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Piano Concerto - Forum pianoforte

thesimon

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Tutto postato da thesimon

  1. Ok allora attendiamo aggiornamenti...
  2. Buongiorno Luigi e benvenuto. No ovviamente qui si discute di musica. Il forum è diviso in sezioni che coprono più o meno tutte le esigenze di discussione sul mondo della musica.
  3. La mia foto del profilo incute timore vero? Ahahahah, no in realtà sono buono. Comunque facciamo così, facci sentire quello che riesci a preparare in poco tempo e vediamo come sei messo. Come ho già detto, lo torno a dire, non si può pretendere di insegnare la tecnica pianistica a distanza. Si può discutere ma soprattutto nelle prime fasi di esercizio è assolutamente necessario un Maestro. Qui al limite ti possiamo dare solo qualche indicazione.
  4. Ok adesso è chiaro. Certamente se si pensa al repertorio contemporaneo allora è chiaro che una grande fetta d'importanza la riveste anche l'uso, per così dire, "non convenzionale" del pianoforte. Per gestione ritmica e improvvisativa avevo capito perfettamente a cosa facessi riferimento.
  5. Hai certamente ragione. Non capisco solo cosa intendi per "gestione timbrica". Perché se per gestione timbrica intendi la capacità di variare la forma di un suono in funzione di un'esigenza musicale allora forse questo rientra nella questione della tecnica pianistica (usare i gesti fondamentali di base consapevolmente in funzione del suono che si vuole ottenere).
  6. La mia Daniele era ovviamente una provocazione visto che avevo esordito dicendo: "la musica o è un linguaggio sempre oppure non lo è mai", certamente non può esserlo a tratti. Forse siamo influenzati dalla cultura con la quale siamo cresciuti ma la vera domanda dovrebbe essere un'altra, se non avessimo questo bagaglio di cultura e di esperienza, useremmo veramente la Marcia Funebre di Chopin come pubblicità di Mirabilandia oppure preferiremmo prendere ad esempio il ritornello dell'Inno alla gioia? Questa è la vera domanda, alla quale io, in tutta sincerità non so rispondere, perché non riesco ad immaginarmi vuoto, pertanto ogni ragionamento potrebbe portare con sé dei preconcetti. Poi giustamente tu dici che il Ta ta ta taaa della quinta è stato collegato al destino che bussa alla porta per la storia che tutti conosciamo, ma portando un altro esempio in Debussy ad esempio "La cattedrale sommersa", non ti sembra che la musica allarghi e ci racconti i dettagli del titolo? Ascoltandola non ti sembra di sentire ancora in lontananza quel campanile sommerso dall'acqua? Se la musica fosse fine a sé stessa io non potrei fare questi collegamenti mentali, non potrei avere queste immagini e non potrei vivere queste emozioni. Quindi penso ci sia un forte potere comunicativo della musica.
  7. A me una volta in un progetto all'INFN chiesero di trasformare i dati ottenuti mediante i rilevatori posti nella camera dell'acceleratore di particelle in eventi sonori per farci un brano musicale. Questi eventi sono rappresentati da un vettore di numeri che può essere facilmente convertito in un file wave. Ora i suoni che ne derivavano erano più che altro rumori, tonfi, fischi improvvisi, ma abbiamo visto che con una lettura introduttiva su ciò che si sta andando ad ascoltare, anche i rumori o addirittura il silenzio può diventare musica. Un ipotetico E.T. può avere certamente cultura diversa, usi diversi dai nostri, ma la ricerca del bello è secondo me qualcosa che tocca le basi dell'anima e che è bello a prescindere dalla cultura. Se facciamo ascoltare musica ad un neonato avremo delle reazioni positive (è stato anche dimostrato scientificamente addirittura quando è ancora nella pancia della mamma), se gli facciamo ascoltare un colpo improvviso, uno scoppio (ad esempio il suono convertito di un evento di sincrotrone) il rischio è che si metta a piangere. Questo è solo un esempio che vorrebbe mettere in conto che il bello, entro alcuni limiti, è un qualcosa che l'essere vivente percepisce a prescindere dal suo grado culturale... Preciso che questa è una mia opinione ovviamente.
  8. @Bianca Ecco che qualcuno finalmente parla anche di semantica del linguaggio...
  9. Pensa che mi hai tolto le parole di bocca, volevo portarlo io come esempio ma non volevo dilungarmi. Volevo portare come esempio Dante, siamo un pochino più indietro rispetto al 1500 ma tant'è...
  10. Ho la mia compagna che è Russa e se non sbaglio però il Natale ortodosso dovrebbe essere il 7 Gennaio.
  11. Ecco, io prima di andare avanti definirei proprio questa cosa... La musica è un linguaggio oppure no? Io dico di si, perché in sintesi possiede tutte le proprietà ed i parametri che deve avere un linguaggio. Altre idee concise per poter definire una volta per tutte questo punto?
  12. Ma no è uno gioco tra amici, qua parliamo di brani a piacere, negli esami bisognava arrivare con 24 preludi e fughe dal clavicembalo ben temperato, 23 studi di Clementi, , però effettivamente se uno ci pensa perché i programmi d'esame del vecchio ordinamento erano pensati in questo modo? Scale, arpeggi ecc. per una valutazione della tecnica raggiunta. Bach, per valutare il pensiero polifonico. Mozart per valutare la coscienza dello stile classico. Chopin per valutare la capacità di sintetizzare una forma di rubato diversa da quella del periodo classico pur senza sdolcinare, anche qui si parla di stile. Liszt per valutare la competenze tecniche applicate tutte insieme in brani d'autore Io se fossi il presidente di una giuria che deve esprimere un'opinione su un'esaminando vorrei ascoltare almeno queste cose per potermi fare un'idea complessiva.
  13. Che brutto termine il "giudizio", mi ricorda Terminator... Chiamiamoli come preferisci tra "Ragguagli, consigli, dritte, indicazioni, pareri"! Io comincerei come si facevano gli esami di pianoforte una volta... Ora con il nuovo ordinamento non so cosa si faccia in realtà. Perché non posti un bel video dove inizi con le cadute, scale (per moto parallelo, contrario, obliquo ovvero 2/3 e 3/2, terze e seste; ti risparmio le doppie terze e doppie seste), scale per doppie ottave parallele e ottave spezzate (per vedere come te la cavi con la rotazione), così tanto per scaldarti e vediamo intanto come ti comporti con gli elementi basilari della tecnica pianistica? Poi scegliti uno studio; non conosciamo il tuo livello quindi ti do solo alcuni spunti (Czerny, Kramer, Chopin, Liszt, ma anche cose semplici valuta te in base al tuo livello cosa farci ascoltare ecc.). Un brano di Bach lo vorrei ascoltare senz'altro per avere un'idea di come ti comporti con la polifonia. Un brano dal repertorio classico (magari una bella sonata di Mozart o di Beethoven) basta anche un primo tempo, e lo stacco di un adagio se non vuoi farcela sentire tutta. Poi passerei al repertorio romantico (Schumann, Chopin...), insomma quello che hai pronto. Per ultimo se hai qualcosa di virtuosistico e ben accetto. Praticamente è la simulazione di un esame, così facendo uno capisce anche come sai gestire lo stress. Puoi anche mandarci un punto alla volta, non è che ti dobbiamo dare il voto e per te dev'essere un passatempo non un lavoro.
  14. L'esempio di Kubrick è un po' particolare e secondo me il regista voleva sottolineare una forma di contrasto, forse per mettere in evidenza lo squilibrio mentale di quel gruppo di "burloni"... Estremizziamo ancora di più il concetto. Mettereste la Marcia Funebre dalla seconda Sonata di Chopin come sigla per lo spot di un parco dei divertimenti tipo Mirabilandia? Se sosteniamo che la musica non è un linguaggio ma è musica e basta poiché questa acquisisce un significato extra-musicale solo se glielo attribuisce il compositore, allora questo dovrebbe valere sempre e comunque a prescindere dalle indicazioni del compositore e dalla destinazione d'uso finale e non solo in particolari esempi dove in Kubrick effettivamente trovano riscontro. In sostanza o è un linguaggio sempre oppure non lo è mai.
  15. Buonasera a tutti gli iscritti, vi preghiamo di inserire i video youtube copiando i link dalla barra degli indirizzi del vostro browser ed incollandololi direttamente nello spazio destinato alla risposta che state scrivendo. In questo modo il video viene visualizzato in modalità embedded (video direttamente accessibile all'interno della discussione). Viceversa (operazione scorretta), è quella di inserirlo con il pulsante allega link. In questo modo i visitatori del sito vengono redirettati sulla piattaforma youtube, operazione scomoda e inutile. Grazie per l'attenzione. Lo Staff di Pianoconcerto
  16. Mi permetto di dissentire Luca. La musica è un linguaggio che ha, semmai, diverse lingue. Il linguaggio è la macrocategoria, le lingue delle sottocategorie. Anche se non conosciamo il cinese magari non capiremo una parola ma nonostante questo riusciamo a capire che si tratta di quella lingua. Idem per l'inglese piuttosto del tedesco. Allo stesso modo la musica ha gli stessi connotati, il linguaggio musicale cinese è facilmente riconoscibile perché rievoca delle sonorità che sono riconoscibili. Il linguaggio è qualcosa di univoco perché si riferisce comunque all'espressione di realtà fisiche o metafisiche. Chiamare una matita, pencil, karandash o bleistift non cambia il fatto che quell'oggetto sia una matita, è la lingua che cambia ma il concetto di linguaggio (agglomerato di lettere che formano parole per definire quell'oggetto) è il medesimo.
  17. Nell'ambito informatico un linguaggio è un alfabeto che determina un set di istruzioni, le quali organizzate secondo una logica e delle regole dal programmatore costituisce un programma. Chiunque può inventare un nuovo set di istruzioni e delle regole per creare un nuovo linguaggio. Potrei avere un alfabeto di simboli inventati che combinati secondo delle regole che posso decidere costituiscono una parola alla quale attribuisco un significato. La musica non fa eccezioni, dato l'alfabeto (note) le organizzo secondo una logica e delle regole (ad esempio le regole dell'armonia) e costituisco un prodotto musicale. È dunque a tutti gli effetti un linguaggio.
  18. La registrazione su USB sinceramente non ho mai avuto la necessità di farla, se parliamo invece di MIDI, praticamente tutte le tastiere hanno un'interfaccia MIDI che puoi utilizzare per collegarti ad un pc ed utilizzare una DAW per registrare i dati MIDI in ingresso. Successivamente puoi scegliere una libreria di tuo gusto per far corrispondere ad ogni dato MIDI un campione. In pratica il sampler funge da sostitutore: sostiuisce al dato MIDI il rispettivo campione alla rispettiva dinamica facendolo processare in tempo reale dal lettore. Probabilmente esistono anche tastiere che ti permettono di registrare su USB, ma sinceramente è un parametro che non mi avevano mai richiesto di prendere in considerazione per la scelta di una tastiera. La scelta della tastiera poi dipende dal budget ed è molto personale per ciò che concerne la meccanica e i suoni, vanno provate. Certamente sapendo il budget si può indirizzarti verso i modelli di punta, ma ci sono molte discussioni qui sol forum dove abbiamo preso di petto questi argomenti che non avrai problemi a trovare facendo una semplice ricerca. Grazie del complimento per lo studio di Chopin, sono felice che ti sia piaciuto.
  19. @Stefanus In Mozart sono solito utilizzare pochissimo il pedale nei primi e terzi tempi delle sonate. Mi concedo qualche cosa in più solamente negli adagi. Il suono che ho di Mozart in mente è molto cristallino e troppo pedale non fa che sporcare eccessivamente rendendo i passaggi confusi, specie se si stanno suonando note gravi. Nelle parti gravi infatti cerco di evitare categoricamente l'uso del pedale in Mozart. Riguardo Rachmaninoff ho una registrazione digitale di parecchi anni fa (mi sembra addirittura che stessi ancora preparando il quinto anno), solo adesso sto riprendendo in mano quel pezzo. Posso postarla se vuoi. @Fabio73 Capisco il tuo ragionamento... Gli errori che commetto sono normalmente in funzione di una diteggiatura che devo ancora trovare (i brani di Mozart che hai ascoltato in questa sessione di studio erano per l'appunto in fase di lettura). Se ci fai caso, nel video, spesso rallento molto per trovare la giusta diteggiatura. Non è un problema fare un errore su una scaletta, bisogna vedere come ci si trova per quello che viene dopo. Se non ti trovi con la diteggiatura giusta alla fine di una scala c'è il rischio che si commettano errori successivamente; quindi in fase di studio, quella preliminare, presto tantissima attenzione alla diteggiatura e provo subito in velocità. Provare subito in velocità è giustificato dal fatto che la diteggiatura trascritta quando si esegue lentamente non è necessariamente quella corretta a velocità sostenuta. Questo aspetto è di fondamentale importanza negli studi di Chopin ad esempio. Se ti perdi una diteggiatura sei fregato e rischi di compromettere l'intera esecuzione. Ricordo che, un esempio tra tanti, nello studio dell'op 10 n. 8 c'è un passaggio nella terza pagina dove ti trovi con la destra che deve suonare Do - Sib - La - La - Sib rispettivamente con diteggiatura 3 - 2 - 1 - 3 - 1. Questo 3 sul la e 1 su sib a velocità lenta può sembrare molto scomodo, in velocità ci si accorge che è l'unica soluzione più comoda che sia possibile. La diteggiatura si ripete poi anche nelle cellule tecniche successive per analogia. Nel video seguente lo trovi al minuto 1:12... Normalmente, una volta trovata la diteggiatura è difficile che possa ripetere l'errore in esecuzione, poi ovviamente l'errore è sempre in agguato anche se si cerca di studiare il più possibile per arrivare ad un'esecuzione senza errori. Mi è capitato di sbagliare in concerto in alcuni punti dove non avevo mai sbagliato neanche in fase di studio. Questi errori di distrazione, per così dire "stocastici", dobbiamo accettarli. Siamo troppo legati all'esperienza dell'ascolto dei dischi. È interessante invece ascoltare il vecchio repertorio, mi vengono in mente gli studi di Chopin registrati da Cortot, dove l'errore è sempre dietro l'angolo. Con le moderne tecnologie ripetere, tagliare e incollare parti di brano è diventato un gioco da ragazzi ma all'epoca la stessa cosa non era così semplice da fare sui nastri. Ecco allora che uno potrebbe chiedersi se i grandi pianisti di una volta non fossero in realtà così grandi, visto che sbagliano molto di più di quelli della nostra generazione. La musica non è fare un'esecuzione perfetta, la musica è poetica. Il vero elemento fondamentale che funge da metro di giudizio è questo. Se nella musica che ascolto c'è grande poetica, allora non mi interessa se sia sfuggita una nota. Ascolta ad esempio gli errori in questa esecuzione di Cortot dello studio op. 10 n. 1. Un altro esempio di alta poetica... Dopo aver ascoltato questi capolavori di poesia ha ancora senso parlare di alcune note steccate? Tornando a noi considera anche che la tastiera che ho non si presta molto alle alte velocità. Il P95 ha i tasti pesati ma non ha alcuna meccanica interna, semplicemente delle leve metalliche che conferiscono peso al tasto; per questo motivo riuscire a fare trilli come su un pianoforte a coda è veramente molto difficile. È necessario articolare molto ma a velocità sostenute si riducono le distanze dito-tasto e doverle esasperare per far uscire un trillo pulito è sicuramente innaturale. Questa è una delle ragioni (tra le tante) per le quali io consiglio sempre di optare sul digitale solo come secondo strumento, in quanto ritengo il pianoforte acustico insostituibile ed indispensabile per un pianista. Non si può pensare di preparare un intero concerto sul digitale senza passare per l'acustico. Al di là della diversa "confidenza" tecnica, ci sono tutta un'altra serie di motivazioni, soprattutto sulle sfumature dei colori, delle dinamiche e del suono che sono impossibili da realizzare su un digitale. Pertanto secondo me il digitale è un ottimo strumento per imparare le note, ma per ciò che concerne la ricerca del suono e dell'interpretazione pianistica è del tutto inadeguato.
  20. Gli strumenti oramai ce l'hanno quasi tutte le tastiere. In ogni caso, come sempre faccio, ti raccomando di andare da un venditore e provarli. Mai andare a scatola chiusa. Una tastiera è sempre una cosa molto personale.
  21. La tastiera è una Yamaha P95, modello molto base, senza doppio scappamento, tasti in plastica e meccanica da ridere con i piombi a fine tasto. Su questa tastiera ci ho preparato i mostri: quarta ballata di Chopin, studi di Chopin dell'op. 10, studio da concerto "un sospiro" di Liszt, il momento musicale n. 4 dall'op. 16 di Rachmaninoff. Tanto per dimostrare che anche su una tastiera del genere si può studiare senza andare a spendere migliaia e migliaia di euro. Certamente poi è sempre importantissimo avere il pianoforte acustico. La tastiera digitale dev'essere solamente un ripiego e nulla di più, quindi se vuoi farti la tastiera digitale, ben venga ma tieni sempre come strumento di punta il tuo pianoforte acustico, questo te lo raccomando CALDAMENTE !!! Il suono che senti dovrebbe essere un libreria della Galaxy, non ricordo, ma mi sembra di riconoscerla, dovrebbe essere la Galaxy Vintage D. In poche parole ho utilizzato la tastiera collegata in MIDI con il computer che sostituisce ai dati MIDI i campioni della libreria (se ti interessa la cosa ci sono decine di post dove abbiamo trattato questi argomenti).
  22. Secondo me è solamente una questione di come ci si approccia ad un brano. Se tecnicamente sei preparato cominciano a decadere tutti i pensieri negativi e ci si dedica anche ai brani più tecnicamente difficili come un qualsiasi brano da studiare. La consapevolezza di possedere una buona base tecnica ci fa affrontare anche i passaggi più difficili senza la preoccupazione di sbagliare. Una preoccupazione, per definizione, causa perdita di concentrazione ed è statisticamente provato che in quel caso sia più facile sbagliare. Se ci si mette a studiare un brano con la preoccupazione che questo sia troppo difficile la nostra attenzione non si pone al 100% su quello che stiamo studiando e così facendo si perde tempo. Il mio consiglio è di raggiungere una tecnica impeccabile così da tralasciare tutte le preoccupazioni tecniche e dedicarsi interamente alla musica.
  23. Conoscevo già entrambi gli Sketch... Di Borge preferisco questo Quando tira la cravatta al volta pagine per fargli premere il pedale è tremendo! Ahahahah
  24. Personalmente eseguo a mani separate solamente i passaggi molto impegnativi e cerco di mettere insieme le due mani il prima possibile. Esempio: ho quasi terminato di leggere la seconda ballata di Chopin. Studiare le prime due pagine a mani separate sarebbe solamente una perdita di tempo. Diverso è il finale! Se non lo studi bene prima a mani separate non ne esci vivo. Anche in questo caso però lo faccio solo per chiarire mentalmente il fraseggio e i gesti tecnici da utilizzare. Una volta acquisiti, dopo poche ripetizioni tendo subito a mettere le mani insieme, prima molto lentamente per poi andare subito a velocizzare.
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