sono "zirli" i feltrini si mettono sulla parte dei risuonatori. Di che pianoforte stiamo parlando?
  13. Per il coda è tutt'altra cosa. Questi movimenti modificano la carica della tavola. Anche la compressione dei bassi influisce sulla carica degli acuti. Io eviterei di intervenire . Potrebbe essere stato rifilato in quella sezione dove risulta scarso.
  14. in genere ce ne sono di due tipi: larg. 14 mm altezza 7mm e larghezza 12mm -altezza 6mm
  15. Se si tratta del verticale non è difficile. Forse si può raggiungere la base del mezzo cilindretto lateralmente, alla fine del comparto.Però è tutto da vedere. Potrei sapere lo scopo di questa misurazione?
  16. per i tasti bisogna vedere se dipende solo dalla registrazione delle guarnizioni tastiera opp. c'è qualche perno della meccanica che deve essere sostituito. Poca cosa ma deve essere fatto con alesatori dritti e con molta cura, misurando il giusto attrito. Il pedale si regola. Per il suono bisogna accordare e intonare i martelli con una timbrica più morbida.
  17. altra precisazione: il suono più o meno "squillante" dipende dalla intonazione dei martelli. Si può modificare...sapendolo fare. Naturalmente lo strumento deve avere "sostanza" e non deve essere povero di armonici. Il suono deve essere potente... può essere ridimensionato a piacimento. Fammi sapere Saluti Paolo
  18. Gabriele, seguendo quello che dici, tu parli molto bene del tuo Hermann e lo descrivi come un pianoforte dal suono dolce e che ti piace. Perchè non considerare il restauro? Corde incrociate si o no? Meccanica a baionetta, si o no? Qualche foto me la puoi inviare. A volte la soluzione è davanti a noi! Alcuni Hermann del passato sono buoni!...tu parli dei Pleyel del passato.....Bisogna vedere, certo, le condizioni attuali del tuo piano.... Gli Schulze Polmann sono un po' duri e anche gli Schimmel . Usano molle molto robuste per gli smorzatoi. Diciamo tastiere consistenti . Schimmel è un gran bello strumento, ma bisogna vedere lo stato...anche del nuovo.
  19. Ma forse è proprio il suo suono. Se c'e' qualche discontinuità, può essere corretta con una buona intonazione. Non si può dire molto sulle parole. Un bravo Tecnico può valutare fino a che punto si può migliorare...senza ovviamente sacrificare la vera voce dello strumento
  20. Attenzione: Devi valutare se sia solo un fatto di regolazione o debbano essere sostituiti. Il loro indurimento, specie in quelli a cuneo nei bassi, determina una scarsa e non perfetta aderenza alle corde. Verificare anche le molle.
  21. sicuramente è primi del '900 perchè ha 85 note e questo segna un'epoca!
  22. Anche io credo che dipenda da qualche smorzatoio ( in genere dei bassi) non ben allineato, che entra in risonanza su alcuni armonici. Se il piano e' datato, forse è tempo di sostituire i feltri degli smorzatoi e regolare gli stessi accuratamente
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