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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Adesso, probabilmente stai studiando lento. Il lento deve avere più appoggi. Via, via, aumentando la velocità, troverai l'ancoraggio sugli accenti principali, che godranno di questa maggior importanza di energia. Non subito si può trovare il giusto equilibrio. Certo è che in velocità le note tra un accento e l'altro godono "di rendita" mentre sta arrivando il successivo appoggio. Bisogna saper trovare questo tranquillo scambio di energia tra note accentate e note "di passaggio", senza che queste "sfuggano " al suono. Torno sempre a dire che lo studio con fermata sugli accenti, prima ripetendo nota di arrivo e di partenza e poi senza la ripetizione della nota di partenza, è efficacissimo. Non ci dobbiamo perdonare nulla in quello che avviene tra una fermata e l'altra. Valutare la proporzione sonora, l'equilibrio, il gusto....Fatica zero e si può suonare veloce rimanendo sulla fermata quanto si vuole. Attenzione : ripartire dalla fermata quando si è pronti...mai fermarsi tra una fermata e l'altra...mai una esitazione...
  2. Ci fu un momento di svolta nel mio personale mondo pianistico. Fu grazie al n.1 di Cramer, quello che comincia con le quartine di semicrome a distanza di terza. Volevo possederlo ad una certa velocità e....mi buttai. Quel pomeriggio dissi a me stesso che dovevo "fregarmene" di ogni bella posizione e far risparmiare al massimo energia alle mie dita. Così mi abbandonai alla gravitazione e iniziai a non articolare assolutamente . Tutto, volli, che avvenisse per sincronismo di rotazione sugli accenti. Scoprii proprio in quel pomeriggio l'importanza dei "collaboratori" delle dita. La mia velocità aumentò in poco tempo e scoprii delle diteggiature efficaci, tipo il pollice sui tasti neri nella seconda pagina con l'estremo della destra con3 5...ecc. Volevo solo rinfrescare questo mio bel ricordo al quale sono affezionato e condividerlo con voi. P.S. Questo studio mi ha accompagnato per molto tempo quando volevo scaldarmi e volevo ritrovare quel coordinamento e quella interdipendenza di cui sono sostenitore nella tecnica pianistica.
  3. Oddio, che confusione......ricordo una volta in conservatorio doveva cominciare l'esame di solfeggio tutti candidati attendevano la l'insediamento della commissione. Per "ammazzare il tempo" Il M° Armando Renzi, grande pianista concertista e anche grande insegnante, si mise seduto e "sventagliò" accordi, arpeggi e altre acrobazie sulla tastiera del pianoforte in aula....un bambino scoppiò in lacrime!!!!!" No...non ce la faccio...è troppo difficile...."...Credeva che si trattasse della prova di Dettato Musicale!!!!! Adesso mi viene da piangere come quel bambino...perchè se è vero quello che dite, allora non so fare niente...se non capisco, mi danno ugualmente!!!! Insomma ...AIUTO! ( L'unica cosa che so è che so di non sapere - Socrate)
  4. IO dissi di battere le caviglie forse perché si parlò di tenuta di accordatura. Bisogna comunque sempre vedere se c'è margine per farlo e se si ottiene un buon risultato( si fa un acampione di due -tre caviglie). Comunque, peccato che è a Torino...se no avrei avuto curiosità di vederlo. Mi dispiace solo per l'avorio che si sarebbe potuto tenere e tentare di restaurare. Poi non ricordo se sia stata sostituita la martelliera....Certo è che un pianoforte così datato devrebbe avere le corde nuove. Con il controllo della carica della tavola di risonanza e corde e caviglie nuove, potrebbe fare un grande passo in avanti. Poi uno sguardo al tipo di meccanica. Vedere se è una meccanica legata ( sioè se il tasto è legato con uno snodo al cavalletto). Lo stato dei rullini, dei martelli, ecc.... Allora cominciamo a ragionare....
  5. Grazie e benvenuto, caro Gianfranco!!
  6. Ma certo ..il braccio e la spalla aiutano. E' impensabile usare la forza delle dita sulle decime!!! Dita ferme e rotazione aiuteranno la realizzazione. Ma non solo. Bisogna essere sulle posizioni, come già ho detto pensate non come 1245, ma come 2451.
  7. Io credo che la Germania sia all'avanguardia. Tutte le marche più prestigiose Europee sono tedesche. In America c'è una cultura molto profonda del pianoforte. Basta prendere riviste americane del settore per capire che il tecnico è molto preparato anche "teoricamente" . Quasi tutti suonano e si dedicano anche alla costruzione e all'invenzione di strumenti da lavoro. Esiste là la cultura del restauro e del mantenimento dello strumento e la vita per il pianoforte è molto "meno difficile". Non conosco però l'ambito lavorativo, perché il mio interesse si è sempre rivolto alla ricerca e alla sperimentazione. In Francia il pianismo è molto raffinato. Il pianista è molto attento alla sensibilità del tocco. Ho conosciuto e studiato in passato con Daniel Magne, che è stato un grande tecnico:Ha assistito tutti i più grandi pianisti e ha scritto un libro edito da Val de Verde. Forse dovresti rivolgere il tuo interesse alle grandi Case costruttrici e aspirare di collaborare con loro ( non so se ti piace l'idea) Non so se ti sono stato utile
  8. Vorrei dire la mia. Non sono contro le conoscenze "scientifiche", ma bisogna imparare a gestirle. Che voglio dire? Racconterò un fatto. Ero, anni fa con un mio amico Polacco Direttore d'orchestra, pianista, concertista, uno che suonava tutti gli studi diChopin in concerto e imparò in un pomeriggio il 1° concerto di Listz, perchè il pianista che doveva eseguirlo alle 21, 30 , si era ammalato. Un mostro di bravura. Speso ha suonato a Roma concerti di Mozart come pianista e Direttore. Era stato anche il mio docente di "lettura della partitura" e mi diceva: "Vedi voi italiani studia setticlavio, amici, bene...ma noi pensare chiave tenore ..nota sotto..viola nota sopra... più facile....noi tre anni leggere partitura e iniziare a dirigere"...Insomma invocava la praticità. La cultura dell'Est ci suggerisce questo. pensiamo al metodo Kodaly per cantare col do mobile. Questa praticità produce sintesi e rapidità di apprendimento. Si raggiunge il risultato in fretta. Quindi per ciò che riguarda il setti clavio: ok studiarlo, ma cercare di risolvere in modo pratico quando dobbiamo leggere la partitura. Questa è la mia idea
  9. Va bene. Adoro quella sonata e fate bene a studiarla. bellissima. Ce la farete ascoltare. Importante è intendersi, è vero!!! Sarà per te una grande esperienza.
  10. Attenzione: Mozart crea dipendenza!!!!!
  11. Pianist. Non ti preoccupare. I timori ci appartengono a tutti. Prima di iniziare un concerto, la riflessione che mi assale nella mente è "...ma io adesso devo uscire là fuori e suonare..mi sembra di avr dimenticato quello che devo fare..." Ma poi entriamo "nella Musica", pensiamo solo alla Musica e ad esprimerla. Nessuno ci può tirare fuori e non dobbiamo pensare all'errore!!!! Tranquillo. Resprare fa bene. Segui il consiglio di Simone. Non ti incontrare con persone che ti salutano e ti fanno disperdere energie. Rimani un attimo da solo ...siediti e pratica la respirazione. Adoro suonare gli improvvisi di Schubert ...mi piacciono molto..specie quelli dell'op. 90. Ma nche quelli dell'op. 142...bellissimi!! Pensa che quando avrai finito ..ti dispiacerà e allora ritorna indietro nel tempo...e inizia a suonare. Piccolo suggerimento pratico: quando ti siedi al pianoforte ascolta idealmente la prima battuta di quello che stai per suonare...quando inizierai..sarai già nella musica. In bocca al lupo!!!!!!
  12. Grazie. Consigliare un libro è un grande dono!!
  13. Assolutamente nessun irrigidimento, amico mio. Nessuno. E' che temo di complicare le cose. Di creare confusione. abeniisimo. Secondo me la tua precisazione è giusta. Insomma ...facciamo a capirci..qua negli acuti, gli armonici si ascoltano poco e, casomai, per un breve tempo. Nei bassi, addirittura, gli armonici prevalgono talmente nel loro "protagonismo", che ricostruiscono, durante il nostro ascolto, il suono fondamentale!!! Qui un certo Fisico di nome GENNARINO potrebbe illuminarci scientificamente!!!! Spero ...lo farà!!!
  14. Ben eseguito. Se osservi bene bisogna sfruttare, come lei fa, il va e vieni della mano e assecondare le dita con una leggera rotazione dell'avambraccio. Non vorrei interferire con le di Lei indicazioni, ma prova a mandare dentro la mano sul 5° e tirare sul 4°, naturalmente il movimento di "assecondare" deve essere minimo. Le dita, specialmente il 4° si alzerà facilmente. Lei usa 4° e 3° e alza bene le dita. Sfrutta bene la caduta delle stesse, ma con rilassatezza. E' un fatto di coordinamento. Se senti dolore, non è giusto il movimento.
  15. Non mi sovviene a memoria una indicazione di difficoltà progressiva dei brani di accompagnamento. Certo è che le sonate per violino e pianoforte.....anzi per pianoforte e violino di Beethoven son difficili. In realtà l'accompagnatore deve essere di per sé un musicista con una certa esperienza e quindi non è la propedeudicità che detta la scelta dei brani. I violinisti sono molto esigenti, giustamente, e pretendono una preparazione buona del pianista. Precisione ritmica, accenti giusti, tempi giusti...ecc.... Quindi....al lavoro!!!!
  16. Mi risulta essere un pianoforte assemblato in Italia. Credo ora monti meccanica Renner. Ho suonato una volta una coda "difficile". Ho scoperto che montava una meccanica Lager con cavalletti con molla di richiamo alla forcola, che li rendevano più leggeri. Sì, ma talmente leggeri che la Casa era stata costretta a piombare i tasti nella parte posteriore!!!!! Non ho trovato buona logica in questo. Se il peso viene dall'alto della meccanica ne beneficia il peso di ritorno. Forse niente molle di aiuto e piombatura anteriore dei tasti. A volte anche le Case costruttrici fanno cose strane. No ho trovato questo su altro Steinbach più recente ( di un amico).
  17. Nel jeu perlè le dita cadono con il loro peso senza partecipazione dell'avambraccio. Polso sempre morbido. La caduta delle dita per gravità provoca un piccolo "schiaffetto" la tasto e il martello suona proma ancora che il tasto abbia raggiunto il fondo. Questo avviene perché il montante di scappamento riceve un colpetto e lancia il martello in alto contro la corda, senza quasi il bisogno di "scappare" completamente. Da cui anche suonare "sur l'eschappement". Suono particolare, gentile, nitido, molto adatto ad alcuni passaggi della musica di Debussy. Io lo uso nell'ultima variazione del secondo tempo dell'Appassionata. Tutto diventa uguale e leggero, ma senza perdita di nitidezza. E' un po' come parlare a distanza sottovoce e articolare molto le babbra. Ho visto in televisione su Sky, Andras Schiff suonare le suites francesi di Bach usando molto questa "modalità" tecnica. Mano molto libera. Inoltre in Bach può aiutare a diversificare le voci.
  18. Ok. Non facciamo "le lastre" alle parole. Capita addirittura, a volte di sentire negli acuti un solo colpo di attacco con rapido decadimento del suono.La fondamentale sovrasta i pochi armonici e vive anche lei per un tempo brevissimo. Così, potrebbe andar bene?
  19. Benvenuto Kaio!!! Bravo ad avere la forza di iniziare di nuovo. Avrai soddisfazioni.
  20. Sono d'accordo. La quarta var. della 331 non è facile da rendere. Bisogna sincronizzare bene le mani e far prevalere la sinistra nella parte acuta. Insinto sul pedale che deve essere "appoggiato" . Sì , Elenka, le scale di Mozart non sono quelle di Hanon. Ecco l'esempio principe per capira che la musica ci detta le soluzioni tecniche. Esse vanno cercate al servizio della "resa" musicale. Camplimenti a Bambin Simone...che, a quel tempo, era già bravo!!!!
  21. Finché la passione sarà viva...tutto sarà superabile!
  22. Pazientare ancora un po'. Riguarda la rotazione. Mi ricorderò di fare questi due esempi. Comunque anticipo qualcosa. Dita ferne e rotazione ( supinazione e pronazione con partecipazione dell'avambraccio. Addirittura nella Patetica, si deve pensare molto alla nota del basso e suonare la nota dell'ottava alternata come una conseguenza. Il pollice suona vivendo di rendita sul movimento di pronazione. Tutto viene uguale,con dita ferme e col minimo sforzo. Gli accenti ci dettano gli appoggi maggiori così come pure la destra suggerisce gli" incontri".
  23. Ma certo. La destra suona con leggera rotazione ( lezione sesta..ne parleremo) con assenza di fatica. La sinistra scavalca suonando all'ottava le terze. Questo passaggio si può pedalizzare ( nessuno scandalo antiMozart!!!!!) purché il pedale sia messo in battere. Se si ascolta Horowitz ...lui esagera...ma funziona...anche se poco mozartiano. Ascoltatelo. Quindi nessuno, dico nessuno sforzo.
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