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Piano Concerto - Forum pianoforte

pianoexpert

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Tutto postato da pianoexpert

  1. Bene! Mi trovo naturalmente d'accordo sul bellissimo video di Simone che ben illustra la tecnica del peso e non solo. E' chiarissimo il trasferimento del peso da un dito all'altro, che credo sia alla base del cantabile. Non credo che senza una sincera e chiara percezione dell'appoggio delle dita si possa costruire una tecnica sicura. Naturalmente come ben sottolinea sempre Simone, tutto deve essere seguito da un Maestro che, vicino all'allievo, possa controllare come avviene tutto ciò. Qualche mio Maestro diceva che la buona qualità del suono e la buona qualità nella sua continuità ci dice se striamo trasferendo correttamente questi principi sulla tastiera. Acquisire un "proprio" suono dona al pianista una vera e propria identità pianistica e artistica. Lui è "riconoscibile" attraverso il "suo" suono. Lui "parla" e si "esprime" attraverso la "dizione" del suo suono.
  2. Assolutamente no!!!!!!! Sevi far esaminare la meccanica, o forse solamente la tastiera. Magari qualche tasto può essere registrato con l'apposita pinza. Conviene chiamare il tecnico del rivenditore.Mai borotalco che è igroscopico!!!!!!!
  3. Ma certamente. Quello che dice Simone è giusto! Le due mani devono essere ben pronte e capaci a sviluppare il cantabile. Sempre Rubinstein racconta in un video, che credo potrai trovare, come esegui' non certo diligentemente a New York lo studio op. 25 n. 11 di Chopin. Dice nel video di aver eseguito negligentemente la destra, ma con grande evidenza e contabilità nella sinistra. Il pubblico andò in delirio e neanche valutò bene la non buona esecuzione della destra. Il "cantabile" in quel caso aveva fatto da padrone!!!!. Con questo vorrei dire che è il caso di partire dallo studio a mani separate : si scoprirà certamente l'importanza del legato sia nella destra che nella sinistra e quale evidenza dare ad una mano rispetto all'altra.
  4. Non sempre dipende solo dalla guarnizioni della tastiera. Il problema potrebbe essere composito. L'umidità fa gonfiare i legni e così anche le guarnizioni, ma anche quelle che si trovano intorno ai fori dei perni della meccanica. Le "articolazioni" della meccanica divengono così "pigre" e non resta che sostitiirle, alesando i fori e maggiorando i perni ( ciò perché i perni devono scorrere bene e non troppo nei fori guarniti e rimanere invece ben fermi nel foro al centro del pezzo, foro non guarnito- usare sempre alesatori non conici!). Poi controllare anche le asole ( o mortase) anteriori e centrali della tastiera e assicurarsi della loro giusta scorrevolezza sui loro perni.
  5. Grazie Nancy. A volte si rischia di "dire troppo". Non bisogna prendere tutto come fosso "alla lettera", ma come una "immagine". Ragionare , sì, ma poi naturalizzare. Caro Anthos, non bisogna scoraggiarsi. Sappi che anche io da giovanissimo ero molto analitico e credevo che tutto dovesse partire dall'esame profondo. Ma questo mi giocò contro e per esempio non mi sviluppò lettura rapida. La mia insegnante, grande allieva di F. Bacardi e di A. Casella. un giorno , e non solo, alzò la voce dicendomi: "leggere per leggere". Cioè: "qualche volta non chiederti"opp. "non analizzare sempre"...insomma non crearti "sovrastrutture" mentali che possano essere di ostacolo. E allora le famose frasi..." meno fai e più fai"...oppure come come il regista fa dire allo sciocco protagonista Forest Gump: "Per vincere a ping-pong basta mandare la pallina dall'altra parte".......Adesso leggendo questo post hai una immagine completamente rovescia di quello che ho detto precedentemente...ma è così solo apparentemente! Servono tutte e due! Il Grande G. Verdi diceva: "Impara le regole e poi dimenticale"...nel senso che bisogna ritornare a studiare i particolari, i passaggi, le armonie, le qualità del suono ecc..ma poi assimilare tutto come appartenesse alla nostra natura e lasciarsi un po' andare. Questo va e vieni, dentro e fuori l'analisi, credo ti servirà a raggiungere buoni risultati. La Musica ci suggerisce tutto: il ritmo, il suono, la tecnica. ...Bhe stavolta pure ho parlato troppo. ...la bestia perde il pelo ma non il vizio, anche se il mio barbiere dice di no! Buono studio!
  6. Non esageriamo. Forse ho detto troppo.Sono sicuro che puoi fare un buon lavoro!Soprattutto divertiti e canta dentro di te. Vedrai che troverai il legato-cantabile!
  7. Nancy ha ragione, secondo me. Casella dice nel suo libro "Il Pianoforte" ( che ti consiglio assolutamente di leggere) che per suonare legato e cantabile bisogna suonare anche con una certa forza. Naturalmente non quella della "rigidezza", ma quella della gravitazione. Essere capaci di passare il peso da un dito all'altro con la gravitazione del braccio e della spalla. Questo è un principio che fu abbastanza criticato nel secolo scorso, ma io non finirò' mai di raccontare che Rubinstein, che ho avuto la fortuna di conoscere, ci fece sentire sulla nostra spalla quale peso aveva la sua mano nel cantabile. Era impressionante. Naturalmente questo si può ottenere quando tutti i muscoli dell'avambraccio , del braccio e della spalla sono fuori tensione. Addirittura, come anche suggerisce Sandor ( ricordo il libro dal titolo pretenzioso, ma bellissimo"come si suona il pianoforte"...da leggere!!!) a volte, è necessaria anche una certa pressione per legare. In un mio video tutorial, faccio un esempio di come si possono tenere chiuse le dita resistendo in modo che nessuno possa aprirle, pur restando fuori tensione con i grandi muscoli. Questa indipendenza muscolare che deve essere uno dei principali obiettivi, favorisce quella fermezza delle dita necessaria a sorreggere tutto l'apparato dei grandi muscoli senza tensione. A questo punto il cantabile e il legato si sviluppano molto bene. Quindi suggerisco di suonare abbastanza sinceramente forte la melodia, cercando di imparare a "dualizzare" la capacità gravitare con la mano. E' evidente che Bach per questo è un'ottima dieta...già dalle invenzioni a due e tre voci. L'adagio che stai studiando è solo apparentemente facile. Devi sbilanciare, come ha ben suggerito Nancy con altre parole, il peso verso l'esterno della mano, cioè sulla melodia. Come se tutte le note della melodia facessero da "perni" della mano ( forse non è una spiegazione troppo ortodossa, ma credo renda l'idea). Questo è il mio pensiero. Buono studio
  8. Bellissima l'arietta, Giovanni. Non ho ascoltato la prima versione e non l'ascolterò. Questa che hai eseguito è equilibratissima e piena di fresca musicalità! Non esageri in niente, come esige lo stile di questi pezzi deliziosi. Hai ricercato i colori più giusti e di gusto pur non rinunciando al rigore del tempo. Suono bellissimo:Bravissimo!!!!
  9. Caro Fed, ho ascoltato con piacere questo pezzo delizioso che non conoscevo. Hai molta musicalità e sensibilità! E hai una tecnica, un approccio alla tastiera, molto naturale. Bene!Bisognerebbe pero' dare una occhiata allo spartito, poiché il ritmo risulta a volte un po ambiguo...magari questo risulta all'ascolto e forse mettendo a posto qualche piccola accentuazione risulterebbe più chiara la caratterizzazione del delizioso pezzo. Complimenti!!!
  10. Caro Simone, i miei più vivi complimenti per tutto il concerto. Che dire che già non abbiano detto gli altri? Mi piace la scelta dei tempi e del suono. E' un prodotto editato in maniera raffinata come la musica del Grande Mozart esige!! La tua interpretazione è sublime!!!! Credo proprio che sia quella che mi piace di più in assoluto!!! Si è parlato di quella di Horowitz e Giulini ...che non mi piace al 100% , pur inchinandomi di fronte a tanta altezza artistica. Anche la sonata in si B che è sul retro del disco è molto "romanticona". Il compianto S. Vertes , Direttore all'esportazione di Casa Steinway, mio amico, mi confesso' una volta a pranzo : "se mi regalano un disco di Horowitz, lo ascolto volentieri...ma non lo comprerei" : Lui lo aveva conosciuto personalmente, anche per lo stretto rapporto che il Maestro aveva con F. Mohr. Qui ci troviamo di nuovo a casa Steinway, virtualmente di fronte ad una interpretazione di livello internazionale e credo che quei "grossi calibri" del mondo musicale la avrebbero molto apprezzata. Chissà quanti ancora potranno apprezzarla!!!!. Ad Majora!!! Complimenti, amico mio!!!
  11. Condivido la valutazione di Giovanni. Sembra, dico sembra, degno di restauro, ma bisogna giustamente sciogliere delle riserve. Attendiamo altre foto
  12. Amo il "Barocco": Da giovanissimo mi hanno fatto appassionare gli amici francesi. Ero tutti gli anni a Musicora, a Parigi ( una fiera della musica che non so se si fa ancora!) . E la' feci amicizia con diversi giovani musicisti flautisti.Mi ero appassionato ai fiati barocchi e ascoltavo molto, anche in casa loro, amici musicisti, che provavano tutti i giorni, dico tutti i giorni.!!!! Se qualcuno di loro era assente , lo tacciavano di non essere un "professionista"! Fantastico!! Mi meravigliavo già da allora come, in Italia, non veniva molto seguito ed eseguito!.... Il Barocco. Benvenuto , te e il Barocco!!!
  13. Bhe, non aggrava la situazione, ma forse nel fortissimo o nel forte il difetto potrebbe accentuarsi. Comunque prima si interviene e meglio è. E' cosa da poco provare a stingere i giri!
  14. Purtroppo non si possono spiegare a parole. Sarebbe complicato e si rischierebbe di fuorviare. Diciamo sommariamente che in battere significa mettere il pedale sull'inizio della frase che si vuole pedalizzare : giu' il pedale nel momento che viene suonata la prima nota o le prime note della nuova armonia. Ordinario si tratta di "cambiare",cioè sollevare il pedale simultaneamente alle note delle nuova armonia. Sincopato quando viene cambiato un attimo dopo la nuova armonia. Quest'ultimo funziona bene in una successione di accordi come nel pezzo "la cattedrale sommersa" di Debussy ( detta scherzosamente dai pianisti...la cattedrale inghiottita perché engloutie ) Comunque si fa prima a farlo che a dirlo. Ciao
  15. pianoexpert

    Sonata k 1

    Bellissimo. In Italia come tu saprai abbiamo Tucci, che oltre ad essere un caro amico, è un competente costruttore di questi strumenti. Per caso è una sua riproduzione?
  16. Si ma puoi usare ugualmente la tecnica di far cadere le dita con il loro peso. Indubbiamente il pianoforte acustico è necessario per comprendere alcune scelte tecniche che poi, magari, con l'esperienza , si possono "immaginare" sul digitale, da usare per comodità, ma non per studio in senso assoluto! Comunque puoi ugualmente scegliere il pedale ordinario, sincopato e in battere. Conoscere i modi di pedalizzare è fondamentale
  17. Ti ha gia' ben risposto puntualmente il competente Giovanni!!!!
  18. Uno dei pochi Autori dove il pedale è parte integrante ed irrinunciabile della scrittura è proprio Debussy. Nel famoso pezzo si può usare il pedale ordinario o sincopato nella prima pagina poiché la mano ben lega i suoni. Si consiglia di mettere giù i due pedali. Il suono deve essere evanescente e questo si può ottenere suonando facendo cadere dolcemente e liberamente le dita fino a sentire lo scappamento che sfugge...quando ancora non si è raggiunto il fondo del tasto. Quasi niente peso della spalla e del braccio.Tipico "tocco" della Musica francese appunto chiamato come modo di suonare ( anche Cortot usa molto questa definizione) "sur l'escapement"cioè sullo scappamento. Quando inizia l'episodio con l'ottava bassa, per chi lo ha, si può usare il pedale tonale. Altrimenti la nota bassa anche andando alla seconda pagina, deve rimanere il più possibile. Quindi "pedale in battere". Negli arpeggiati cambiarlo all'inizio di ciascun arpeggio, avendo cura di far rimanere anche la prima nota dell'arpeggio. Nel prosieguo, bisogna vederlo da vicino...non si può molto "descrivere". Comunque già avere la padronanza delle due prime pagine, ti suggerirà il corretto modo di utilizzare il pedale nella restante parte del pezzo. Buono studio P.S. Casella dice che secondo lui Debussy non pensava assolutamente ai martelli nelle sue composizioni pianistiche. Io direi non in tutte, ma questa è una di quelle. Dimenticare i martelli!
  19. In genere se accade nelle corde dei bassi, potrebbe dipendere da uno scostamento dell'avvolgimento in rame in una delle due parti terminali della corda. Il fatto che sia scomparso il rumore isolando la corda non mi fa pensare ad uno scollamento del ponticello. Il tecnico dovrebbe con una pinza, privo allentamento delle corde in questione, girare e stringere il rame nel senso dell'avvolgimento. Se il difetto non scompare, conviene cambiare le corde difettose. Attenzione, consiglio di cambiare tutte e due le corde della stessa nota. Le corde devono essere fatte appositamente, rispettando i diametri dell'acciaio e del rame e non solo il diametro totale. Stesso identico tipo di occhiello!Insomma fatte in laboratorio e non ricavate da corde già pronte da sfilare! Spero che il problema si risolva. Lo Schimmel è un bellissimo strumento!!!
  20. il sabato 23 luglio sono già partito per Sperlonga. Se si potesse fare il sabato prima sarebbe l'ideale. Naturalmente vorrei esserci! Quindi escludiamo Roma? Mi sembra che però il 23 luglio non sia possibile per Gino! Problematico, ma caso mai non vengo io!!! Per me altre date vanno bene escluso anche sabato e domenica 25 e 26 giugno. Non voglio creare problemi. Mi rendo conto che qualcuno potrebbe e vorrebbe muoversi dalla Sicilia e dalla Sardegna!!!!! Solo il fatto che lo abbiano preso in considerazione è bellissimo. !!!!
  21. Complimenti per il lavoro svolto!!.Tutt'altro che "piccolo restauro"; se mi posso permettere, sarebbe convenuto portare l'accordatura mezzo tono sopra e lasciarla diverse ore. Poi portarla decisamente a 440. Hai seguito le numerose accordature. Va bene, però lo strumento subirà più assestamenti. E' controversa invece il "livellare" le corde con l'apposito attrezzo ad uncino. Questo provoca una planerà delle corde mediante una definitiva "piega di livellamento". Altre minime correzioni si possono poi fare accostando i martelli e controllando che le tre o due corde siano stoppate dalla superficie dell'apice del martello stesso. In questo modo si contribuisce ad ottenere un attacco compatto e simultaneo alle rispettive corde di ogni coro.
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