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Piano Concerto - Forum pianoforte

Videolezione Di Tecnica Pianistica N.3


Arturo
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Complimenti! Ho appena sentito la terza lezione di tecnica pianistica ed ho apprezzato la chiarezza dell'esposizione. Anche la la citazione delle fonti è stata molto opportuna: avevo già letto il libro di Sandor e quello di Neuhaus e ho apprezzato nella sia pur breve comparazione le particolarità evidenziate. Molto chiara e pratica anche la differenziazione del "famoso" passaggio del pollice.

 

Ritengo questa lezione un bel contributo. :)

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Salve, sono un allievo ufficiale, aspetto con ansia la quarta lezione. Devo dire che mi ha aperto la mente essendo sempre stato convinto della bontà dell'esercizio fisico (Hanon) inteso come fisioterapia per incrementare la forza dei muscoli, quando è viceversa vero che ogni tasto pesa soltanto 50 grammi!

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e' da luglio che ho ri-iniziato a studiare pianoforte classico dopo almeno ventanni di strimpellatore di musica moderna (liscio, pianobar etc etc) e volevo fare un piccolo appunto alle lezioni di tecnica.

E' vero che il tasto ha poca massa e il braccio in senso lato deve interagire con le dita pero', non vorrei che si fuorviassero gli autodidatti: le dita di un pianista medio devono essere di gran lunga piu' forti(spero si capisca il senso di forte in questo contesto) della persona media.

In sintesti, a mio modesto parere, l'autodidatta che non abbia superato i 2 anni di pianoforte deve e sottolineo deve praticare costantemente esercizi mirati alla forza e indipendenza delle dita tenendo il polso piu' immobile possibile.

Per esercizio intendo qualsiasi combinazione di note che non risulti fluido e sicuro nell'esecuzione. Non e' necessario studiarsi tutti gli esercizi dell hanon.

Nella invenzione n 8 ho scoperto che il pollice sinistro e' debole e mi sono messo a fare e rifare quei passaggi discendenti tutte le volte che iniziavo una sessione di studio, non vengono ancora bene ma la coscenza del problema e l'esercizio meccanico stanno dando risultati.

Il colore verra' studiato dopo che la base di "sole dita" sia consistente.

 

Questo forum e' seguito per la maggiorparte da autodidatti e credo che sia utile tenerlo presente

PS nella lezione n 4 vorrei vedere soprattutto i movimenti da NON fare

Grazie

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Complimenti per aver ricominciato lo studio del pianoforte. Grazie per manifestare le tue critiche circa i video e l'impostazione che ho voluto dare.Rispetto la tua convinzione. E' mia convinzione che le dita non suonino mai da sole. Quando nel primo video ho citato lo studio "forzato" mirato all'indipendenza può essere a discapito della interdipendenza e della coordinazione volevo dire proprio che bisogna crescere sin dai primi anni con questa ottica. L'esercizio "meccanico" dà sempre un risultato, ma bisogna tener presente l'obiettivo finale. Ho parlato più volte in altri post di come sia possibile sviluppare la "forza" praticando la rilassatezza. Discorso complesso che non vede una unica via di uscita, proprio perché complesso. La famosa "somma delle parti" rischia di non raggiungere il "tutto" se ci si ostina per lunghi periodi ad insistere su una fase caso mai, senza intravederne un significato e una realizzazione immediata. Voglio dire che se il pollice non va su un determinato passaggio dell'invenzione n.8, è possibile tentare di individuarne il perché o individuare "quello che non si deve fare" per poi definitivamente o quasi applicarlo nei successivi passaggi simili che incontriamo nella letteratura pianistica.

A proposito di ciò che non si "deve fare", non può esistere un decalogo o un formulario. Al di la di esempi che mi verranno in mente via via che reglistrerò i video, è interessante notare come ognuno di noi assuma posizioni e pratichi gesti soggettivamente diversi a seconda della propia conformazione corporea. In un bicordo mi bem.-do , le diteggiature 2-5 opp. 1-5 si potrebbero disapprovare entrambi. Vedere un allievo eseguire, si deve capire quale delle due è più adatta e facile alla conformazione della sua mano. Ciò non toglie che è opportuno sperimentare anche posizioni ardue, purchè non scomposte, e non escludere di poter superare passaggi che a prima vista sembrano quasi irrisolvibili. Questo a qualsiasi livello di studio e di preparazione. Penso questo. ma mi vengono in mente molte cose che forse ho già detto e che comunque vorrei ripetere.

 

Non si pensi che però io sia contrario alla "formazione" dei primi anni, fatta con un po' di ginnastica pura e semplice, un po'. Credo che nei primi anni, il piccolo pianista o il pianista semplicemente principiante non debba attendere di "irrobustire" le sue dita . E' mia convinzione( e per fortuna non solo mia) che il contesto musicale aiuti a trovare il giusto suono, la giusta posizione, la giusta forza, naturalmente percorrendo una strada graduale, non in un giorno. Dopo il primo impianto, bisogna subito iniziare una formazione su cose molto facili, ma musicali. Che dire de "le cinque dita" di Strawinsky, che, a parte il fatto che sia scritto in chiave di violino in entrambe le mani, è un capolavoro musicale "senza il passaggio del pollice"!!!!! Costruire e studiate aspetti tecnici su questa opera,per esempio, ma non solo, secondo me, equivale ad iniziare una piccola crescita nella formazione del musicista principiante. Tanta musica, colore, interpretazione, movimento giusto delle dita, col contributo del polso, del braccio ecc....Ho insistito molto su questa strada con qualche bambino in passato e devo dire che i fiori, spesso, sbocciavano. Alcune volte però può non essere presente nessun interesse, nessuna passione....poco o alcun talento. E allora forse non viene fuori molto. Però vale la pena tentare, mentre nella stanza accanto si suona Hanon per ore.

 

Chiedo anche a te qualche esemplificazione a proposito delle tue idee. Mi farebbe piacere vedere qualche tuo esempio.

 

Grazie. Ti saluto

 

P.S. sono consapevole che gli autodidatti possano andare "fuori strada"...infatti più di una volta ho sottolineato l'indispensabilità della presenza di un buon Maestro che interpreti a favore dell'allievo ciò che troviamo scritto sui libri e ciò che si sice su internet.

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Premetto due cose: sopratutto i miei complimenti a tutto lo staff ed in particolare a te per i tuoi video interessanti e accessibili a tutti e in secondo istanza conosco le due scuole di pensiero ( dita vs peso) e sono molto ma molto piu' orientato verso la seconda.

La mia opinione si discosta dalla tua essenzialmente sulla parte iniziale mentre concorda sul risultato finale, suonare rilassati sfruttando ogni "artificio", peso inter-intra-dipendenza, anticipare il pensiero, suonare direttamente le corde etc etc solo cosi' si riesce, almeno in potenza, a cantare.

La mia esperienza e' rara, come gia detto continuo a suonare musica moderna e liscio fisarmonica (quindi suono solo con la destra) da almeno ventanni. La sinistra oltre che bassi in ottava per seguire gli accordi non ha mai fatto altro mentre la destra si e' inbastardita in questi anni visto che piu' vai veloce piu' sei bravo e non importa se su 100 note ne pezzi 30 per non parlare del non-fraseggio...

 

Da luglio oltre che suonare bach due ore al giorno ascolto moltissimo i professionisti del pianoforte confrontando le loro interpretazioni. Niente hanon, scale o arpeggi. Solo le invenzioni. E studiandole fin da subito a memoria visto che se parto studiandole leggendole non riesco piu' in seguito a visualizzarmi lo spartito mentre NON le suono.

 

Ovviamente a mani separate finche' la velocita' e scioltezza siano di poco superiori alla velocita' finale.

Appena noto che un passaggio non viene, ciclo e ciclo e poi ciclo. Niente variazioni di ritmo e su questo concordo con thesimon.

 

Unendo le mani non ho bisogno di guardare la destra. La destra e' inbastardita ma ha raggiunto la piena coscenza dei tasti. E una sensazione difficile da spiegare ma in pratica anche dopo un salto va alla nota giusta senza guardare e soprattutto ha una presa sicura su ogni tasto.

 

Il lavoro che sto facendo sulla destra e' paragonabile ad insegnare la danza classica ad uno che sa ballare bene hiphop. Sgrezzare. E questo avviene su due livelli: fisico e sopratutto mentale(e qui l'aiuto dell'ascolto dei grandi)

 

Sfrutto anche chan quando dice che una mano puo insegnare all'altra per imitazione.

 

Una volta che la sinistra ha raggiunto il giusto grado di coscenza della tastiera unisco.

 

E riparto a studiare a memoria a mani unite dividendo e unendo i vari blocchi di codice.

 

Quando mi sento sicuro limo il fraseggio esagerando.

 

Alla fine di tutta sta pappardella mi registro. E questa prima registrazione serve solo a "gasarmi"e togliermi l'ansia da prestazione.

 

Ora mi posso divertire a cantare il pezzo e non pensare alle dita, le note, etc etc sono rilassato e mentalmente tutto il mio corpo deve fare in modo che quello che canto si materializzi istantaneamente sullo strumento.

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Ciao "lozappatore123" (Bellissimo film di Mario Merola per altro), grazie per il tuo bell'intervento.

Essenzialmente mi sembra che comunque vieni incontro a quello che sostiene Paolo, e comunque per come lo conosco Paolo non ha mai voluto costringere nessuno della "supremazia dei suoi metodi", informa secondo la propria esperienza. Conoscei testi pianistici e scientifici ed, alla luce di queste conoscenze, trae le sue considerazioni. Per fortuna i trattati scientifici e di tecnica pianistica, non sono testi "metaforici". Sono trattati piuttosto chiari e quindi non ambigui. E' chiaro che tutte le conoscenze che vengono apprese dai libri devono poi essere utilizzate nel pratico ed ecco che mi ricollego al riferimento di gennarino nel quale la teoria deve per forza di cose essere accompagnata dalla pratica. In teoria posso sapere tutto ma in pratica posso non saper far nulla. Si rende dunque necessario sperimentare le nozioni acquisite, solo allora possiamo giudicare se effettivamente la teoria è valida o meno. C'è da considerare un altro fattore importante ovvero la propria anatomia. Alcune cose si possono sviluppare: indipendenza delle dita, sviluppo del peso ecc. ecc. ma la propria base anatomica non si può certamente cambiare. Ecco perché spesso alcuni esercizi tornano molto utili ad alcune persone e meno utili ad altre. Ti porto un esempio: io sono molto alto, circa 2 metri, ho una leva di braccio molto lunga, lo staccato di braccio in velocità sicuramente mi costa molta fatica. Ti faccio pensare al finale della rapsodia ungherese n.2 di Liszt dove ci sono le doppie ottave spezzate sul forte ! Sicuramente una persona con una leva più corta farà molta meno fatica. Ecco perché in certi casi limite mi devo discostare da alcuni pensieri tecnici e devo cominciare a lavorare anche un po' di polso altrimenti sono fritto. Il braccio lo uso, senz'altro ma cerco di fare meno corsa stando vicino con l'avambraccio al piano della tastiera e sfrutto di più il polso. L'avambraccio mi serve per fornire il peso sul forte, il polso per muovermi agevolmente lungo la tastiera senza rischiare di steccare note. Ecco che dunque il fattore anatomico ha una grande importanza all'interno dello studio della tecnica.

 

Tutto questo prescinde poi dai metodi di apprendimento. C'è chi si trova più a suo agio a suonare a memoria, chi, come me, con lo spartito. Chi suona direttamente tutto a mani unite soffermandosi di 2 battute in 2 battute. Chi studia a frasi, chi a mani separate, insomma ognuno ha il suo metodo di apprendimento maturato dagli anni di esperienza.

 

Spero concorderai con quanto detto, saluti...

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ciao thesimon, lozappatore e' riferito al mio modo di suonare!

 

giustissimo il riferimento alla anatomia di ognuno. Nel mio caso il difetto genetico e' avere i medi larghi e quindi quando devo incastrare il medio tra due neri molto in alto devo metterlo un po obliquo e andare di peso.

Il mio pensiero era rivolto a quelli che come me iniziano a studiare dopo i 30 anni. E credo che alla nostra eta le dita siano meno scioglibili rispetto ai giovanissimi e per questo che reputo essenziale dedicarsi all'articolazione con polso immobile per i primi due anni. Ovvio che in parallello su puo' acquisire anche la tecnica del peso ma ponendo sempre come primissimo obiettivo il rafforzamento delle dita.

Saluti e in attesa della lezione numero 4 anticipatamente vi ringrazio

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Ahahahah simpatica l'allusione al nick ma veniamo alle cose serie...

 

Dici cose giuste quando dici che sciogliere le dita a 50 anni non è come scioglierle a 10, mi sta bene tuttavia proseguendo secondo me cadi in una contraddizione:

 

E credo che alla nostra eta le dita siano meno scioglibili rispetto ai giovanissimi e per questo che reputo essenziale dedicarsi all'articolazione con polso immobile per i primi due anni. Ovvio che in parallello su puo' acquisire anche la tecnica del peso ma ponendo sempre come primissimo obiettivo il rafforzamento delle dita.

 

Praticamente alludi allo scioglimento delle dita ponendo come primissimo obiettivo il rafforzamento.

 

Se per rafforzamento intendi fare in modo che suonando forte la falangetta non si pieghi all'indietro ok, ma se per rafforzamento intendi allenarsi a suonare forte con le sole dita allora ti contraddici. Possiamo riassumere in muscoli in due categorie: muscoli bianchi e rossi. I rossi sono quelli che sviluppano la potenza, i bianchi quelli che sviluppano la velocità. Allenando troppo la muscolatura rossa non si beneficia il movimento. Pensa ai culturisti, enormi ma lenti, mentre pensa a Bruce Lee, mingherlino e neccio ma una saetta. Allenare le dita a non piegarsi all'indietro va bene ma per 50 grammi pensi veramente che ci sia bisogno di sviluppare una potenza capace di sopportare 20 Kg su un dito a discapito della velocità ? Voglio dire perché diventare un culturista della mano a discapito della velocità, quando hai madre natura unita alla tua massa corporea che ti aiutano senza che tu perda anni a sviluppare forza estrema e sovrabbondante rispetto a quella che realmente serve sulle mani. Ok, credo di essere abbastanza forte sulle mani dopo anni di studio, la tecnica iniziale va bene, deve esserci, ma proseguendo non dobbiamo continuare a fare eccessiva palestra sulle dita. La tecnica è in ogni brano musicale e le soluzioni tecniche vanno scelte in base a quello che stiamo suonando. Con questo voglio dire che io non sono contro gli esercizi tecnici ci mancherebbe altro, sono contro l'abuso di tali esercizi. E' inutile stare tre ore al pianoforte a fare tecnica e si rischiano problemi seri ai tendini ed alla muscolatura. Il segreto della scioltezza è nella rilassatezza ed è anche vero che tale rilassatezza si ottiene con la sicurezza di avere buone basi tecniche (sempre senza abusarne però).

 

Un saluto

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Io credo che la "Forza" muscolare centri poco con gli esercizi di Hanon che sono pensati semmai per i muscoli "bianchi", credo che sviluppi più le sinapsi celebromuscolari in modo da sviluppare la capacità di inviare impulsi sempre più precisi al muscolo giusto e sempre più velocemente, non so che termine usate per ciò. Comunque ho deciso fin dalle prime lezioni di far intraprendere alla ragazza che seguo il primo brano (prima in ottavi), e mi sta dando grandissime soddisfazioni. Seguo con interesse i video anche per integrare in esperienza ciò che ho appreso, e il metodo del mio insegnante.

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Voglio dire perché diventare un culturista della mano a discapito della velocità, quando hai madre natura unita alla tua massa corporea che ti aiutano senza che tu perda anni a sviluppare forza estrema e sovrabbondante rispetto a quella che realmente serve sulle mani.

 

Un saluto

 

 

se hai il 4 e 5 dito che non sono potenti non vai da nessuna parte, la rotazione il polso e tutto il resto sono dei booster. Non mi sembra che due anni prediligendo la tecnica del polso fermo siano tanti.

Culturismo....

per correre sotto i 10 secondi devi essere bello grosso fides e molto coordinato ovvio

Per gli autodidatti vecchi come me la primissima cosa da imparare per non farsi venire tendiniti e' non continuare ad esercitare pressioni esagerate sul tasto una volta che il suono sia stato emesso e fermarsi se si sente che l'avambraccio fa male. E questo portera' a maggiore rilassatezza. Dopo due anni appena si perfezioneranno le tecniche di peso sembrera di galleggiare. Suvvia stiamo parlando di due anni esercitandosi si e no 3 volte alla settimana per una oretta al giorno non credo che questo sovralleni nessuno.

Il mio caso e raro ripeto ho avuto da piccolo basi pianistiche e suonando sempre ho maggiore dimestichezza col mio corpo e quindi quando eseguo un brano so dove ci sono le mancanze. Un autodidatta non credo abbia questa sensibilita' e quindi e' piu redditivo utilizzare esercizi standard.

 

Questione Maestri... ovvio che averne uno bravo che ti segue rende superfluo tutti questi discorsi. La realta' e' che ti chiedono 35 euro all'ora se ti va bene. E molte persone come me non si possono permettere questo lusso. Quindi ci si arrangia carpendo ogni informazione dai forum.

 

Queste persone sono la maggioranza di chi segue questo forum credo.

E queste persone se fanno questa diteggiatura veloce 4-5-4-3-2-1 di seguito per 4 volte nell 80 dei casi dalla 3 volta il secondo 4 suonera' molto ma molto di meno.

rotazioni polso peso etc etc ok ma dopo un minimo e ripeto minimo di potenziamento delle dita

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io ho studiato per un pò di anni con la tecnica di suonare con le dita(tutto rilassato).

Suonare solo con le dita fu una strepitosa scoperta, anche se mi trovavo a stare ore ore al piano a esercitare l'estensioni massime delle dita percuotendo fortemente il tasto usando solo le dita, suonavo tutto forte.

Nei brani, stavo concentrato sulla tecnica più che sulle note che suonavo e come le suonavo.Il vario colore alle note era determinato dal minore estensione e percussione del tasto.Quanti gamme di colori si possono realizzare in questo modo??

 

Fino a quando si fanno esercizi di tecnica puri, si può anche riuscire ma nella pratica, per riuscire si devono trasgredire alcune regole(secondo me).

Esempio: se dovo fare una serie di cadute, alzo il braccio (utilizzando il tricipite) e successivamente rilassando e faccio cade il peso e le dita sono pronte a sostenersi sui tasti.Se la velocità e moderata riesco pure, ma se devo fare una serie di cadute veloci, come faccio??come faccio a gestire le mie masse??come fa la gravità a far cadere il braccio piu' veloce di quando già non fa?? come faccio a suonare senza che non trasgredisco queste regole??

 

Io non dico che questa tecnica non va (ci sono esempi di grandi artisti che la utilizzano ), può essere che non l ho conosciuta a fondo, ma per ora mi lascia in attese di risposte.

 

P.S. prossimamente, vorrei andare andare a trovare la mia vecchia insegnante di piano e discutere di questo argomento e parlarne successivamente con voi!!

Ciao ;)

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  • 1 year later...

... quando a 14 anni l'80enne maestra di musica mi obbligava alle dita rigide a martello ho sempre obbedito! Dopo piu' di 20 anni di vita frenetica senza pause... ho riaperto il mio adorato piano e..ricominciato per puro piacere...senza vergogna per il bassissimo livello: che dolore agli arti superiori nel rifare i vecchi esercizi con il metodo di allora...ritenevo che fosse la carrozzeria del mio corpo ormai arrugginita...finche' per caso non ho trovato i vostri video e scelto le interpretazioni suggerite da voi su you tube: non avevo niente da perdere se mi fossi lasciata andare alla tecnica da voi suggerita: cosi ho lasciato andare dolcemente mani, polsi, avambracci, braccia e spalle... e' chiaro che non sono ringiovanita ma i dolori sono nettamente diminuiti a parita' di esercizi e l'esecuzione dei brani dicono che sia piu' "serena e personale": un grazie di cuore...

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Sono felice, per esserti stato di aiuto. Ovviamente il totale rilassamento non è possibile, ma vedrai che dopo poco tempo imparerai a gestire queste energie che vengono dalle muscolature, sì, ferme, ma fuori tensione.Il meraviglioso libro di Monique Dechausses( non ricordo come si scrive....)parla di "punto zero", cioè da quel punto dove tutta la muscolatura è in equilibrio e fuori tensione. E' evidente che tutto si comincia a costruire da questo "punto", che il pianista non deve mai "perdere". Alcuni passaggi difficili, specie nelle tecniche cosiddette "trascendentali" comportano un momentaneo sforzo, ma subito dopo si viene a ricostituire l'equilibrio del rilassamento. Anche nei lunghi crescendi si cerca di dosare le energie per rendere "esplosivo" l'apice dell'effetto, che deve essere breve e intenso. Tutto forte e a lungo può portare irrigidimento.Quell'obbligo di rigidezza delle dita "a martello",che la tua insegnante, e non solo, invocava la trasformerei in "fermezza". Le dita devono spesso essere ben solide,ma non rigide. Essere capaci, come parte terminale di un complesso apparato muscolare, di sostenere il peso e l'aiuto dei muscoli più grandi e più forti. Ne è un grande esempio il gesto di "rotazione" dove le dita "ben ferme" ricevono vantaggiosamente la "supinazione" e la "pronazione" della della mano e dell'avambraccio.

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  • 4 weeks later...
:) grazie di cuore Paolo!!!Trovo solo oggi il tuo scritto perché ancora incapace di aggirarmi con scioltezza tra le varie (tutte interessanti!!!) pagine del sito. Continui a "stuzzicarci" sulla tecnica della rotazione del polso e quindi ci aumenta il "desio" della prossima lezione: lo so che sia tu che l'incredibile Simone siete "straimpegnati" e amare qualcosa e vivere il quotidiano è spesso difficile da sintonizzare ma, essendo il sito così pieno di energia e curiosità da parte anche di chi lo abita con competenza e amicizia non esistono calate di tono: complimenti!!! Modificato da Assia
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  • 1 month later...

PS nella lezione n 4 vorrei vedere soprattutto i movimenti da NON fare

Grazie

..forse tra le cose da non fare, è qui chiedo la conferma del maestro, è che il polso prima della caduta non deve essere tenuto alto ma basso : questo perchè, al momento dell'impatto, deve trovarsi in una posizione relativamente bassa proprio per permettere di ammortizzare il colpo tramite il rimbalzo.

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Sai si può strettamente teorizzare,..... bisogna anche vedere la conformazione corporea dell'Allievo. La vicinanza del Maestro è sempre insostituibile.Anche Sandor da' indicazioni molto precise, ma non vanno prese per "oro colato".I movimenti, una volta acquisita una "tecnica superiore" sono talmente minimizzati che sono quasi non visibili. Allora ATTENZIONE. A volte vedendo alcuni grandi pianisti non riusciamo ben a leggere questi movimenti piccoli e preziosi, che invece è utile conoscere, interiorizzare, naturalizzare. Nell'assimilazione profonda, i gesti divengono naturali e automatici. Secondo me è anche il suono che comanda.Per esempio in una serie di staccati appoggiati, molto frequenti nelle sonate di Mozart ( vedereil mio Tutorial sulla K330), il polso viene mantenuto abbastanza fermo ( ma non rigido). Le note in successione così suonate, con dita molto vicine ai tasti, godono di un rimbalzo che, visivamente, non mostra la flessibilità del polso. Vedere il secondo tema del III tempo di questa sonata , del quale terzo tempo non è uscito ancora il mioVideo Tutorial ( lo farò spero presto)

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