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Piano Concerto - Forum pianoforte

TOSCANINI - L'arte, la virtù, la dolcezza


GoffredoLIguri
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Per quanto possa essere stato bravo, Toscanini è una persona che a me non piace. Lo ritengo un grandissimo ignorante e pallone gonfiato. Il suo modo di esprimersi si accosta bene ad ambienti come le bische, certamente non si confà ad un grande direttore d'orchestra.

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E sì, mi associo a Simone. Io ho amato Direttori come Bernstein, che amava l'orchestra e aveva un grande rispetto dei suoi componenti. Meglio essere amato che essere temuto. Consiglio sempre e ancora di leggere il suo meraviglioso libro "la gioia della Musica"ED. Longanesi. Nel libro c'è un richiamo alle lezioni con l'orchestra che il Maestro tenne per i giovani negli anni 60, credo, filmati che dovrebbero essere proiettati obbligatoriamente nelle scuole!

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Simone, francamente mi diventa molto difficile comprendere come si possa dire di un direttore d'orchestra che fu un modello di interpretazione esatta, certamente intransigente,  che lesse le partiture con una precisione e fedeltà impressionanti e...potrei proseguire, che sia stato un pallone gonfiato - sinonimo di bolla di sapone - e ignorante.

Si può dire che aveva un pessimo carattere sì, ma tutto il resto è fuori discussione. :)

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Pallone gonfiato non significa affatto che sia ignorante e per lo meno non era questo il significato che gli volevo dare e mi rendo solo conto adesso di aver scritto ignorante invece di maleducato, mea culpa... Dal dizionario della lingua italiana si legge tra le varie interpretazioni di pallone gonfiato: "si dice di persona stimata e apprezzata molto di più di ció che vale". Beh, potrà essere stato un grande nel suo lavoro ma onestamente io non ho alcuna stima per chi tratta in quel modo gli orchestrali. Gli si riconoscono tutti i meriti musicali, ci mancherebbe, dare a Cesare quel che è di Cesare, ma quei modi lì non li usano neanche più i pluri-citati "scaricatori di porto" che ormai potranno certamente annoverare qualche laureato visti i tempi, figuriamoci se dovrebbe usarli un musicista di cotanta fama ! Parolacce, bestemmie, gravi insulti e imprecazioni ai Maestri d'orchestra, ma dove siamo ? Ai mercati generali ??

Personalmente sono dell'idea che i migliori risultati si ottengano sempre da un'armonia di gruppo, stima e rispetto reciproco. Non credo che il problema di Toscanini fosse dovuto al suo carattere, anzi al contrario normalmente certi modi li usano gli insicuri per ostentare la loro posizione, casomai il problema lo riscontrerei nel personaggio in cui è caduto. Quando si diventa così famosi e ambìti è facile cader preda della superbia e della tracotanza (questa volta intesi nel senso stretto dei termini: "Radicata convinzione della propria superiorità"). Trovo invece assai curioso che nessuno, dopo aver patito le sue offese, l'abbia mai preso dalla "collottola" come si fa con i gatti per gettarlo giù dal palco a pedate. Casomai la pazienza che hanno avuto i suoi orchestrali a sottostare a certi atti di maleducazione è cosa degna di stima !

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Per esemplificare vorrei fare un parallelo. Tu Daniele sei certamente una persona di cultura, che ha studiato, ha fatto sacrifici e si è posto degli obiettivi. Immaginiamo che tu debba lavorare con persone che hanno fatto degli studi diversi dai tuoi ma che ti sono necessarie in quanto facenti parte di un gruppo di cui tu sei il coordinatore, il ché in un certo senso ti pone automaticamente, almeno a livello di organigramma al di sopra degli altri. Se tu insultassi chi lavora con te, a prescindere dalla tua supremazia intellettuale e culturale, avresti perso in partenza, perché al di là di ragionamenti più o meno validi sul ruolo che stai ricoprendo c'é un discorso di dignità umana alla base di tutto, e chi non rispetta la dignità altrui, per quanto possa stare al di sopra degli altri, ha perso in partenza e agli occhi di chi osserva diventa automaticamente inferiore e da compatire. I pochi "Grandi" che ho potuto conoscere sono o erano delle persone di una semplicità disarmante che mettevano al primo posto il rispetto per gli altri e la dignità delle persone. Ritengo che questi siano i veri valori da perseguire. Era tanto per chiarire meglio il concetto ;)

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Caro Simone, ancora una volta, devo rimarcare un concetto a me tanto caro: non si può giudicare le persone e i fatti con il senno del poi. In altre parole se noi decidiamo di discutere e di affrontare fatti e personaggi che non appartengono al nostro periodo storico, non possiamo farlo pregiudizialmente senza contestualizzare il tutto, nel tempo a cui ci riferiamo.

È assolutamente ovvio che se oggi noi ci trovassimo di fronte ad un direttore d'orchestra che, per quanto grande, si comportasse come si comportò Toscanini, non potremmo che deprecarne l'atteggiamento.

Ma il comportamento che Toscanini ebbe fra la fine del secolo XIX e la prima metà del XX ebbe una sua ragion d'essere. Con questo io non voglio scusare in toto il suo comportamento e far cambiare l'opinione a qualcuno sul direttore di Parma, voglio semplicemente mettere l'accento sull'importanza che la sua figura ebbe nell'ambito della direzione musicale, della fruizione della musica del passato e nel teatro più in generale.

Toscanini fece parte di quella generazione di direttori che fecero da cerniera fra quelli dell'Ottocento che pensavano il loro principale compito fosse quello di far conoscere al pubblico composizioni a loro contemporanee o recenti e che fosse del tutto secondario la reinterpretazione dei classici e quelli del Novecento che invece, furono soprattutto interpreti del repertorio classico. Altra differenza fondamentale fu quella che riguardò la tecnica fisica, o tecnica della bacchetta, fondamentalmente funzionale nei direttori del Novecento, pressoché artificiale per quelli dell'Ottocento. Insomma, non si può prescindere dal fatto che Toscanini operò in mezzo ad una realtà musicale completamente diversa, non solo dall'attuale, ma anche da quella che ci fu dal dopoguerra in avanti.

Ma Toscanini fu anche un grande riformatore, e forse ancora di più, nel teatro lirico. Attivò molti dei cambiamenti che furono suggeriti da Wagner e Verdi, e tutto questo ha ancora oggi una forte influenza sulla attuale prassi esecutiva del mondo dell'opera. Fu lui che per primo, al teatro regio di Torino e in seguito alla Scala, fece installare la fossa per l'orchestra. Fino a quel momento le orchestre eseguivano la partitura a livello della platea, cosa che poteva andare bene per la musica di tutto il primo Ottocento ma che altrettanto non poteva essere per quella delle ultime opere di Verdi e, praticamente tutte quelle di Wagner o di Richard Strauss. Il buio in sala fu una sua idea e questo per far sì che il pubblico si concentrasse fin da subito sul palco. Ma certamente la cosa più importante fu il sostenere che un'esecuzione non poteva raggiungere un alto livello artistico se già in partenza non esisteva un'unità di intenti tra tutti i vari protagonisti.

È dunque in questo quadro che va valutata la sua figura ed anche i suoi comportamenti, certamente spesso molto duri e offensivi. Il processo logico interiore che portò Toscanini a decidere di sovvertire l'ordine costituito si scontrarono in lui con quelle che erano le caratteristiche innate del suo carattere: fu necessario dimostrare durezza per fare valere le sue idee, per dimostrare che faceva sul serio e che la sua intenzione prioritaria e assoluta era quella di modificare quel ferreo sistema in cui era costretto ad agire. Se noi diamo credito alle testimonianze di chi lo conobbe in giovane età, Toscanini fu un ragazzo assai timido e tranquillo e questo affermarono anche coloro che lo conobbero in età più avanzata. Fu solo dunque sul podio che avvenne la trasformazione della persona: una sorta di Jekyll e mister Hayde – mi si conceda questa metafora che mi piace sempre tanto – insomma. Fu l'importanza prioritaria e assoluta della musica, l'enorme passione, che lo trasformava. Un'importanza talmente soverchiante da renderlo pronto a qualunque cosa pur di scuotere il letargo e la routine. Fu a questo punto che si cominciò a parlare non soltanto della sua risolutezza e dell'assoluta intransigenza con cui respingeva i pareri che giudicava errati, ma anche dei suoi tremendi scoppi di collera contro i musicisti e gli organizzatori. Toscanini – che assomigliava, in questo, direi in tutto e per tutto a Beethoven – era completamente sicuro di sé stesso – e non affatto insicuro come tu ipotizzi – a tal punto da considerarsi un essere completo – e in un certo senso, come dargli torto visto i risultati – e per tanto si gettava anima e corpo con tutte le energie in suo possesso nel suo lavoro e non poteva capire e tanto meno scusare chiunque non facesse altrettanto. La sua concezione dell'arte-musica era talmente grande che per lui non era ammissibile accostarsene senza dare tutto del proprio essere. Ma non pensate che in privato nei suoi vari sfoghi di certi suoi comportamenti non si vergognasse No, tutt'altro, e su questo ci sono varie testimonianze. Ma inevitabilmente quando era sul palco, Jekyll prendeva il sopravvento: era capace di provare con pazienza ore e ore, quando sentiva che tutti lo seguivano e quando sentiva che davano il loro massimo, ma se solo sospettava che questa cooperazione non fosse al 100% diventava una belva. Spezzava le bacchette e le partiture, urlava, diceva parolacce, bestemmiava, scaraventava i leggii per la sala vuota e insultava a gran voce.

Ora la domanda è: glielo possiamo perdonare? Io, caro Simone, direi proprio di sì e senza alcun dubbio. Per fortuna che c'è stato Toscanini se, no, gli altri, quelli che sono venuti poi dopo, forse ce li dovevamo dimenticare o comunque le cose sarebbero state tutte diverse.

 

Ah Simone, io non sono di cultura e non ho studiato. Posso considerami solo uno che ama!

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Molto bello il tuo intervento ! Ti ho letto veramente con gusto ;)

Tuttavia continuo a restare della mia opinione, così come tu resterai della tua e ben venga... Evviva la libertà di pensiero !

Come dicevo anche nel post precedente l'attività lavorativa di Toscanini è cosa su cui non si discute ma l'educazione ed i meriti artistici e lavorativi sono, secondo me, due cose separate. Le norme della buona educazione non credo facciano parte solo di questo secolo e "perdonargli" (per usare il tuo stesso vocabolo) le magagne non vedo come potrebbe accostarsi al merito lavorativo. Mi viene in mente, per estremizzare, Benigni quando propose il paradosso dell'elettricista a proposito delle "cose buone" in cui recitava: "Sarebbe come se io chiamassi l'elettricista per fargli rifare l'impianto elettrico a casa, poi questo mi violenta la nonna, mi stupra la figlia però, va bene, non fa niente perché guarda che impianto elettrico che mi ha fatto, tac, tac, guarda la luce come si accende bene !". Ahahaha :lol:  :P , ovviamente la cosa è portata ai limiti dell'assurdo... Però per dire che se anche qualcuno sia stato di riferimento nel suo lavoro in modo che ancora dopo 57 anni dalla morte se ne parli bisogna aspettarsi che allo stesso modo si parli anche dei suoi lati negativi e se oggi si può dire qualcosa di male su Toscanini questo lo si fa solo per i suoi modi senza prendere in considerazione tutti i meriti che ha avuto e che nessuno vuole andargli a togliere.

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Complimenti Daniele. Io non sono dalla parte delle persone aggressive, anche se di valore. Nonostante tutto posso comprendere che una così grande figura, poteva avere ugualmente, nonostante la grandezza, una difficoltà e un disturbo di comportamento. Vedendo il video che possiedo in DVD, non approvo certo, ma probabilmente non vi era cattiveria. HOROVITZ avrebbe certo collaborato con lui e…tanto più non sarebbe divenuto suo genero.Tu argomenti benissimo questa sua probabile doppia personalità. Ti ho letto con piacere.

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Grazie innanzi tutto!

 

Mi capita a volte di rimanere stupito per certe coincidenze. Ieri abbiamo parlato di Toscanini e oggi, Rai Storia, una delle più belle trasmissioni della TV e di Rai 3 in particolare, ha mandato in onda una puntata dedicata al Maestro di Parma. In realtà, del comportamento di Toscanini se ne fa solo un accenno e quello che interessa alla trasmissione – ovviamente – è il rapporto politico con Mussolini e il fascismo.

Ovviamente ho pensato molto a Voi. Pensavo alle vostre affermazioni e soprattutto a questa di Paolo: «Io non sono dalla parte delle persone aggressive, anche se di valore.». Ma mi vengono in mente alcune affermazioni di Simone circa la valutazione della persona Toscanini.

Ora, posso assicurarvi che se oggi non ci fosse stata questa puntata non avrei riaperto il discorso, ritenendolo, non esaurito, ma sufficientemente affrontato, pur rimanendo un po' perplesso – come del resto sarete Voi sulle mie – su alcune Vostre affermazioni.

Se non l'avete vista, vi invito a vedere questa trasmissione, ancora una volta, non per farvi cambiare opinione, ma perché mi sembra importante comprendere bene come fosse complessa e sfaccettata la personalità di questo grandissimo uomo.

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Anch'io l'ho vista per coincidenza :-) molto interessante. Comunque, credo che il modo di fare di Toscanini fosse davvero in parte figlio di un periodo storico ben diverso dal nostro. Io non sopporto i direttori maleducati ma, ahi noi, molto spesso vale la pena di avere a che fare con persone spiacevoli quando il loro valore è alto e indiscutibile. Toscanini era un'autorità indiscussa e indiscutibile, e forse le orchestre con cui aveva a che fare non erano fatte da professionisti per come li intendiamo noi...

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