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Piano Concerto - Forum pianoforte

Perché 432?


Sergio
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A metà del XIX secolo non c'era uniformità nelle accordature di nessuna orchestra e in nessun teatro e il diapason venne fissato a 435 Hz solo nel 1885 con un congresso a Vienna (poi, a metà del XX secolo, a 440 Hz). In Italia, nei principali teatri d'opera (Firenze, Milano, Napoli) il diapason era tra i 445 e i 450 Hz, mentre nello stesso periodo i pianoforti erano accordati a 432 (era il cosiddetto "tono pianistico"). Questo dovrebbe spiegare bene il desiderio di Verdi di vedere uniformato a quella frequenza il diapason: i cantanti (solisti e coristi) provavano le loro parti col pianoforte a 432 e, non appena mettevano piede sul palco per le prove con l'orchestra, si trovavano a dover cantare in un'altra tonalità. Già oggi, se un cantante dopo aver studiato la parte col pianoforte accordato a 440, va in orchestra e trova l'accordatura a 442/443 (ormai praticamente standardizzata) è in difficoltà... immaginiamoci come doveva essere studiare a 432 e dover cantare in palco a 445/450! Inoltre (ma la mia è un'ipotesi) all'epoca né gli strumenti ad arco né quelli a fiato erano progettati per accordature così acute, quindi immagino che il suono ne risentisse molto, cosa che, probabilmente, a Verdi non piaceva.

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  • 2 years later...

Personalmente l'intonazione a 432 mi piace di più. Maggior risonanza dello strumento, suono più morbido anche se con un pelo meno di volume. Poi ascoltare Chopin suonato su un piano a 432 contro uno a 440 sembra di sentire un pezzo diverso. Naturalmente scendendo di accordatura, anche se di poco tra più strumenti potrebbe essere più facile avvertire stonature...

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Questione assai meritevole di approfondimento...personalmente mi colpisce molto che uno dei sistemi meno invasivi per diagnosticare una frattura consista nell'uso di un diapason associato ad uno stetoscopio e, affinchè la risonanza con il corpo umano sia efficace ai fini diagnostici, il diapason debba produrre il do 128 Hz (non il 130,828 Hz). Dunque il la 432, che sembra coinvolgerci più profondamente a livello emotivo, piace anche al nostro corpo!

 

http://www.youtube.com/watch?v=yTo6Hv0fp9s

 

 

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2681212/

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Cercherò di dire la mia. Al di là del fatto che ognuno di noi può abbracciare il diapason che vuole e in cui crede per moltissime ragioni tecniche, spirituali, auditive ecc...dobbiamo comprendere che i nostri moderni strumenti, i pianoforti, sono costruiti per essere accordati al diapason 440. Esiste naturalmente un calcolo che tiene conto della lunghezza di ciascuna corda nonché della sua frequenza. Si ricavano così i diametri e soprattutto le trazioni che devono avere una certa coerenza e uniformità  con la successione dei cori. Il calcolo della intera cordiera tiene anche conto della pressione delle corde sui ponticelli e tutto fa anche i conti con l'impedenza della tavola di risonanza. Naturalmente la situazione è molto più complessa e queste quattro parole non possono essere esaurienti a descrivere ciò che accade. Si può però facilmente immaginare come i "numeri" possano cambiare col cambiare delle frequenze diverse da quelle assegnate dal progetto. In realtà sarà pur vero che un pianoforte accordato a 432 Hz possa risultare più "dolce", come una voce che voglia sommessamente descrivere un triste episodio si abbassa e si modula lontana dal suo vero colore. Infatti col variare della frequenza non corrispondente a quella di progetto , lasciando invariato il diametro e la lunghezza, varia anche la timbrica, Il pianista,  potrebbe non trovare lo strumento uniforme e soddisfacente in alcuni registri. Soffriranno abbastanza i super acuti e gli estremi bassi, come pure la regione del passaggio dalle corde bianche a quelle filate. Anche il transiente di attacco sarà diverso. Forse meno potente ed eclatante, vanto delle grandi marche che promuovono la qualità del loro strumento sulla peculiarità di essere chiaro ed incisivo nella successione di passaggi rapidi. Anche la tavola di risonanza, dovrebbe, con un diapason "tendente al ribasso", essere calcolata e caricata in modo diverso. Veramente complesso. Io personalmente preferisco conservare il 440 e magari agire sull'intonazione dei martelli; intervento delicato che può però incontrare le esigenze di una timbrica e di un  suono complessivo più o meno morbidi.

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A tal proposito Righini scrive (penso già negli anni '90):

 

Accordatura degli strumenti musicali – il LA “normale”
Nei giorni dal 20 al 22 giugno 1970, a Toledo un gruppo di lavoro incaricato dal Consiglio d’Europa e composto da musicisti, musicologi, strumentisti, fisici, costruttori di strumenti ed esperti giuridici, che già aveva tenuto riunioni a Salisburgo (1968) e a Firenze (1969), ha chiuso definitivamente la centenaria questione del “LA normale”.
Questo problema, che il governo francese pose in termini concreti or sono più di 100 anni, ha visto varie riunioni e congressi (Parigi, 1859 - Vienna, 1885 – Londra, 1939, 1953, 1955) senza tuttavia arrivare (se non ora) a una soluzione efficace. Intanto il disagio per la spinta continua verso un’intonazione sempre più alta era particolarmente lamentato, specialmente da parte dei cantanti, mentre si andava svisando persino il senso delle tonalità originali, tanto che in certi casi c’era da chiedersi se quella tal nota era un LA o un SIb.
La convenzione internazionale di Toledo, elaborato col criterio del massimo rispetto per la libertà dell’artista e dell’esecuzione musicale, la cui misconoscenza aveva determinato l’efficacia delle precedenti iniziative, stabilisce tassativamente che gli strumenti musicali debbano essere fabbricati in modo da dare il LA3 (è il LA sul secondo spazio in chiave di violino) con la frequenza di 440 Hz, con una temperatura ambiente di 20° C. Tali debbono essere pure le condizioni per la taratura degli strumenti di riferimento, diapason, oscillatori elettrici o meccanici, etc.
La medesima frequenza, ossia 440 Hz, è fissata in modo vincolante per l’accordatura degli strumenti musicali, di qualsiasi orchestra o complesso strumentale al momento iniziale della prova o dell’esecuzione. La convenzione prevede anche adeguati controlli.
Poiché la questione, più che essere di vera tecnica musicale è di buon costume e di educazione artistica, la convenzione si rivolge espressamente a tutte le Scuole di Musica ed Enti, compresi quelli Radiofonici, che siano comunque interessati alla musica, quindi anche alle Società di concerti, non solo per la rigorosa applicazione delle nuove norme, ma anche per la divulgazione delle stesse, nell’ambito di una adeguata propaganda, che è una autentica profilassi di igiene musicale.

 

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E' l'aggettivo "naturale" che non mi torna, anzi direi che questa presunta "superiorità" non ha alcun fondamento scientifico, e lo dico pur essendo nato in agosto e amando il numero 8 .

 

Il “LA” che piaceva a Verdi

http://citymeg.com/blog/2015/06/29/la-piaceva-verdi/

Pochi sanno che Giuseppe Verdi ha combattuto una battaglia personale con il governo italiano. Il grande compositore chiedeva una legge che ripristinasse l’uso nei conservatori del La naturale.

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Sul LA 432 se ne sono sentite di tutti i colori. Anticamente quando i telai dei pianoforti non erano ancora in legno si usava accordare gli strumenti con frequenze di riferimento più basse più che altro perché la trazione delle corde avrebbe fatto collassare il telaio su sé stesso. In seguito è nata una vera diatriba legata anche a riferimenti addirittura esoterici. C'è chi ha scherzato sulle frequenze di risonanza della materia che ci circonda ma assicuro che non è difficile trovare su internet cose di questo genere e anche di peggio. Io credo che tutte le ricerche tecnologiche abbiano apportato migliorie in ogni campo. La scelta del riferimento a 440 Hz è la "naturale" (questa volta usato nel senso stretto del termine) evoluzione di questo concetto nel campo musicale. Sale da concerto più ampie, capacità uditive minori e rumori ambientali maggiori, hanno richiesto suoni più ricchi e attacchi più decisi. Vidi una volta un documentario di Kawai sullo studio e la progettazione di un pianoforte e non immaginate quanta matematica e fisica ci sia dietro. Le cose, a questi livelli non avvengono mai per caso o per tentativi. Come nelle migliori prove scientifiche si parte da un'ipotesi dimostrata tramite teorie matematiche per poi arrivare alla sua dimostrazione empirica. Io credo che con le tecnologie di oggi gli ingegneri progettisti avrebbero capito se conveniva tornare al riferimento a 432 Hz...

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