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Piano Concerto - Forum pianoforte

Il pubblico dei concerti


Viola
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Nei concerti ciò che conta più di tutto è l'assenza di ogni disturbo. Ogni movimento è escluso, ogni rumore biasimato. Mentre la musica, che viene eseguita, vive per buona parte del proprio ritmo, non si deve avvertire nulla del suo effetto ritmico sugli uditori.

Le reazioni affettive suscitate dalla musica in uno scambio continuo, sono del tipo più vario ed intenso. Si esclude che esse non vengano percepite dalla maggior parte dei presenti, e si esclude che non vengano percepite simultaneamente da tutti. Vengono però a mancare tutte le reazioni esterne. Gli uomini rimangono seduti immobili, come se riuscissero a non sentire nulla. Evidentemente è stata necessaria una lunga educazione artistica alla staticità, educazione i cui risultati ci sono divenuti abituali. Osservando con spregiudicatezza, nella nostra vita culturale ci sono pochi eventi così stupefacenti come il pubblico dei concerti. Gli uomini che subiscono la musica in modo "naturale", si comportano ben diversamente; e coloro che non avessero mai udito musica, potrebbero cadere nell'eccirazione più sfrenata quando la sperimentassero per la prima volta. Quando i marinai che sbarcavano eseguivano la Marsigliese dinanzi agli indigeni della Tasmania, questi ultimi esprimevano la loro eccitazione con strane contorsioni e gesti stupefacenti, in modo da costringere i marinai a torcersi dalle risa. Un giovane particolarmente entusiasmato si strappò i capelli, si grattò la testa con ambe le mani e lanciò ripetutamente alte grida.

Un misero resto di scarica fisica è sopravvissuto anche nei nostri concerti. L'applauso è offerto come ringraziamento agli esecutori: un rumore breve e caotico in cambio di uno lungo e ben organizzato. Se l'applauso manca del tutto ci si allontana quietamente così come si stava seduti ; tanto si è già immersi nella sfera del raccoglimento religioso.

Da quella sfera deriva originariamente la quiete del concerto.

 

 

(da Massa e Potere di Elias Canetti)

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Un misero resto di scarica fisica è sopravvissuto anche nei nostri concerti. L'applauso è offerto come ringraziamento agli esecutori: un rumore breve e caotico in cambio di uno lungo e ben organizzato. Se l'applauso manca del tutto ci si allontana quietamente così come si stava seduti ; tanto si è già immersi nella sfera del raccoglimento religioso.

Da quella sfera deriva originariamente la quiete del concerto.

 

 

(da Massa e Potere di Elias Canetti)

... e a tal proposito

 

http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/2398-alla-fine-del-concerto

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E' un problema che me lo pongo spesso ultimamente e questo perché ai concerti ci vado, ora, con mio figlio di 13 anni e, contrariamente a quanto si possa pensare, lui in materia è molto più bigotto e integralista di me.

 

Mi capita spesso, quando ascolto brani assai conosciuti e amati, di canticchiare molto sommesamente, di muovermi col capo o le mani al ritmo della musica e di fare grossi sospiri. Più di una volta sono stato severamente rimproverato dalla mia prole, in quanto, secondo lui, tutti mi guardano.

 

Baah! :unsure:  :P

 

Una volta ascoltando "Meditations" dal Thais di Massenet, la mia immedesimazione nel pezzo era tale che ad un certo punto non ho potuto fare a meno di applaudire - altrimenti sarei scoppiato, prima delle  ultime battute. Dopo, mi sarei seppellito ma ... ormai la frittata era fatta. :ph34r:  :unsure:

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A Torino l'anno scorso  Marco Angius ha diretto l'OSN nell'esecuzione delle Notations, più Messiaen e Webern... in genere a questi concerti il pubblico è piuttosto disinteressato e casinista, prima e durante l'intervallo mettono musica elettronica e questo pubblico è interessato di più a questo che all'evento in sala ma... probabilmente il magnetismo di Angius è stato percepito dal pubblico (me compreso) e si è creato un rigoroso silenzio, cosa che non era mai successo a Rai nuova musica ( o almeno io non ho mai assistito ad uno di questi concerti senza che ci fosse davvero più chiasso del solito). Mi aspettavo che le dinamiche di Webern si sarebbero perse nel chiacchiericcio oppure che tutto sarebbe passato da ppp------>mp mentre invece...grande Angius!

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A Torino l'anno scorso  Marco Angius ha diretto l'OSN nell'esecuzione delle Notations, più Messiaen e Webern... in genere a questi concerti il pubblico è piuttosto disinteressato e casinista, prima e durante l'intervallo mettono musica elettronica e questo pubblico è interessato di più a questo che all'evento in sala ma... probabilmente il magnetismo di Angius è stato percepito dal pubblico (me compreso) e si è creato un rigoroso silenzio, cosa che non era mai successo a Rai nuova musica ( o almeno io non ho mai assistito ad uno di questi concerti senza che ci fosse davvero più chiasso del solito). Mi aspettavo che le dinamiche di Webern si sarebbero perse nel chiacchiericcio oppure che tutto sarebbe passato da ppp------>mp mentre invece...grande Angius!

Ho esaurito i LIKE a disposizione. Ma quanti sono? Non mi pare di averne abusato.

 

LIKE anche a Micamahler, al quale porgo le mie scuse per aver disprezzato il suo nick name (sì dice così?); entrambe le risatine mi avevano alquanto irritato.

 

Porgere le proprie scuse è sempre un atto onorevole.

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Sciarrino dove lo metti metti fa sempre la sua porchissima figura.

Io sono ovviamente dalla parte delle reazioni fisiche, anche se ... l'anno scorso abbiamo portato in giro il Dido and Aeneas con Bonizzoni e La Risonanza. Di ritorno da Amsterdam, dove ho fumato per la seconda volta della marijuana e dove il soffitto della sala da concerto si poteva alzare e abbassare per aumentare il riverbero (...), abbiamo cantato anche a Genova al Carlo Felice, dove non si trovava uno sgabello per il contrabbassista (... ... ...). Comunque, un centesimo di secondo dopo la fine dell'ultima nota, è partito l'applausone, e noi eravamo arrabbiatissimi, perché non so se avete presente come finisce il Didone ed Enea di Purcell. Ecco, a volte il palcoscenico ti fa andare avanti in una bolla, perché di rado si sentono davvero i rumori della sala, e quando alla fine esci fuori da questa piscina di suono, l'aria fredda dell'applauso finale ti dà quasi noia. La cadenza deve essere abbastanza lunga, così inizi ad abituarti, e qualche secondo di silenzio non è male :-) 

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Sciarrino dove lo metti metti fa sempre la sua porchissima figura.

Io sono ovviamente dalla parte delle reazioni fisiche, anche se ... l'anno scorso abbiamo portato in giro il Dido and Aeneas con Bonizzoni e La Risonanza. Di ritorno da Amsterdam, dove ho fumato per la seconda volta della marijuana e dove il soffitto della sala da concerto si poteva alzare e abbassare per aumentare il riverbero (...),

 

________

 

... sei certo che non fosse un effetto della marijuana?

 

________

 

 

abbiamo cantato anche a Genova al Carlo Felice, dove non si trovava uno sgabello per il contrabbassista (... ... ...). Comunque, un centesimo di secondo dopo la fine dell'ultima nota, è partito l'applausone, e noi eravamo arrabbiatissimi, perché non so se avete presente come finisce il Didone ed Enea di Purcell. Ecco, a volte il palcoscenico ti fa andare avanti in una bolla, perché di rado si sentono davvero i rumori della sala, e quando alla fine esci fuori da questa piscina di suono, l'aria fredda dell'applauso finale ti dà quasi noia. La cadenza deve essere abbastanza lunga, così inizi ad abituarti, e qualche secondo di silenzio non è male :-)

 

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