Chopinauer Postato Maggio 23, 2014 Report Share Postato Maggio 23, 2014 Qual'è la migliore scuola pianistica? Scuola di Vitali, scuola Russa o altre? In cosa si contraddistinguono i due approcci allo strumento? Esiste una scuola per ogni repertorio? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
pianoexpert Postato Maggio 23, 2014 Report Share Postato Maggio 23, 2014 Chiedere quale sia la migliore Scuola è, per me, come chiedere quale sia il migliore Autore. La Scuola si forma attraverso principi cardine che i Rappresentati hanno enunciato secondo la propria esperienza sul "campo". Parlo di concertismo e di attività musicale. Anche qui c'è molta diversità di idee. Personalmente non sono stato per esempio abituato a separare la cosiddetta "Tecnica" dalla "Musica". Chi mi ha trasmesso la Scuola ( dal filone dei M. Bajardi- Zecchi ecc)mi ha sempre sottolineato e dimostrato che le soluzioni tecniche sono suggerite dal contesto musicale e che la Tecnica e la Musica sono della stessa pasta. Ci sono per esempio scuole che fanno studiare Hanon, che io reputo inutile. Opp. alcune , ritenute illustri, che fanno ripetere una battuta cento volte, pop. ancora chi suggerisce che bisogna fare 3 ore di "tecnica" al giorno, magari ripetendo formule fuori dall'applicazione del testo musicale. L'approccio allo strumento, credo, sia e debba essere basato sul "fuori tensione"e da lì si possono pazientemente costruire gli strumenti e i gesti che ci serviranno ad eseguire l'idea dell'Autore. Usare i libri i di "tecnica" è utile per conoscere alcune formule che, specialmente nel periodo classico, si ritrovano nei prezzi musicali. Anche gli "studi" possono essere utili. Quelli di Pozzoli, di Czerny, di Cramer ecc, aiutano l'allievo a ripetere queste formule creando delle frasi musicali e alcuni entrano addirittura nel repertorio concertistico ( parlo di quelli di Chopin e Listz, ad esempio). Non bisogna abusare degli studi elementari come delle formule della Tecnica elementare, pensando che sia tutto là. Non esiste penso, anche, una Scuola per ogni repertorio, ma può verificarsi che un insegnamento sia volto preferibilmente ad un certo repertorio. Sicuramente un insegnante che suona e/o ha suonato prevalentemente repertorio romantico, sarà proteso ad insegnare e suggerire soluzioni su pezzi del repertorio romantico ecc. Personalmente ho scambiato in passato punti di vista con concertisti Polacchi e Russi e, anche nella direzione d'orchestra( con il Polacco frequentavo il corso di lettura di partitura) discutevamo molto sulla praticità da loro applicata rispetto al nostro approccio, molto più scientifico, ma non di veloce apprendimento ( si riferiva al noioso studio del setticlavio). Insomma, poi, la somma delle esperienze ci forma. Discorso un po' lungo…forse mi sono già dilungato, disordinatamente, troppo. 3 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
ttw Postato Maggio 23, 2014 Report Share Postato Maggio 23, 2014 Concordo con Pianoexpert, una "scuola" interessante è anche quella di Mozzati, perchè permette di affrontare lo studio della tecnica passando direttamente al repertorio. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Chopinauer Postato Maggio 23, 2014 Autore Report Share Postato Maggio 23, 2014 Scusate l'ignoranza ma non conoscevo la scuola di Mozzati. Quali sono le scuole o filoni di approccio tecnico attualmente diffuse in Italia ? Non sarà solo quella di Vitale? Tra queste scuole quale reputa più fisiologica ed efficace, pianoexpert? Poi un'altra curiosità Molti dicono che la propria tecnica deriva da Listz, ma la cosa non mi convince. Storicamente Listz e Chopin avranno trasmesso la loro tecnica e creato degli allievi che poi hanno tramandato qualcosa ? (quanto meno un influsso anche perché gli strumenti di allora erano diversi e quindi anche la tecnica è differente) Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Chopin Postato Maggio 23, 2014 Report Share Postato Maggio 23, 2014 Nel presente la scuola di Imola è molto accreditata. Che io sappia Chopin e Liszt hanno fatto scuola con i loro studi Per cui tecnica con il repertorio (studi da concerto) giunti sino a noi. Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Chopinauer Postato Maggio 24, 2014 Autore Report Share Postato Maggio 24, 2014 Ne ho sentito parlare. Ma ad Imola vi sarà un rappresentante di detta tradizione didattica. Sapete chi è ? Che tipo di tecnica propone la scuola di Imola ? Le tecniche che si possono osservare in giro sono le più disparate ed ognuna ha dei dogmi rappresentativi 1) rilassamento e scarico del peso 2) controllo di ogni singolo dito (rilassando quello che non suona); ogni dito deve essere forte come gli altri, 3) seduta alta 4) seduta bassa 5) dita allungate 6) dita arricciate etc Vorrei solo fare un pò di ordine per stabilire delle verità fisiologiche fondamentali e non incorrere in tecniche sbagliate (convertirsi al meglio non è mai troppo tardi) Devo confessare di aver visto solo i primi due video di pianoexpert ed appena avrò tempo li vedrò tutti (interessantissimi) tanto per fare un esempio, nello studio n 17 del Gradus ad Parnassum (per lo sviluppo dell'agilità delle 5 dita della mano sx) come consigliate di procedere 1) fase di studio lento (come articolare?) 2) fase di studio veloce (come articolare?) 3) come rendere uniformi tutte le note ? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
Gerardo Postato Maggio 24, 2014 Report Share Postato Maggio 24, 2014 Intendi il 17 dei 23 che preparavano solo i pianisti per l'ex-ottavo o il 17 dell'intera opera (appunto dei 100)? Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
thesimon Postato Maggio 25, 2014 Report Share Postato Maggio 25, 2014 Vorrei dire anche io la mia... A me piace sempre riferirmi alla natura. La sinusoide è il moto più semplice in natura perché non presenta accelerazioni improvvise, tutto è graduale e "naturale". In natura le forze tendono a bilanciarsi per raggiungere l'equilibrio. Ecco, alla luce di queste osservazioni credo che sia necessario seguire l'approccio naturale, quello che ci permette di scaricarci completamente dalle tensioni pur mantenendo grande chiarezza nelle frasi musicali... È anche questo una ricerca del bilanciamento tra forze. Quando articolare ? Quando scaricare il peso ? Quando cercare il fondo del tasto ? Quando suonare sullo scappamento ? Lo suggerisce il contesto musicale. Tutte le scuole di tecnica hanno gettato delle basi ed hanno proposto delle soluzioni, il punto è che ognuno di noi è anatomicamente diverso dagli altri e alcune soluzioni tecniche che vanno bene per una mano potrebbero non andar bene ad altre. Secondo me è bene conoscere le diverse scuole tecniche ed applicare le loro soluzioni a nostro piacimento per suonare con naturalezza. Non sta scritto da nessuna parte che si debba utilizzare un'unica scuola di tecnica e che non sia possibile miscelare sapientemente secondo la propria anatomia le diverse soluzioni. Il tutto dev'essere finalizzato alla naturalezza del fuori tensione ed al suono che intendiamo produrre. Quale suono ? Quello che ci suggerisce l'autore nella sua composizione. 3 Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
danielescarpetti Postato Maggio 25, 2014 Report Share Postato Maggio 25, 2014 Ne ho sentito parlare. Ma ad Imola vi sarà un rappresentante di detta tradizione didattica. Sapete chi è ? Che tipo di tecnica propone la scuola di Imola ? Se possono esserti utili alcune informazioni le trovi qui Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
sorpas Postato Luglio 27, 2014 Report Share Postato Luglio 27, 2014 Principi fisiologici, principi meccanici, ma soprattutto "ORECCHIO MUSICALE". Interessante i libro di Heinrich Neuhaus "L'arte del pianoforte" e il libro di Chuan C. Chang "I fondamenti dello studio del pianoforte". E poi ascoltare, ascoltare e ascoltare i GRANDI. Buon studio Quota Link to comment Condividi su altri siti More sharing options...
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