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Piano Concerto - Forum pianoforte

le dita contro tutti


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Articolare porta rigidità? - stimola contrazioni "passive" (non necessarie)? - limita la funzionalità dell'intero apparato (spalla, braccio, avambraccio, polso)? - ergo: aumenta le difficoltà tecniche e deprime le possibilità espressive?

Che ne pensate di un approccio che limiti la funzione delle dita al minimo (ossia al posizionamento della mano sulla tastiera) affidando tecnica ed interpretazione a peso e polso?

Come dovrebbe porsi l'insegnante nei confronti del bambino all'inizio degli studi?

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Io credo che dipenda molto dal suono che si vuole ottenere. La tecnica è il mezzo meccanico per dare luogo all'immagine sonora che abbiamo in testa. Articolare produce un determinato suono che non si ottiene minimizzando i movimenti. Se dovessi lavorare su un bambino, lo metterei prima in condizione di conoscere le varie tecniche per poi saperle applicare all'interno di una composizione d'autore. L'uguaglianza delle note, la pulizia ed un certo suono caratteristico di alcuni punti delle sonate di Mozart, ad esempio, non si possono ottenere se non per mezzo dell'articolazione con il polso basso. Non dobbiamo per forza utilizzare il peso quando questo non è necessario, va invece utilizzato quando si rende necessario al fine di evitare contrazioni muscolari inutili, ed anche il suono cambia a parità di tecniche, perché il suono realizzato attraverso tensione muscolare non è paragonabile nella qualità del suono a quello di stessa ampiezza realizzato con il peso. Questa è la mia idea.

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Secondo me, soprattutto all'inizio bisogna insistere sulla tecnica del peso, passare dalle cadute e puntare a rafforzare le dita. Ad un certo livello il peso andrà solo dosato in base all'esigenza contingete richiesta da quel determinato passaggio di quel determinato brano. Insomma, come dice TheSimon, è uno degli strumenti che alla fine ha l'interprete ... da usare quando serve. All'inizio invece si deve anche lavorare per formare un bel suono ... rotondo ed evitare di suonare "sulle uova" :)

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Sono d'accordo con SImone e con Marta. Io a volte osservo amici e amiche diplomate che suonano proprio "sulle uova". O si capisce subito il "peso" e la consapevolezza del fondo del tasto o non si accetta più. Quel "rafforzamento" delle dita non è altro che la "fermezza" che le dita imparano ad avere quando possono sopportare i vari gesti compositi con altri muscoli compartecipanti. Questa energia ben distribuita fa sì che tutto l'apparato sia portato fuori tensione. Partire dal "punto zero" significa capire questo equilibrio. Solo poi si potranno cominciare a costruire i dosaggi. Questo è il mio pensiero

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Grazie anche a Pianoexpert e Marta23.

Un chiarimento. Nelle mie prime lezioni di pianoforte il Maestro mi faceva alzare le dita il più possibile tenendo il polso rigido (ricordo anche la sensazione di spasmo che provavo).

Una persona che aveva studiato con Maria Tipo mi raccontava (e quindi non so se diceva balle) che la stessa cosa (a livelli evidentemente più avanzati) veniva pretesa anche dalla grande pianista.

Certo dai miei studi sono passati 30 anni ma ho sentito ancora dire che l'articolazione (da intendersi come sopra) sarebbe la prima cosa da insegnare ai bambini perché propodeutica rispetto a tutto il resto.

E' questo approccio che porterebbe a suonare sulle uova?

Mi interessa non tanto x me (ormai sono irrecuperabile: più che suonarci sopra, le uova le lancio direttamente su chi mi ascolta :P) quanto per i miei piccolissimi che sono attirati dalle mie "tastiere" e a cui il prossimo anno pensavo di far frequentare una scuola, magari con il metodo Suzuki.

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Questo "Tipo" di approccio o di metodo mi sembra alquanto contrario ai principi della tecnica...e non dredo che possa essere stato consigliato ai rpincipianti da un così grande nome. Infatti tutto l'apparato deve essere fuori tensione, come faccio vedere in un mio video sulla sonata di Mozart K330. Quando si parla di irrigidimento si butta a mare tutto. Bisogna innanzitutto capire come "gavitare " sulla tastiera per poi acquisire i vari equilibri necessari nonché l'equa distribuzione dei compiti dei muscoli compartecipanti. Secondo me è proprio il contrario: L'articolazione può essere sviluppata, e non per un lungo tempo durante l'esecuzione, in presenza di una tecnica avanzata. E poi c'è articolazione e articolazione. Apparentemente può essere considerata articolazione anche la semplice "caduta naturale" delle dita con il loro peso. E' questa la tecnica da usare nella variazione a biscrome del secondo tempo dell'Appassionata di Beethoven o nell'Allegretto della Waldstein dello stesso autore. In questo caso le dita si lasciano cadere in una sorta di jeu perlé con il peso sufficiente a far toccare la corda da parte del martello, ancor prima della fase di "scappamento" dello stesso. Nessuna rigidezza e nessuno sforzo.

Sviluppare una sana articolazione ( buona per Bach, Mozart...) significa percepire perfettamente l'equilibrio delle tensioni braccio- avambraccio, polso-dita. Non è affatto facile e non è affatto cosa da principianti. Il principiante deve essere, secondo me, indirizzato a sviluppare subito la conoscenza del "fondo del tasto" con minima tensione. Pian piano le dita, più o meno ferme, ma non "rigide", imparerano a sopportare il peso rilassato dell'apparato. Solo in un secondo momento si svilupperà la conoscenza e l'applicazione dei diversi pesi e pressioni e articolazioni, sempre con la massima attenzione al "fuori tensione" ( anche se non totale). Iniziare con articolazione e polso rigido significa negare al nostro sistema propriocettivo ciò che dobbiamo mettere in pratica. Dove si vuole arrivare? Ai muscoli? Alla forza? Al culturismo? Niente d più errato. Poi, forse, alcuni principi divulgati, non vengono, magari, proprio per niente dai Grandi e sono invece trasmessi e ripetuti dopo aver ascoltato qualche "storia" inventata e/o non "provata".

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Questo "Tipo" di approccio o di metodo mi sembra alquanto contrario ai principi della tecnica...e non dredo che possa essere stato consigliato ai rpincipianti da un così grande nome...

Poi, forse, alcuni principi divulgati, non vengono, magari, proprio per niente dai Grandi e sono invece trasmessi e ripetuti dopo aver ascoltato qualche "storia" inventata e/o non "provata".

Infatti, nonostante non si trattasse di un principiante, ero rimasto sorpreso e dubbioso anch'io (l'ho detto tra parentesi).

Grazie per l'accurato e come sempre interessante chiarimento.

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