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Piano Concerto - Forum pianoforte

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Avevo già ascoltato qualcosa di Georg Friedrich Haas in passato, senz'altro apprezzandone la fattura. Gli ingredienti di base della sua musica erano subito chiari: radici nello spettralismo, con impiego dovizioso di intervalli inferiori al semitono, grandi spazi sonori, imponenti masse in lento movimento (inevitabile pensare al Ligeti degli anni Sessanta). In realtà non avevo approfondito più di tanto, ma una recente curiosità mi ha spinto a cercare di nuovo: la prima cosa che ho trovato è questo limited approximations (2010).

Qui abbiamo sei pianoforti accordati al 12mo di tono, e l'orchestra. Sotto trovate le note di presentazione preparate dallo stesso Haas, dove si spiegano per bene le implicazioni di questo "maxistrumento". L'accordatura microtonale costituisce l'identità e la fisionomia del brano: il suo senso è immediato e insostituibile, e per quanto mi riguarda questa non è una cosa scontata (ad esempio, la "scordatura" del pianoforte mi sembra - al contrario - l'aspetto meno persuasivo di Vortex temporum). Ciò che davvero mi conquista è il non arretrare di fronte alla grandezza, e anzi il cercare la grandezza con sincero compiacimento, senza per questo rinunciare a una certa ironia. Altrettanto entusiasmanti trovo i momenti in cui si arriva a uno spettro consonante (ad esempio a 12 minuti, a 19, a 31 ...), e soprattutto il modo in cui questi momenti crollano o si sfilacciano (da questo punto di vista, il momento migliore è verso 14 minuti).

limited approximations, for 6 micro-tonally tuned pianos and orchestra (2010)

Akiko Okabe, Pi-Hsien Chen, Christoph Grund, Florian Hoelscher, Julia Vogelsänger & Sven Thomas Kiebler, piano

SWR-Sinfonieorchester Baden-Baden und Freiburg
Sylvain Cambreling

The twelfth-tone interval is so small that it is no longer heard as an interval, but rather as the shading of a single note. A single tone played by a romantic orchestra has a wider frequency. The aural effect of a scale in twelfth-tone intervals is thus similar to a glissando. The effect of a cluster of twelfth-tones depends on the register: higher up, it is sharp, abrasive, biting, lower down it is soft, melting, rich. Of course it is also possible to build raw, dissonant chords with twelve-tone intervals -- much more differentiated (also in the degree of acuteness) than with the traditional 12 tones per octave. But it is also possible to build much more "consonant" chords than in the traditional twelve-note scale: a close approximation of the twelve-tone scale can be produced in the overtone scale, accurate up to a twelfth of a tone.

The intonation of the pianos is precisely measurable at all times -- where it would be extremely time-consuming to construct overtone chords with the orchestra alone (including overtone chords based on tonics outside the traditional twelve-tone system), the six precisely tuned pianos can produce these chords in an instant -- admittedly, only in the limited approximation of the 72 twelfth-tones per octave. The score gives the following instruction on the intonation of the overtone scale:

"The twelfth-tone tuning of the pianos provides a good approximation of the intervals of the overtone scale, but diverges from it markedly in some respects. Ideally, the instruments of the orchestra would take the example of the tuning of the piano only at the tonic and the octaves, and correct all other intervals by ear towards the "correct" tuning (particularly the fifths and augmented ninths, the major thirds and the minor sixths), with the twelfth-tone scale of the pianos merely serving as an orientation point."

limited approximations does not tell a story. As with all my compositions, there is also no formal development or traditional formal structure. Contrasting elements alternate with one another -- moments of smoothness and friction. "Pseudo-glissandi" in the pianos arrive unexpectedly at overtone chords. Apparently stable constellations of intervals begin to falter as the twelfth-tones merge.

The spectral, telescoping chords of the pianos are taken up by the orchestra, over and over again. In my early works I had to limit myself to a few basic tones, out of respect for what was practically realisable: in vain makes do with only the 12 tones of the traditionally tuned scale. Natures mortes uses only six different overtone chords, of which four are based on tones found in the traditionally tuned system. In limited approximations, thanks to the pianos, the whole world of sound is open to me. A microtonal countermovement is composed into the final third of the piece: from the fifth C'-G' to the neutral second between the E sharp raised by a twelfth-tone and the F lowered by a sixth-tone. Thus 10 different intervals arise, each of which becomes the centre of an overtone chord. This section last more than 100 bars. Or: an overtone chord, starting fortissimo, rings out, is picked up in the orchestra, swells again to a crescendo, which masks the start of a new overtone chord in the pianos, only the reverberation can be heard, it rings out, is taken up by the orchestra, swells... etc.

--Georg Friedrich Haas

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?? Probabilmente non funzionava la ricerca sul forum, perchè Red è forse quello che con Frank ha proposto il maggior numero di brani! Te ne allego qualcuno:

 

http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/5191-murat-%C3%A7olak-nefespas%C3%A7irai%C5%9Fi-2015/&do=findComment&comment=37034

 

http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/4315-helmut-lachenmann-concertini-2005/&do=findComment&comment=33362

 

 

Per quel che riguarda il brano di Haas, nell'insieme mi piace la sonorità ma non trovo che raggiunga nulla di eccezionale, soprattutto in relazione alla durata del brano, che non è poco. Queste superfici sonore che si spiegano e si dissolvono le une nelle altre le trovo delle belle soluzioni ma mi hanno anche un po' stufato, forse ho colto poco differenze sostanziali che mi hanno portato a banalizzarle un po'?  Il raggiungimento dello spettro consonante poi ha per me un qualche cosa di davvero già sentito molte volte, certo, se la strada è lo spettralismo ad un certo punto non puoi non farlo sentire però appunto, dico questo in relazione al mio gusto. Molto belle le sezioni dove sono più in luce i pianoforti, le sonorità che ne derivano le ho trovate molto affascinanti

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?? Probabilmente non funzionava la ricerca sul forum, perchè Red è forse quello che con Frank ha proposto il maggior numero di brani! Te ne allego qualcuno:

 

http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/5191-murat-%C3%A7olak-nefespas%C3%A7irai%C5%9Fi-2015/&do=findComment&comment=37034

 

http://www.pianoconcerto.it/forum/index.php?/topic/4315-helmut-lachenmann-concertini-2005/&do=findComment&comment=33362

 

 

 

Invece penso funzioni bene la ricerca, perchè i due link che mi hai proposto non trattano brani di Georg Friedrich Haas.

 

Inoltre il link al brano di Lachenmann non va :(

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Sì, sono d'accordo, il raggiungimento di una consonanza ha senza dubbio qualcosa di banale - forse banale non è la parola giusta - forse è meglio inevitabile - e in quanto inevitabile, questa consonanza sarebbe meglio evitarla. Eppure mi piace il coraggio o l'incoscienza di accogliere anche questo: la consonanza che è più consonante della consonanza stessa - come il vero che è più vero del vero. Mi piace perché - anche se non ha più il sapore della scoperta, come in Grisey - conserva un suo aspetto gioiosamente paradossale. E, ripetendomi, l'ambizione di integrare in questo modo il pianoforte, e gli stratagemmi in qualche modo utopici messi in campo a tal fine, tanto che un singolo pianoforte non è più sufficiente, ne servono ben sei, e tanto meglio, così il grandioso si autoalimenta: ecco, non mi vengono in mente altri esempi di questo tipo. Ma forse - semplicemente - ci sono e non li conosco.

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Per Zazza: non ho capito

 

Lo spiega bene Red

> ripetendomi, l'ambizione di integrare in questo modo il pianoforte, e gli stratagemmi in qualche modo utopici messi in campo a tal fine,

 

Cioè, ti lamenti che è sempre spettrale...ma poi è strutturalmente quasi impossibile che lo sia sempre proprio per via del pf.

 

Per me 6 pianisti  per un brano sono un po' sprecati, beato lui che se li può permettere...io se ne chiedo più di 2 mi guardano male, e pure su 2 hanno da dire. Evidentemente non conto proprio un ca...z ... o

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Scusami ma io non ho mai detto: È sempre spettrale. Ho detto:il raggiungimento dello spettro consonante poi ha per me un qualche cosa di davvero già sentito molte volte. Sono due cose diverse, mi riferivo a determinati momenti del brano in questione, anche sottolineati da Red nel primo post.

Tutto qui

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A me non dispiace il brano ma trovo che un risultato simile si può raggiunge facilmente con un elaborazione audio e a costi veramente molto più bassi.

In catalogo ho un nastro che poco dista da questo genere di atmosfere ed è un po' come se decidessi di orchestrarlo con strumenti acustici (...che di fatto è una cosa che più volte mi ripropongo di fare :) )

 

Comunqnue sia personalmente parlando ho gradito

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  • 5 months later...

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