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Piano Concerto - Forum pianoforte

Introduzione alle tecniche di Mix e Mastering in studio


thesimon
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Quasi un anno fa ho pubblicato questo video su youtube rendendolo privato perché avrei voluto iniziare a pubblicarne uno a settimana una volta completati tutti. Purtroppo per motivi lavorativi non ho più trovato il tempo di realizzare le serie successive ma ho pensato di renderlo comunque pubblico in quanto contiene una panoramica generale sulle tecniche di mix e mastering in studio di registrazione. 

 

Magari nel tempo riuscirò a trovare uno spazio per realizzare i capitoli successivi. Spero che nel frattempo questa introduzione possa essere interessante e generare breccia...

 

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Ottimo Simone, se sono riuscito ad assimilare qualcosa io che non so cosa sia la concentrazione, vuol dire che (ed è così) hai spiegato in modo diretto alcuni concetti di base che in un altro contesto sarebbero risultati meno chiari (questo nonostante come hai tenuto a precisare ed è comprensibile, non è sufficiente ascoltare per far proprie certe argomentazioni).

Molti i punti di interesse, ma vista l'ora e il sonno che da qualche tempo mi attanaglia, vorrei portare un esempio parallelo a quello che hai fatto nel momento in cui hai spiegato il perché della disposizione standard degli strumenti d'orchestra, citando la relativa posizione standard con la quale si posizionano le persone prima di uno scatto fotografico: quelle dotate di una maggiore altezza dietro a quelle con qualche cm in meno, proprio perché le persone più alte, anche ad una prima occhiata, risaltano maggiormente.

In fotografia se non sbaglio si parla di profondità di campo quando si tende a stabilire il range di copertura di un obiettivo ad una certa focale, in musica si potrebbe intendere la tempistica (anche se forse siamo, ma è un ipotesi, molto probabilmente sbaglio, nell'ordine dei millisecondi) entro la quale riusciamo a percepire un suono prodotto ad una certa distanza da noi, ma il suono è più veloce della messa a fuoco, per cui è un esempio (quest'ultimo) non proprio pertinente.

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  • 1 month later...

Scusa Maurizio ma leggo solo adesso il tuo messaggio, dev'essermi sfuggito. Devi immaginare diversi suoni che partono nello stesso istante ma con attacchi diversi. Se per ipotesi mettessimo sulla stessa linea un violino e un tamburo ad una certa distanza da un'ascoltatore e chiedessimo ai musicisti di suonare una nota perfettamente insieme, all'orecchio dell'ascoltatore arriverebbe prima il suono del tamburo e poi, a distanza di una manciata di decisecondi il suono del violino. Ciò avviene non tanto perché uno dei due ha suonato in ritardo rispetto all'altro ma perché i tempi d'attacco degli strumenti sono diversi. Il tamburo appena colpito produce praticamente in modo istantaneo il suo suono più forte, mentre lo sfregamento dell'arco sulle corde del violino impiega del tempo a mettere queste in vibrazione e sviluppare quindi il suono. Come faccio ad ovviare a questo problema ? Semplicemente allontano il tamburo dal punto d'ascolto in modo che il tempo di ritardo dell'attacco del violino corrisponda con il tempo che il suono del tamburo impiega per percorrere la distanza che lo separa dal violino. In questo modo si raggiungerà una coerenza di fronte d'onda. 

Psicoacusticamente questo passa inosservato quando tutto funziona bene, ovvero quando il fronte d'onda è coerente nessuno si accorge che tutto è ok, viceversa tutti si accorgono quando il fronte d'onda è sballato perché produce in piccolo la stessa sensazione di quando suonando un organo il suono ci arriva in differita. Tutto l'ascolto diventa macchinoso e incoerente.  

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  • 3 months later...

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